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Dal momento in cui Chanyeol aveva investito Baekhyun con quella dolorosa notizia, il bassino era diventato un agglomerato di irritabilità, lacrime e tristezza, che con la sua forza non risparmiava nessuno attorno a lui.
A casa non faceva altro che stare chiuso in camera ad ascoltare canzoni che potevano suonare tutto tranne che allegre, e ad abbracciare il peluche che Chanyeol gli aveva regalato durante una delle loro prime uscite; quel cagnolino di pezza era ormai diventato il palliativo di una spugna, atta ad assorbire tutte le lacrime versate dal ragazzo durante i suoi pomeriggi liberi e le nottate insonni.

Niente e nessuno era capace di tirargli su il morale: la scuola era diventata un obbligo insostenibile, la piazza di Seoul un vortice di ricordi che non faceva altro che trascinarlo giù e strappargli grossi lucciconi pesanti dagli occhi, la sua famiglia- sua madre, per lo meno, e talvolta suo fratello al telefono- lo riempiva di domande scomode ed opprimenti, ed i suoi amici erano spesso e volentieri tanto compassionevoli da farlo sentire ancora peggio.

Jongdae e Minseok ce la mettevano tutta, ma sembrava non funzionare.

"Baekhyun, coraggio, vieni con noi in gelateria questo pomeriggio. Un bel cono al cioccolato è sempre l'ideale, non lo pensi anche tu, Minseok?" Provò a proporgli un giorno Jongdae, stando attento a dosare ogni parola, quasi stesse parlando ad un bambino difficile da convincere- e insomma, molto probabilmente le differenze tra un infante e Baekhyun depresso erano ben poche.

Il moro alzò gli occhi gonfi dalla sua insalata, che aveva a malapena spiluccato, e lo guardò torvo, come se avesse appena detto un'assurdità imperdonabile.

"E dai, Byun, perché ti comporti come se fosse sul letto di morte? Anche se partisse potreste sempre-"

A quel punto il maggiore si alzò dal tavolo, portando con sé il vassoio del pranzo ancora intoccato e si diresse piangendo verso il bagno, in cui avrebbe molto probabilmente trascorso l'ultima ora di lezione.

Infine, per quanto riguardava il diretto interessato, Chanyeol, il poveretto doveva sempre prestare la massima attenzione a pronunciare una qualsiasi frase, che poteva accidentalmente e anche solo vagamente riportare alla mente di Baekhyun il tema 'Londra' o 'borsa di studio'.

Insomma, avere a che fare con lo stato d'animo del moro in quel periodo era una vera e propria fatica, tanto che il castano più e più volte si era chiesto se dovesse semplicemente rinunciare alla proposta e proseguire con la sua normale vita, che comunque non gli stava per niente scomoda.
Anche lui non era al massimo dell'entusiasmo per quella borsa di studio, non lo era mai stato, ma ora che Baekhyun aveva preso a fare il lutto per lui si sentiva ancora più demoralizzato e propenso al rifiuto di quella rara e altrettanto temibile opportunità.

Per farlo svagare almeno un po', comunque, Chanyeol quel pomeriggio aveva deciso di portarlo con sé dal suo tatuatore di fiducia: ultimamente si era messo in testa di voler aggiungere un altro tatuaggio alla sua collezione, e voleva che Baekhyun lo aiutasse a scegliere la zona, dato che da molto tempo a quella parte non faceva altro che ripetergli di farsene fare uno nella spalla, nella coscia, nel costato e in altre parti del corpo che probabilmente sarebbe inutile menzionare.

"Chanyeol, sei sicuro di volerlo fare? Sembra doloroso..." Disse Baekhyun, non appena vide una piccola esposizione di macchinette per tatuaggi munite di aghi all'interno del piccolo studio.

"È sopportabile. Mi sorprendi, comunque, tu sei così attratto dal dolore..."

"Beh, ma questo non mi attrae affatto!"

"Chi lo sa, magari potrebbe piacerti. Un giorno proverò a tatuarti personalmente." Gli sussurrò all'orecchio, ridacchiando, prima di prenderlo per mano e trascinarlo via, verso una parete che riportava miriadi di disegni e frasi di ogni genere.

Exotic // ChanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora