46. Anche il dolore, in fondo, è un'emozione

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JUNGKOOK

Era passato un mese e mezzo da quando Shin-Hyo mi aveva cacciato da casa di Jimin dicendomi che l'unico motivo per cui lui diceva di amarmi era perché con me riusciva ad essere nella sua "fase euforica" anche se prendeva le medicine. Eppure continuavo ancora a cercarlo, ed a vederlo, in chiunque, sebbene facessi il possibile per far in modo che non fosse così.
Sentivo Jimin ovunque, anche se se n'era andato...o, meglio, anche se avevo deciso di lasciarlo andare e di non lottare più per lui.

Non voglio mentire: un po' mi sono pentito della mia decisione, visto che non riuscivo a togliermi questo dolore che mi sentivo addosso in nessun modo. Ma...non potevo fare diversamente, altrimenti lui avrebbe sofferto più del necessario a causa mia, visto che, come avevo constatato, non riuscivo a gestire le sue crisi nel modo in cui lo faceva chi gli stava vicino da anni.

Nonostante questo, non nego che appena Jimin mi aveva lasciato ero intenzionato a riprendermelo e, anzi, credevo non mi sarei fermato finchè questo non fosse successo. Ma poi, dopo le parole di Namjoon, tutto è cambiato. Ho iniziato a pensare che non ero in grado di gestire le sue crisi, mentre Shin-Hyo ce la faceva benissimo. Ed è così che pian piano mi sono convinto che io non ero quello di cui Jimin aveva bisogno. Solo dopo aver capito questo avevo preso la decisione di lasciarlo andare. Sapevo benissimo che mi avrebbe distrutto il non lottare più per riaverlo indietro, ma sapevo anche che se lui fosse stato felice io sarei stato un po' meno peggio.

La cosa ironica di tutta questa situazione era che, prima di incontrare Jimin, avevo fatto di tutto per non soffrire più, e, invece, in quel periodo stavo soffrendo da matti perchè ero convinto che così un'altra persona sarebbe stata bene.

Facevo spesso questo pensiero, maledicendomi, poco dopo, per essermi fissato così tanto su Jimin dallo stesso istante in cui l'avevo conosciuto. Facevo finta di non sapere perchè l'avessi fatto, ma, invece, lo sapevo benissimo. Mi aveva colpito da subito il fatto che i suoi occhi, quei suoi bellissimi pozzi marroni, parlassero più di lui. E, inoltre, mi aveva intrigato il fatto che ero riuscito a capirlo solo quando li ho guardati sul serio.

Ero così felice di averlo fatto, perchè lui è stato l'unico in grado di vedere realmente quello che ero.
Ma, sfortunatamente, non siamo stati abbastanza forti per rimanere uno accanto all'altro. Tutto questo perchè, alle volte, amarsi non basta per far funzionare una relazione, soprattutto quando ci sono di mezzo problemi molto più grandi di noi.

In quel momento non sapevo se le "ferite" per tutto quello che era successo ce le avessi solo io o se le avesse anche Jimin ma facesse finta di niente. Quello che sapevo, invece, era che Jimin sarebbe diventato il mio ricordo più bello. Il ricordo del mio primo amore.

Il problema, però, era che per me ci sarebbe stato sempre e solo lui. Non importava quanto tempo sarebbe passato o se ce ne fossero stati degli altri. Sapevo già che quando qualcuno mi avrebbe chiesto chi avevo amato più di tutti io avrei fatto il suo nome.

Quel ragazzo mi aveva sconvolto l'esistenza, uscendo dalla mia vita poco dopo, però.
Ma di una cosa avevo la massima certezza: il ragazzo strafottente, egoista e misterioso che ero prima dell'arrivo di Jimin ormai faceva parte del passato. Quella maschera che mi ero dipinto addosso per evitare di essere ferito era completamente sparita, e, sinceramente, non volevo più averci a che fare.

Nel tempo passato con Jimin mi sono reso conto che è meglio soffrire essendo sè stessi che ferire gli altri, per non essere feriti, non essendolo.
E sarò sempre grato al mio primo amore per avermelo fatto capire, anche se credevo non avrei avuto più l'occasione per dirglielo.

*******

"Allora, ti sei pentito della tua decisione?" mi chiese Yoongi mentre si stava mangiando il mio gelato, e sottolineo mio, seduto sulla poltrona vicino al divano a casa mia.
"No, perché?" gli risposi io a mia volta con una domanda, guardandolo con aria confusa.
"Perché hai la stessa espressione vuota di quando tutto è successo. E stai male proprio come un mese e mezzo fa, se non di più" mi disse con aria convinta, scrutando se la mia espressione cambiasse oppure no.
"Lo so" gli risposi io sapendo bene già da me che fosse così. "Ma non intendo cambiare la mia decisione. Anche perchè, come puoi ben vedere da solo, Jimin non ha dato minimo cenno di voler tornare con me".

"Kook, c'è una parte di te che dice che non lo vuoi più indietro, ma un'altra che spera, con tutto il cuore, che questo accada, invece" mi disse con aria seria, senza togliere il suo sguardo da me, quando io, invece, stavo cercando di guardare ovunque tranne i suoi occhi.
"Non importa. Finchè la prima parte prevale sulla seconda non ci sono problemi".

Yoongi fece un sospiro spazientito ed incazzato. "Perchè ti sei messo in testa che tu gli fai del male? E, soprattutto, perchè fai finta che questa situazione ti vada bene quando, in realtà, sei diventato un automa vivente?" mi domandò mantenendo il tono arrabbiato con il quale aveva fatto il sospiro precedentemente.
"Te l'ho già detto quasi due mesi fa" fu la mia risposta secca.

"Beh, sai che ti dico? Che tutto quello che stai facendo è una cazzata. Non ha senso che ti comporti così. Tu lo vuoi ancora e lui, probabilmente, ti ama ancora anche se fa finta di niente perchè è arrabbiato con te. Se solo tu provassi a spiegargli la situazione ed a dirgli come ti senti le cose si metterebbero apposto" disse Yoongi mettendosi a prendere quasi a pugni il bracciolo della poltrona.
"Lui non ha bisogno che le cose tra di noi si mettano apposto".
"Continui a dire questa cosa da un mese e mezzo. Ce la fai a pensare a cosa vuoi tu, solamente per un istante?".

Quelle parole ebbero un certo effetto su di me. Mi misi a pensare realmente a quello che avrei voluto io, tralasciando, per la prima volta dopo più di un mese, cosa avrei dovuto fare per il bene di Jimin. E mi resi conto che volevo solo una cosa.

"Vorrei tornare a provare qualcosa" risposi allora, alzando di nuovo lo sguardo dopo svariati minuti in cui l'avevo tenuto basso.
"In che senso?" mi chiese Yoongi non riuscendo a capire cosa intendessi.
"Mi sembra di non riuscire a sentire più niente. Forse perché riuscivo a sentire qualcosa solo quando ero con lui ed adesso lui non c'è più. E lo so che ho scelto io di non lottare più per lui, Yoongi, ma...sento questo vuoto dentro che non se ne vuole andare" gli dissi buttando fuori, finalmente, il reale modo in cui mi sentissi.

"Ma tu stai provando qualcosa".
"Cioè?".
"Anche il dolore, in fondo, è un'emozione".

Io gli rivolsi una risata amara, chiedendomi perchè, tra tutte le emozioni del mondo, il dolore fosse quella che doveva toccare a me.
"Sai bene che potresti tornare ad essere felice se solo chiarissi con lui...così il dolore scomparirebbe" aggiunse poi, inclinando un po' la testa per vedermi meglio.

Io annuii, in modo da fargli capire che già lo sapevo. Dopo questo, rimanemmo entrambi in silenzio per moltissimo tempo, fino a quando lui non decise di far partire un film per interrompere quel silenzio quasi inquietante.
Peccato che io il film non lo seguii. Ero troppo impegnato a fissarmi sul pensiero che io avrei solo fatto del male a Jimin e che, quindi, non avevo il diritto di riaverlo indietro.

Mi fissai così tanto su quel pensiero, in quei due mesi, che diventò una vera e propria ossessione, che mi ripetevo per farmela suonare vera e per far in modo che la mia intenzione di lasciarlo andare non si indebolisse all'improvviso.
Ma, ogni tanto, non basta ripetersi una cosa nelle orecchie mille volte per farla suonare vera al nostro cuore.

SPAZIO AUTRICE:
Semplice capitolo di passaggio dove Jungkook si rende conto che, per quanto continui a dire che non può cercare di riconquistare Jimin, il suo cuore non è d'accordo...

Detto questo, grazie per le 8000 letture. Mando un bacio enorme a chiunque sta leggendo🥺❤️.

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