JUNGKOOK
Fu solo verso ora di cena che Jimin si alzò dal mio petto, rivestendosi e dicendomi: "Ordiniamo qualcosa per cena?".
"Hai fame?" gli chiesi io in tono ironico.
"Non mangio da una settimana praticamente" mormorò lui con un po' di malinconia nella voce.Il mio sorriso si spense all'improvviso, rendendomi conto che non solo io avevo passato una settimana di inferno.
"Motivo in più per ordinare cibo per sette persone anche se siamo in due allora" gli risposi poi in tono felice, anche se dentro di me stavo male per quello che pensavo avesse dovuto passare.
Lui mi fece un sorriso di circostanza, sedendosi di nuovo sul letto mentre quello che si vestiva ero io."Sei bellissimo senza vestiti comunque" mormorò lui dopo qualche secondo, senza smettere di fissarmi.
Lo disse in un tono talmente sicuro che non riuscii a fare a meno di chiedermi se stesse fingendo, di essere così sicuro, come qualche ora prima mi aveva rivelato di aver fatto durante la durata di tutta la nostra conoscenza."Stai fingendo adesso?" gli chiesi allora senza riuscire ad impedire alle parole di uscirmi dalla bocca.
Lui sbarrò gli occhi, tornando con lo sguardo indifferente dopo qualche secondo, e mi rispose: "No".
"E quando hai finto, allora?" gli domandai non riuscendo a contenermi.
"Ti voglio dire la verità perchè ne ho abbastanza delle bugie. Nella maggior parte del tempo che ho passato con te ero io. O, meglio, l'io contenuto dalle medicine. Mi capitava di fingere solo quando si trattava di sostenerti e di dirti che sarebbe andato tutto bene sebbene non lo pensassi" mi rispose inclinando un po' la testa di lato per guardarmi meglio.
"Quindi non mi sono innamorato di una persona finta?" dissi sperando che rispondesse negativamente a quella domanda.
"No. Ti sei innamorato di un bipolare, però" mi rispose lui con amarezza.
"E questo che c'entra ?".
"C'entra sempre. Se contiamo il fatto che lo sei dovuto venire a sapere da qualcun altro ancora di più".Io mi sedetti vicino a lui, guardandolo nei suoi profondi occhi marroni, e dicendogli: "All'inizio ero arrabbiato perchè non me l'avevi detto. Ma, poi, la rabbia si è sostituita alla paura di non vederti mai più...e così ti ho perdonato anche se mi avevi mentito".
"Perché l'hai fatto?" mi chiese lui non riuscendo a capire.
"Perché ti amo. E perché, da quando ti ho conosciuto, sei l'unico motivo per cui mi alzo la mattina. Prima di te vivevo senza vivere. Nel senso, facevo scorrere tutte le mie giornate senza essere realmente me stesso e cercando di non cadere in depressione come mio padre. Da quando sei arrivato tu è tutto diverso".Lui rimase in silenzio per un po' abbassando la testa, e solo dopo un po' mi accorsi di avergli detto di nuovo che lo amavo senza rendermene conto.
"Scusa. Non devo dire quelle parole. Ti fanno stare male" gli dissi allora, abbracciandolo, sperando che non sbottasse come la settimana precedente."Kook?" mi chiese lui dopo un po', senza sottrarsi al mio tocco.
"Dimmi".
"Ti amo anche io. E non devi smettere di dire quelle parole...perchè le voglio sentire ogni qualvolta ti vada di pronunciarle" mi rispose alzando gli occhi ed incrociando il mio sguardo.Io gli rivolsi un enorme sorriso, quasi piangendo di gioia al sentire quelle frasi. Anzi, togliamo il quasi.
"Ehy, non piangere" sussurrò lui nel mio orecchio togliendomi le lacrime dal viso con le sue mani.
"Non ti preoccupare, sono di gioia" gli risposi io facendo una risata di quelle vere poco dopo.
Lui non disse niente per un po', e così ci limitammo a guardarci, cosa che ci divertiva parecchio visto il quantitativo di volte che succedeva."Ti meriteresti di meglio di un'altra anima a pezzi, comunque" mi disse lui dopo un po', senza togliere lo sguardo dai miei occhi.
"Siamo tutti un po' a pezzi Jimin...eppure, ogni tanto, siamo così fortunati da trovare qualcuno con cui combaciano ancora" gli risposi io non sapendo come erano uscite delle parole così dense di significato da me."Meno male che sono io quello poetico" mi rispose lui in tono sereno.
Io mi misi a ridere, dandogli un lieve bacio sulle labbra poco dopo."In tutto questo non abbiamo ancora ordinato da mangiare" mormorò lui non appena le nostre labbra si staccarono.
"Sei incredibile, pensi solo al cibo" gli dissi in tono ironico.
"Non è vero. Penso anche a te ogni tanto" mi rispose lui rivolgendomi uno dei suoi soliti sorrisetti sghembi.
"Ogni tanto però" ribadii io, iniziando a passargli una mano tra i capelli poco dopo.Jimin tralasciò la mia risposta, chiedendomi invece: "Intanto che tu ordini da mangiare posso andare a farmi una doccia?".
"Certo" gli risposi io facendolo alzare dal letto e facendogli cenno di andare in bagno.
"E posso prendere una delle tue comodissime felpe, vero?" mi domandò, poi, in tono speranzoso.
"Prendi quello che ti pare" gli risposi prendendo il telefono con l'intenzione di ordinare due pizze.
Lui mi rivolse un sorriso, andando verso il mio armadio e prendendo una delle mie innumerevoli felpe, di tre taglie in più della mia, nere.
"Quella se vuoi puoi tenerla, poi" mormorai non appena lui chiuse l'anta dell'armadio.
"Grazie" mi rispose lui rivolgendomi un altro sorriso ed incamminandosi, poi, verso il bagno.
Io, intanto che lui si fece la doccia, chiamai la pizzeria, ordinando la nostra cena.Ebbi appena il tempo di gioire per il fatto che le cose tra Jimin e me si erano appena sistemate che lui uscì dal bagno con i capelli umidi e la mia felpa addosso.
"Stai meglio adesso?" gli domandai senza smettere di fissarlo.
"Molto" rispose con un tono di voce che lasciava intendere che voleva dire ancora qualcos'altro.
Cercò di contenersi per qualche instante, ma poi mi chiese: "Tra quanto arriva il cibo?".
Io, in tutta risposta, feci una risata genuina, dicendogli poi che sarebbe arrivato a minuti.E così fu. Infatti, circa una decina di minuti dopo eravamo seduti in cucina e mangiare le nostre pizze, senza staccarci gli occhi di dosso.
"Dovevi ordinarne una in più comunque" mi disse lui non appena ebbe finito la sua in qualche minuto.
"Vuoi ancora qualche fetta della mia?" gli chiesi io, che ero ancora a metà della pizza.
Lui annuì ma con aria imbarazzata, fin quando non gli misi due fette nel piatto e riprese a mangiare."Kook?" lo sentii mormorare dopo un po'.
"Non dirmi che hai ancora fame..." gli risposi io alzando gli occhi al cielo.
"No, non è questo" mi disse lui ridendo.
"Allora che c'è?".
"Dimmi che le cose tra noi non cambieranno" disse in tono serio.
"In che senso?".
"Non trattarmi diversamente solo perchè adesso sai del mio problema. Sono sempre quello di prima".
"Ma certo" gli risposi avvicinandomi a lui e spostandogli una ciocca di capelli da davanti agli occhi.Lui mi rivolse un sorriso, finendo di mangiare la sua ultima fetta di pizza, cosa che feci anche io.
Sembra incredibile da credere, visto che accoppiata piena di problemi eravamo, ma non credevo che sarei mai potuto essere così felice con qualcun altro.
STAI LEGGENDO
•Destiny {Jikook}•
Fiksi PenggemarCOMPLETATA "Sei troppo interessante per lasciarti perdere". E, poi, questo ragazzo è comparso dal nulla e ha iniziato a farmi provare tutto quello che avrei sempre voluto. "In questi quattro anni ti è mai mancata la persona che eri prima?". "Ti meri...