JUNGKOOK
Il giorno dopo la rivelazione scioccante di Tae chiamai Jimin, con l'intenzione di dirgli tutto quello che era successo, visto che il giorno prima, tra i pianti e la delusione, non l'avevo fatto.
Lui mi rispose al secondo squillo, dicendomi in tono preoccupato: "Ehy, tutto bene?".
"Perchè lo chiedi?" gli risposi io quasi sulla difensiva.
"Perchè ieri non mi hai chiamato. Pensavo fosse successo qualcosa e volevo scriverti, ma allo stesso tempo avevo paura che non mi volessi sentire" mi rispose con una tristezza che riusciva a trasparire dalla sua voce anche se la stavo sentendo per telefono.
"Non è che non ti volevo sentire, assolutamente. Solo che...è successo un casino" mormorai con la voce mezza rotta mentre con la mano libera dal telefono mi passavo una mano tra i capelli cercando di calmarmi."Stai calmo. Cos'è successo?" mi chiese lui all'istante, enfatizzando le prime parole.
E fu così che presi un bel respiro, cercando di impedire alla voce di rompersi, ed iniziai a raccontargli tutto quello che era successo il giorno prima.
"Ho detto tutta la verità a Tae, però...lui ha reagito nell'unico modo in cui credevo non avrebbe mai potuto reagire. Non solo non era contento di quello che gli avevo detto, ma, anzi, mi ha accusato di aver sbagliato a scegliere te, che conosco da poco, invece di lui, che è il mio migliore amico da tutta la vita".Jimin rimase in silenzio per qualche secondo, probabilmente tentando di metabolizzare quello che gli avevo appena detto.
Solo dopo un po' mi rispose: "Quello che sto pensando è la verità?".
"Dipende a cosa stai pensando" gli dissi mordendomi il labbro inferiore dal nervosismo.
"Tae è innamorato di te?" mi domandò in un tono di voce talmente basso e talmente impaurito che quasi non lo sentii.
"Sì" mormorai poco dopo non sapendo cos'altro aggiungere.
"E tu?".
"Io cosa?" gli domandai non capendo cosa mi aveva appena chiesto.
"Insomma...che gli hai detto?" si spiegò lui nello stesso tono impaurito delle parole precedenti.
"Gli ho risposto che non me ne ero mai accorto, altrimenti non gli avrei detto di noi così, ma lui non mi ha creduto. E, poi, quando gli ho detto che potevamo rimanere comunque amici lui...mi ha detto che di me non ne vuole più sapere" gli risposi iniziando a mordermi la guancia al posto del labbro.
"Mi...mi dispiace" mi disse Jimin balbettando.
"Ieri ci stavo parecchio male, per questo non ti ho chiamato. Ma, ora, mi sono reso conto che mi ha detto quelle parole solo perchè era arrabbiato e, probabilmente, non erano vere" gli risposi cercando di rassicurarlo.
E cercando di rassicurare anche me nel frattempo, perchè non credevo minimamente a quello che avevo detto. Il punto è che la faccia di Tae era così ferita e così delusa che non pensavo avrebbe mai potuto perdonarmi.
Ma, d'altra parte, non era colpa mia se non ero innamorato di lui. Come non era colpa sua se lui era innamorato di me.Non mento: la notte dopo il nostro litigio ho pensato per ore di andare a scusarmi con lui, rendendomi conto, solo ore più tardi, che io non avevo niente di cui scusarmi.
Avrei dovuto scusarmi per i miei sentimenti nei confronti di un'altra persona? Non esisteva...
Ma, allo stesso tempo, nemmeno lui doveva scusarsi. Per cosa? Per essere innamorato di me?
Non si può chiedere scusa per i propri sentimenti...La voce di Jimin interruppe quel pensiero, facendomi concentrare su quello che mi stava dicendo.
"Spero che sia come dici tu, perchè non voglio che tu perda un'altra persona per colpa mia" mi disse in tono malinconico.
"Tu non c'entri niente, Jimin. Poi, sia lui che mia sorella si renderanno conto che non possono non parlarmi più per tutta la vita, quindi non ho perso proprio nessuno" gli risposi in un tono speranzoso che non so da dove tirai fuori, sinceramente.
"Ma sì che c'entro. Stai litigando con tutti perchè stai con me".Io rimasi in silenzio per qualche secondo, sapendo bene che se avessi cercato di fargli cambiare idea in quel momento avrei fallito, perchè ormai sapevo com'era fatto Jimin.
Così, gli dissi la cosa che avrei voluto dirgli dal momento stesso in cui venerdì ci eravamo salutati, consapevole che, forse, lo avrei almeno tirato su di morale.
"Vorrei che fossi qui e che mi guardassi, ma che non resistessi nemmeno tre secondi e che mi baciassi".
"Ed io che pensavo che fossi incazzato con me" mi rispose lui in tono divertito poco dopo aver fatto un mormorio di sorpresa.
"Non potrei mai".
"Anche io vorrei baciarti, ma, sfortunatamente, sono ancora in treno" mi rispose, poi, di nuovo con un tono sereno."Com'è andata con tuo padre?" gli chiesi allora, spostando la conversazione su qualcosa che non fosse il fatto che fosse colpa sua il fatto che avessi litigato sia con Tae che con mia sorella.
"Poteva andare peggio. Abbiamo parlato un po', ho conosciuto ufficialmente la sua nuova ragazza, ovvero quella con cui ha tradito mia madre, e, sebbene volessi strozzarlo, non l'ho fatto. Quindi devi essere fiero di me".
"Infatti sono fierissimo" gli risposi mentre il primo sorriso dopo una giornata intera mi si apriva sul volto.Jimin non disse niente per un po', tanto che io pensai che si fosse addormentato al telefono, fino a quando non sentii le seguenti parole: "Dio, non sai quanto vorrei essere lì con te a tirarti i capelli mentre ti bacio".
Il mio cuore iniziò a fare le capriole, mentre la mia mente era così concentrata su quella frase che non riusciva a formularne un'altra di senso compiuto.
"Ti ho spaventato?" mi chiese, poi, lui ridendo.
"Assolutamente no. Direi il contrario piuttosto. Sto pensando a delle cose che forse è meglio che tu non sappia" gli risposi io mordendomi di nuovo il labbro inferiore, ma non in segno di nervosismo quella volta...
"Allora direi che è il caso di chiudere qui la conversazione perchè io sono in un luogo pubblico e non mi pare il caso di..." disse lui senza finire la frase.Io mi misi a ridere, dicendogli che ci saremmo visti il giorno dopo e chiudendo la chiamata poco dopo che lui ebbe ricambiato il mio saluto.
Non appena posai il telefono sul comodino mi accorsi di quanto il mio umore era notevolmente migliorato solo grazie ad una telefonata a Jimin.
Non importava quanto male sarei stato. La sua voce, o la sua presenza, avrebbero risolto tutto.E questo mi spaventata un sacco, perchè quando il tuo umore inizia a dipendere così tanto da una persona se la si perde non si torna più quelli di prima.
Lo so perchè è quello che è successo con mia madre.E credevo non sarei riuscito a sopportarlo se fosse successo di nuovo. Ma, d'altra parte, ero anche convinto che con Jimin le cose non sarebbero mai andate male.
Eppure quella paura continuava a perseguitarmi quando ero da solo. Pensavo che se avevo litigato con Tae, ovvero l'unica persona al mondo con cui credevo non avrei mai litigato, avrei potuto farlo anche con Jimin.
Per non parlare della sensazione di panico che mi saliva addosso ogni volta che mi mettevo a pensare a cosa sarebbe successo se lui si fosse accorto che non ero io quello che voleva, come è successo con Shin-Hyo.Rimasi con quel pensiero fisso in testa per ore, ovvero fino a quando non sentii il campanello suonare.
Andai ad aprire chiedendomi chi mai potesse essere, e solo quando vidi il sorriso di Jimin il mio cuore si alleggerì all'improvviso."Ciao. Che fai qua?" mormorai senza togliergli gli occhi di dosso.
"Hai detto che mi volevi qui..." mi rispose lui entrando in casa e posando la giacca.
"Lo so, ma non ci credo che sei venuto veramente".
"Non stai poi così bene, vero?" mi domandò lui non appena incrociò di nuovo il mio sguardo.
Io scossi la testa, senza dirgli, però, quale era il reale motivo che mi stava turbando in quel momento.Lui allora mi fece un sorriso dei suoi, aprendo le braccia e facendomi cenno di raggiungerlo.
Io lo feci all'istante, lanciandomi tra le sue braccia che se fossero l'unica boa in mezzo all'oceano.
Gli posai la testa nell'incavo della spalla e Jimin iniziò ad accarezzarmi i capelli, sussurrandomi parole dolci nell'orecchio e facendomi rilassare ogni secondo sempre di più.
Inutile dirlo, ma di quella paura di prima, in quel momento, non c'era più la minima traccia.
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•Destiny {Jikook}•
FanfictionCOMPLETATA "Sei troppo interessante per lasciarti perdere". E, poi, questo ragazzo è comparso dal nulla e ha iniziato a farmi provare tutto quello che avrei sempre voluto. "In questi quattro anni ti è mai mancata la persona che eri prima?". "Ti meri...