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Baekhyun era tornato a casa, un'ora dopo aver vagato disorientato per mezza Seoul. Erano le undici di sera. Aveva preso la metro, e aveva pianto così tanto che i pochi passeggeri all'interno si erano accalcati dalla parte opposta, pensando fosse fuori di sé.

Era arrivato a casa col cappuccio abbassato sulla testa. Sua madre non era ancora lì, probabilmente alla fine era stata trattenuta a lavoro più del previsto, ma prima che potesse tornare era salito in camera sua e si era seduto sul letto. Si era spogliato, e aveva posato il telefono senza controllare se qualcuno gli avesse scritto... se lui gli avesse scritto, anche se probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di rispondergli dopo avergli fatto così tanto male.

Ora era mezzanotte, e lui era ancora lì, nudo, ma davanti allo specchio. Sporco dello sperma di qualcuno che non era Chanyeol. Provava schifo per se stesso, per le sue azioni. Come era potuto essere così menefreghista? Era sporco non solo fisicamente, ma anche moralmente, e tutto quello che avrebbe voluto fare in quell'istante era autodistruggere il suo rivoltante corpo.
Osservò la sua pelle, piena di segni e lividi. Sui suoi fianchi c'era impresso lo stampo violaceo delle dita di Sehun. Sul suo collo morsi e marchi testimoni di una falsa appartenenza.
Le sue cosce, fin troppo in carne per i suoi gusti personali, erano segnate da lividi fino al loro interno.
Baekhyun affondò le unghie mangiucchiate sul suo braccio, lasciandole scorrere quanto più violentemente riuscisse sulla sua pelle, ma non riusciva ad ottenere niente che insignificanti graffi. Riprovò a farsi del male, cercando di fare pressione sui polsi con una puntina da disegno che aveva trovato sulla scrivania là vicino, fino a far uscire del sangue che gli macchiò i polpastrelli. Stanco e indifeso, si lasciò cadere sulle ginocchia e si osservò ancora, disgustato dalla sua miserabile figura.

Continuando a piangere in silenzio si trascinò in doccia, a passo lento e strascicato. Non aspettò neanche che l'acqua scaldasse, e si infilò sotto il getto gelato, minimamente infastidito; un po' di freddo non era nulla in confronto a quello che gli si stava scatenando dentro.
Meccanicamente si insaponò il corpo, strofinando la spugna ruvida lungo la sua pelle come un ossesso, desideroso di potersela strappare di dosso e di liberarsi di quello sporco che lo macchiava sin dal midollo.

Non riusciva più a pensare ad altro se non al modo in cui si era lasciato andare a Sehun, e alla sua immagine allo specchio.
Come avrebbe fatto a guardare in faccia Chanyeol, l'indomani?
Non avrebbe mai potuto dirglielo. Come poteva confessargli di averlo tradito, guardandolo negli occhi, senza avere la certezza che l'avrebbe perso per sempre? Non c'era modo che Chanyeol lo perdonasse... neanche un amore forte come il loro poteva sopravvivere ad un tradimento. Soprattutto se suddetto tradimento era avvenuto con il suo migliore amico, con cui era cresciuto e maturato.
Poteva avere l'appoggio di Sehun, ma a lui sembrava non importare. Era entrato in quella situazione con lui, e l'aveva lasciato da solo a fronteggiare la realtà.
Avrebbe tanto voluto cercare Jongdae o Minseok, chiedere loro aiuto, ma si vergognava così tanto che aveva escluso quell'idea a priori...
Meritava di affrontarlo da solo, di soffrire da solo, fino ad annientarsi a forza di vomitarsi addosso tutto il disprezzo che provava per se stesso.

Mentre quella valanga di pensieri continuava a franargli addosso, lui proseguiva a ripulirsi, sfregando ancora quella spugna sul suo addome, sulle sue gambe, sul suo petto, fino ad arrossarsi la pelle e a piangere di disperazione, perché non sembrava essere ancora abbastanza. Non importava quanta forza impiegasse, si sentiva comunque lercio, un reietto, un essere ripugnante.

E sua madre, che cosa avrebbe detto se avesse scoperto quel che era successo? Suo fratello, il figlio perfetto sotto ogni singolo aspetto?
Sicuramente, poi, se suo padre gli avesse sputato addosso quel mare di insulti che era solito propinargli tutte le volte in cui ne aveva l'occasione, non avrebbe fatto altro che incassarli, inglobarli, e aggiungerli a quella grande macchina interiore che doveva nutrire il processo per il suo annichilimento.
Gliene sarebbe stato davvero grato, perché non avrebbe fatto altro che semplificargli quel duro lavoro di demolizione che da solo non avrebbe mai portato a termine nel completo.

Lo squillare del telefono lo riportò alla realtà. Quella melodia insistente andava avanti da minuti interi, ma lui si era reso conto di tutto solo in quel momento.
Immobilizzato dall'ansia, chiuse lentamente il getto d'acqua con le mani poco stabili, ed uscì dal box, avvolgendosi nel suo accappatoio per trovare un po' di calore.

Raggiunse la sua camera nel momento in cui la suoneria fu interrotta, ma tempo pochi secondi riprese a suonare, sembrando sempre più assordante.
Come previsto, era Chanyeol.
Che cosa ci faceva ancora sveglio, a quell'ora?
Nella mente di Baekhyun iniziarono a formarsi una serie di ipotesi e collegamenti, dettati dalla paranoia; e se avesse scoperto tutto? Se lo avesse visto uscire da casa di Sehun, se egli stesso gli avesse rivelato tutto per vendetta?

Senza pensarci due volte chiuse la chiamata. Guardò i messaggi che gli aveva inviato poco prima, tra una chiamata e l'altra.
Sembrava molto preoccupato per lui. In fin dei conti, era sparito per ore ed ore, e non gli aveva dato nessuna risposta dalle nove di quella sera.

pc_why: Baekhyun, ma dove sei?
pc_why: oi
pc_why: è successo qualcosa?
pc_why: Baekhyun sai che quando non rispondi mi preoccupo
pc_why: stai bene?
pc_why: è la decima volta che chiamo, rispondi
pc_why: nemmeno tua madre mi risponde
pc_why: merda sono preoccupato per te, che cazzo di fine hai fatto?
pc_why: mi hai chiuso il telefono in faccia?

Non poteva evitarlo per molto tempo ancora. Ormai Chanyeol sapeva che, avendo rifiutato quella chiamata, aveva visto anche tutti i messaggi che gli aveva inviato.

Prese il coraggio a due mani e con un respiro profondo digitò qualche parola sulla tastiera.

byunbaekon: sto bene
byunbaekon: scusa

pc_why: porca troia, non farlo mai più

"Mai... m-mai più." Mormorò tra sé, prima di cadere in lacrime, nudo e inerme, sulla superficie del suo letto.

Exotic // ChanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora