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-ma cosa ti urli?!- disse Diego entrando in cucina con un'espressione assonnata, e aveva ragione erano a malapena le otto del mattino e la giornata non era iniziata nei migliore dei modi. Avevo appena saputo che mio padre aveva cacciato di casa mia madre, senza un motivo apparente, senza un minimo di preavviso, è piombato a casa dicendo che doveva andarsene.

-fatti i cazzi tuoi, porca puttana.- risposi con uno sguardo che se avesse potuto incenerirlo, lo avrebbe fatto in un secondo -Martina calmati, non puoi farci nulla adesso.- disse Walter mettendosi in mezzo -non posso fare niente?- dissi girandomi verso lui, che sapeva già quale fosse la mia idea. E avevo anche ragione, non poteva ritornare in casa e cacciare una persona. -no Martina, è escluso,  non ci pensare nemmeno. L'ultima volta è finita male, cosa vuoi fare questa volta, mh?- disse alzando un sopracciglio, sbuffai infastidita. -potete spiegarmi la situazione?- chiese Diego sedendosi al tavolo e strofinandosi gli occhi, era una scena davvero dolce. Anche se lui sembrava tutto l'opposto. -questa mattina Margherita, la madre di Martina, l'ha chiamata dicendole che ieri Fabio è tornato a casa e l'ha cacciata, in questo momento Margherita si trova dal fratello, ma non ho idea di quanto vorrà stare lì, e le ha praticamente detto che tornerà a Napoli.- disse Walter, Diego inclinò leggermente la testa da un lato -non capisco, dove sta il problema?- chiese -vedi che sei proprio un coglione- risposi innervosita -calmati.- mi disse fissandomi con i suoi grandi occhi ancora assonnati, l'espressione era seria, come se volesse quasi intimidirmi, ma senza nemmeno riuscirci.

-il problema è proprio questo. Non voglio che se ne vada...- sussurrai sedendomi al tavolo, calò un silenzio teso su tutti e tre, maledivo ogni giorno quella persona che dovrebbe essere mio padre. Ma che, come ho sempre detto, di padre non ha niente. -Marti...- disse Diego accarezzandomi i capelli, e avvicinandosi al mio orecchio capendo che non mi sarei mossa dalla mia posizione nemmeno pregandomi -capisco che ci stai male, e capisco che vorresti fare del male a tuo padre. Ma le cose non si sistemeranno così, credimi.- sussurrò al mio orecchio, la sua voce mi fece rabbrividire leggermente -sistemeremo tutto, fidati di me. Se tua mamma sta bene non hai motivi di preoccuparti, ti voleva soltanto avvisare, nel caso tu fossi andata da lei. Nel caso tornerà giù, o vorrà farlo, ti aiuterò a sistemare tutto. Ti fidi?- chiesi, alzai di poco la testa per guardarlo con la coda dell'occhio.

Non so se dovessi davvero fidarmi di lui, non so se avrei dovuto.

Ma in quel momento sembrava l'unica persona che mi stava offrendo una mano, una specie di aiuto, era l'unico. Annuì soltanto e lui sorrise, si allontanò senza smettere di guardarmi. -vieni un attimo con me?- chiese, mi misi a sedere -dove?- chiesi -nella mia stanza, mi è stato detto che fumi.- rise -mh?- dissi alzandomi -dai, vieni, non ti faccio niente.- disse allontanandosi verso le stanze. Non lo capivo in quel momento.

Lentamente arrivai nella sua mi affacciai e lo vidi preparare una canna, sorrisi ed entrai -oh finalmente.- sorrise -questa è mia?- chiesi indicando la canna che stava preparando, lui annuì, una volta che finì me la diede e sorrisi -grazie!- urlai andando nella mia stanza come una bambina felice.

Fumo Da Solo|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora