9. Resta

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JUNGKOOK

I primi due giorni della settimana seguente passarono abbastanza velocemente. Il rapporto tra Jimin e me sembrava fosse tornato com'era prima del sabato precedente, ma, dentro di me, era ancora vivissima la paura che mi potesse far sentire male di nuovo.

Chiaramente, nonostante questo, i miei sentimenti per lui non si erano affievoliti, anzi. Avevo iniziato a convincermi che se non avessi capito entro qualche giorno cosa provava lui per me sarei potuto impazzire. Semplicemente, non ne potevo più di nascondere quello che provavo perchè non ero sicuro che lui ricambiasse. D'altro canto, però, non volevo nemmeno rovinare o buttare via l'amicizia che si stava creando tra di noi dicendogli che mi piaceva.

Quindi avevo deciso di aspettare un segno del cielo che mi aiutasse a capire quel ragazzo.

Il mercoledì di quella settimana mi svegliai con un senso di pesantezza addosso, che non migliorò affatto quando vidi il cielo talmente nuvoloso che sembrava non riuscisse ad uscire da esso nemmeno uno spiraglio di luce.
Nemmeno Tae e Jin riuscirono a sollevarmi un po' il morale, magari anche perchè pure il loro era sotto i tacchi. Tae era talmente silenzioso da non sembrare nemmeno lui, e mi fissava ogni tanto con uno sguardo talmente strano che non riuscivo a codificarlo, mentre Jin parlava troppo per il suo solito. E quello di cui parlava non aveva alcun senso.
"Sarà il tempo" dicevo a me stesso mentre cercavo di portare il discorso su qualcosa di un po' più sensato.

Non appena arrivammo all'università incontrai lo sguardo di Jimin, che mi fece un cenno con il capo mentre stava parlando con Namjoon.
Io ricambiai il saluto, mentre seguivo i miei due migliori amici all'interno dell'edificio. Ormai Jimin ed io stavamo insieme quasi a tutte le pause pranzo quindi la mattina evitavo di disturbare le sue conversazioni con Namjoon, considerando anche il fatto che lui faceva finta di non odiarmi solo perchè glielo aveva chiesto Jimin.

Il resto della mattinata andò avanti rapidamente, come pure la pausa pranzo, dove il mio cuore mancò più di qualche battito quando Jimin mi disse: "Il legame che ho con te è speciale".
"In che senso?".
"Ho legato subito con te, come se ci fossimo conosciuti anni fa. Non succede spesso. In generale, dico".

Io gli rivolsi un sorriso enorme, chiedendomi perchè non si decidesse a dirmi, o almeno a farmi capire in qualche modo, se provava qualcosa oltre la semplice amicizia. A pensarci bene, però, nemmeno io stavo cercando di farlo trapelare, quindi chi ero per giudicarlo?

Dopo quella frase Jimin mi salutò, dicendomi che aveva una lezione un quarto d'ora dopo. Mi resi conto solo qualche minuto dopo che anche io avevo lezione, così radunai le mie cose in fretta e mi diressi nell'aula in cui sarei dovuto essere due minuti prima, sedendomi vicino a Tae e Jin giusto un attimo prima che il professore iniziasse a spiegare.
A fine lezione li salutai ed andai nella solita aula studio, mettendomi in testa che dovevo dare una sistemata agli appunti prima di andare a casa.

Non appena notai la testa di Yoongi mi avvicinai furtivamente a lui, sedendomici vicino.
"Ciao" gli dissi in tono gentile.
"Oh, ciao Jungkook" rispose lui togliendosi la cuffietta dall'orecchio destro.
"Scusa se te lo chiedo eh, ma come fai ad avere il mio numero? Jimin mi ha detto che gliel'hai dato tu...".
"Arrivi subito al punto, eh? Ehm, hai presente Song-Hyun, la ragazza che hai...".
"Sì, mi ricordo di lei ovviamente" lo interruppi.
"Bene, lei è una delle mie migliori amiche. Mi aveva dato il tuo numero perchè voleva che ti insultassi per quello che le hai fatto..." rispose lui quasi mormorando ed abbassando la testa.
"E perchè non l'hai fatto?" gli chiesi ridendo.
Lui alzò di nuovo la testa all'improvviso, rispondendomi: "Già ogni volta che passo davanti a qualcuno sento mormorii e gente che si sussurra nell'orecchio perchè sono gay. Pensa cosa farebbe la gente se fossi quello gay che ha anche osato insultare Jeon Jungkook per aver trattato male una sua amica...Non volevo che il mio fosso diventasse più profondo di quello che è già".

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