21. Sto già insieme a lui

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JUNGKOOK

Il giorno dopo, mentre mi dirigevo verso l'università con Tae e Jin, mi comportai come se niente fosse successo, scusandomi perchè me ne ero andato dalla festa senza nemmeno essere riuscito a salutarli.
Jin mi rispose che non era un problema ma che, visto che mi stavo ammalando spesso, sarei dovuto andare da un dottore.

Io mi misi a ridere, dicendogli che ci sarei sicuramente andato solo perchè me l'aveva detto lui.
Lui alzò gli occhi al cielo, seguito a ruota da Tae. Quest'ultimo era parecchio silenzioso anche quella mattina.
"Ehy, che hai?" gli chiesi mettendogli una mano sulla spalla.
Lui mi guardò con gli occhi quasi sbarrati per un secondo, ritornando calmo e composto poco dopo e rispondendomi: "Niente. Sto bene".

Io gli feci un sorriso di circostanza, spostando lo sguardo da lui all'ingresso alberato dell'università non appena mi accorsi che aveva risposto debolmente al sorriso.
Non appena procedetti con la mia camminata fino ad arrivare quasi al portone di ingresso dell'edificio incontrai lo sguardo di Jimin.

Inutile dire che mi stava fissando con uno sguardo molto più passionale del solito, ma, credo, che questa cosa riuscissi a vederla solo io.

Continuai a camminare, mimandogli che ci saremmo visti a pranzo. L'unico motivo per cui lo feci era perchè Namjoon era lì con lui e stava parlando gesticolando animatamente, quindi pensavo che gli stesse raccontando una cosa importante. Jimin, però, non lo guardava per niente, perchè occupato ad annuire con la testa a me.

Io gli rivolsi un sorriso, dandogli poi le spalle ed entrando nelle mura dell'università.
Pochi minuti dopo essermi seduto in aula mi vibrò il telefono nella tasca destra del mio cappotto.

Così lo presi, il cuore che batteva a mille dopo aver letto il messaggio.
"Oggi sei bellissimo" mi aveva scritto Jimin.
Io sorrisi all'istante, rispondendogli poco dopo: "Mi pare che tu non sia da meno".
"Dimmi di più..." mi trovai scritto dopo meno di dieci secondi.
Io alzai gli occhi al cielo, facendo un sorriso divertito. "Starei giusto pensando di baciarti e morderti quelle labbra che hai fino a farle diventare rosse".

Non sapevo nemmeno perchè stessi scrivendo tutte quelle cose. Io, solitamente, non ero un tipo così. Ma, con Jimin, potevo essere qualsiasi cosa io volessi.
"Ti aspetto a fine della tua lezione allora".
"Dove?".
"Davanti allo sgabuzzino dove ci sono tutte le cose per pulire del secondo piano. Si da il caso che sia sempre aperto....e che si possa chiudere da dentro".
Io strabuzzai gli occhi, capendo che allora non stava scherzando.
"Va bene" gli risposi mentre una sensazione di calore mi si propagava per tutto il corpo al pensiero delle nostre labbra che si incontravano di nuovo.

Inutile dire che quella fu la lezione più lunga di sempre. Non riuscivo a far altro che a pensare al fatto che, dopo di essa, avrei potuto vedere Jimin e stringerlo tra le mie braccia di nuovo.
Mezz'ora prima della fine della lezione la noia che provavo se ne andò per un attimo quando mi arrivò un messaggio da mia sorella, che diceva: "Ciao ometto. Hai tempo per passare a trovarci oggi?".
Le mie labbra si allargarono in un enorme sorriso. "Certo. Vengo quando finisco lezione" le risposi contento.

Fu in quel momento che pensai che, visto che l'avrei vista, avrei potuto raccontarle di Jimin. Dovevo pur iniziare da qualcuno che pensavo non mi avrebbe urlato addosso, no?
Mia sorella rispose alla mia affermazione con un cuore. Io feci un altro sorriso, mettendo via il telefono poco dopo e ritornando con la testa sulla "lezione".

Fortunatamente, però, il professore decise di finire qualche minuto prima.
Non appena ci disse che potevamo andare misi di corsa tutto nello zaino e mi incamminai verso lo stanzino dove mi aveva detto di andare Jimin, dicendo a Tae e Jin che sarei andato in bagno e li avrei raggiunti qualche minuto dopo nell'altra aula.

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