24. Perchè non hai scelto me?

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JUNGKOOK

Il giorno dopo non appena mi svegliai scrissi un messaggio a Tae chiedendogli se potessimo vederci, solamente io e lui, perchè avrei dovuto parlargli di una cosa.
Lui mi rispose all'istante, dicendomi che, in realtà, anche lui aveva una cosa da dirmi.

Così decidemmo che lui sarebbe venuto a casa mia verso il primo pomeriggio, chiudendo la conversazione poco dopo.
Nel mentre scrissi anche a Jimin, augurandogli buona fortuna per l'incontro con suo padre di quel giorno e, probabilmente, anche del giorno seguente.

Il giorno prima avevo insistito affinchè mi dicesse qualcosa di più su quella che era la sua situazione familiare e lui si era un po' aperto con me, rivelandomi che i suoi genitori avevano divorziato perchè suo padre aveva ripetutamente tradito sua madre con la donna con cui adesso convive. Loro si erano trasferiti a Busan un anno dopo il divorzio, ma, nonostante questo e nonostante tutto quello che suo padre le aveva fatto, sua madre non aveva mai smesso di amarlo...

Quello che si chiama "amore malato"...ed è ancora più brutto se questo non è nemmeno corrisposto.

Jimin mi ha anche detto che lui ha provato a far cambiare idea a sua madre e, all'inizio, sembrava stesse bene e avesse superato la rottura con suo padre.
Ma, sfortunatamente, far finta di non amare una persona quando invece del suo amore per lei si potrebbe scoppiare è molto più difficile di far finta di provare qualcosa quando, in realtà, non c'è niente dentro di sè.

E così sua madre ammise che non avrebbe mai amato nessun altro, perchè tutto quel dolore non avrebbe mai superato tutta la felicità che aveva provato quando stavano insieme.

Mi misi quasi a piangere dopo questo racconto. Non so perchè, ma riuscivo a mettermi nei panni di sua madre, che, sebbene fosse stata ferita a morte dalla persona che avrebbe dovuto amarla per tutta la vita, non riusciva a togliersela dalla testa. Magari anche ci provava...ma, sfortunatamente, non si può decidere di non provare più niente per qualcuno con cui si ha condiviso se stessi da un giorno all'altro. O da un mese all'altro. O, in certi casi, per tutta la vita...

Il problema è che ci sono delle persone che entrano dentro alla porta del nostro cuore e non ne escono più, qualsiasi cosa facciano.

Ecco, mi sa che il padre di Jimin era questo per sua madre.

A distrarmi da questi pensieri fu il telefono che vibrò nella mia mano, rivelando la risposta di Jimin.
"Grazie. Buona fortuna anche a te con Tae. Fammi sapere cosa ti dice".
Io gli scrissi che non appena finito di parlare con lui gli avrei scritto, dicendogli, a mia volta, di farmi sapere cosa succedeva con suo padre.
Lui mi rispose con un cuore, che io visualizzai facendo un sorriso.
Misi poi il telefono sul comodino, aspettando che le ore passassero in modo che potessi fare una delle cose più difficili della mia vita: dire la verità.
Peccato che i minuti erano interminabili.

*******

Qualche ora dopo, quando sentii il campanello suonare, il cuore mi salì fino in gola.
Andai ad aprire con un'ansia ed una preoccupazione quasi senza precedenti, vedendo il solito sorriso tirato di Tae poco dopo.

"Ciao" mormorai con aria quasi assente.
"Ciao. Come stai?" mi chiese lui entrando dopo che gli avevo fatto segno con la mano di farlo.
"Bene. Tu?" gli risposi con la voce un po' più acuta del solito a causa della preoccupazione.
"Anche...senti, facciamola finita con questo clima di ansia e dimmi quello che mi devi dire" mi disse in tono divertito.

Io annuii, sedendomi sulla sedia di fronte alla sua e torturandomi le mani sperandomi che la preoccupazione se ne andasse.
"Allora...quello che ti devo dire è molto importante per me, e te l'avrei detto anche prima, ma non ero sicuro, all'inizio, che fosse qualcosa di serio. Ma, adesso che so che lo è, ho deciso di dirtelo" iniziai a dire in tono calmo e sicuro.
"Va bene. Vai avanti" mi rispose lui in un tono di voce quasi...speranzoso.
"Nell'ultimo mese e mezzo mi sono accorto di star provando una cosa che non ho mai provato con nessuno. E sono così felice che quella persona ricambi i miei sentimenti che non voglio tenerlo nascosto per nessuna ragione al mondo.
Quindi, ecco...Jimin ed io ci piacciamo. E ci siamo baciati per la prima volta una settimana fa, dopo la festa di Jin. Ora stiamo insieme. O, almeno, credo che sia così.
So che magari penserai che questa cosa è strana e che non credi che io possa essere gay, ma...ti giuro con tutto me stesso che non ho mai provato niente del genere. Quindi spero che tu accetti quello che sono, continuando ad essere mio amico come lo sei stato fino ad adesso" gli dissi con lo stesso tono delle parole precedenti, sentendomi come se mi fossi liberato di un macigno.

Lui rimase in silenzio per qualche secondo, l'espressione completamente diversa da quella che aveva fino a qualche secondo prima.
"Perchè non hai scelto me?" mormorò poco dopo con la voce rotta.
"Cosa?" gli chiesi io balbettando quasi all'istante.

Tae alzò lo sguardo verso di me con le lacrime agli occhi. "Ho passato mesi a far finta di niente. Ho passato mesi a dirmi che non poteva essere vero. Ho passato mesi a sentirmi sbagliato. E vicino a tutto questo c'è da aggiungere quanto male mi sentivo ogni volta che parlavi con noi di tutte le tue conquiste e di tutti i modi in cui spezzavi i loro cuori. E fino a cinque minuti fa non ero così incazzato, perchè mi dicevo: "Lui è etero, è per questo che non gli piaccio". Ma, ora, che mi hai rivelato che ti piace Jimin non ho più nemmeno questo da ripetermi per sentirmi meno male al pensiero che non mi vorrai mai".

"Tae, ma che stai dicendo?" gli chiesi senza riuscire a capire.
"Sto dicendo che sono innamorato di te da cinque cazzo di mesi. E tu mi vieni a dire che ti sei messo con Jimin e che ti stai innamorando di lui come se niente fosse. Come se il fatto che tu ti sia fidanzato con uno che conosci da neanche due mesi e non con me, che sono il tuo migliore amico da tutta la vita, fosse normale" mi rispose con una rabbia nella voce che non gli avevo mai sentito usare.
"Io non me ne sono mai reso conto, altrimenti non sarei venuto a dirti in questo modo di me e Jimin" gli risposi cercando di sembrare il più dispiaciuto possibile, perchè era così che mi sentivo.
"Non scherziamo. L'avresti fatto comunque perchè non ti frega niente di come stanno gli altri. A te importa solo di come stai tu. E, visto quello che hai passato, non ti biasimo nemmeno troppo. Ma non venirmi a dire che avresti fatto le cose diversamente quando, in realtà, non l'avresti fatto" mi disse lui con un tono allo stesso tempo divertito ed amaro.

Io abbassai lo sguardo, non sapendo cosa rispondere ad un'affermazione del genere.
"Che cos'ha lui che io non ho? Eh?" mi chiese poi in tono provocatorio dopo qualche secondo visto che non gli rispondevo.
"Non lo so, Tae. Ma so che con lui mi sento di nuovo quello che ero prima. E, mi dispiace dirtelo, ma non si può scegliere di chi innamorarsi. E, soprattutto, non si può pianificare una relazione. Quindi come diavolo puoi chiedermi perchè non ho scelto te?" gli risposi con la stessa rabbia che aveva usato lui prima.

"Non ti voglio più vedere" mormorò lui alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta.

Io lo fermai mettendogli una mano sul braccio, dicendogli poco dopo in tono quasi disperato: "So che sei ferito perchè non ricambio i tuoi sentimenti, ma non puoi dire sul serio".
"Levami quella mano di dosso" fu la sua risposta in tono secco, scansandomi la mano con la sua ed aprendo la porta.

"Perchè non vuoi almeno rimanere mio amico?" gli domandai con le lacrime che iniziavano a scendere anche sul mio viso.
"Perchè rimanere tuo amico vorrebbe dire vedere cosa non potrò mai avere, ogni giorno" mi disse nello stesso tono nello stesso tempo arrabbiato e ferito di poco prima, uscendo dalla porta e sbattendola dietro di sè.

Io rimasi lì immobile, passandomi le mani nei capelli e tirandoli dalla rabbia e dalla delusione.
Quella era veramente l'unica cosa che pensavo non sarebbe mai accaduta...
Dopo pochi secondi crollai sul pavimento in un pianto sommesso, rendendomi conto che avevo appena perso uno dei miei due migliori amici e, qualche giorno dopo, probabilmente avrei perso anche l'altro.
Forse non ero pronto ad affrontare tutto quel dolore da solo...

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