23. Ti voglio ad un respiro da me

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JUNGKOOK

Due giorni dopo la situazione era "stabile". Se per stabile intendiamo che mia sorella non mi rivolgeva la parola e che i miei due migliori amici non avevano idea che io stessi insieme ad un ragazzo, che oltretutto conoscevano, e mi chiedevano ancora perché non avessi più scritto a Lee-Ha.

Stavamo camminando facendo lo stesso tratto di ogni mattina quando Jin me lo chiese.
"Ma...perché non hai nemmeno scritto a Lee-Ha?" mi domandò all'improvviso dopo qualche secondo di silenzio tra di noi.
"Perché non mi interessava" gli risposi continuando a guardare dritto davanti a me.
"Come fa a non interessarti? È la più bella del nostro corso" mi chiese in tono scocciato.

Io rimasi in silenzio, non pensando nemmeno per un secondo di rispondere a quella domanda, fino a quando Jin non insistette e me lo richiese di nuovo.
Proprio nell'esatto istante in cui aprii la bocca per dirgli di starsene zitto Tae mi precedette, rispondendo a Jin: "Ha detto che non gli interessava. Lascialo in pace. È la sua vita e ne fa quello che vuole".

Io mi voltai verso di lui ringraziandolo in labiale, ottenendo un sorriso da parte sua.
Jin, dal canto suo, è rimasto in silenzio con una faccia arrabbiata fino al nostro arrivo all'università.
Ma, sinceramente, quella era una delle cose che mi preoccupava di meno.

Quella che mi preoccupava di più, in quel momento, era lo sguardo che Namjoon mi aveva appena rivolto, quasi peggiore di quello della prima volta che ci eravamo incontrati.
E da lì dedussi che Jimin dovesse avergli detto tutto.
Li salutai entrambi con la mano, continuando a camminare poco dopo.

Pochi secondi dopo mi trovai già un messaggio sul telefono. "Alle 10.45 allo stanzino" diceva il messaggio.
"Okay. Serve che ti dica anche oggi che sei bellissimo o lo sai già da solo?" gli risposi facendo un sorrisetto.
"Lo so già da solo, ma quando me lo dici tu è molto più bello".

Le farfalle nel mio stomaco iniziarono a muoversi all'impazzata, mentre continuavo a guardare l'orologio ogni due minuti nell'attesa che arrivassero le 10.45.

Non appena questo successe, ovvero due interminabili ore dopo, mi incamminai verso lo stanzino salutando Tae e Jin, diretti a loro volta verso la lezione di un corso che io non seguivo.

"Ciao" sentii pronunciare alle mie spalle non appena misi piede in quel corridoio.
Mi girai di scatto, sorridendo alla vista dei capelli biondi ribelli di Jimin.
"Ciao" gli risposi subito dopo con aria accattivante, avvicinandomi a lui e dandogli un piccolo bacio non appena controllai che non ci fosse nessuno.
Lui rispose al bacio all'istante, iniziando a passarmi le dita tra i capelli.

Fu nell'esatto istante in cui sentimmo qualcuno muoversi dietro di noi che ci allontanammo di scatto, girandoci per vedere chi poteva averci visti.
Ma, poi, lo sguardo sereno di Yoongi mi comparve a qualche metro di distanza.
Lui mi fece un occhiolino seguito da un sorrisetto, mimando il fatto che sarebbe non avrebbe detto niente a nessuno poco dopo.
Io risi e lo salutai con la mano, aspettando che lui rispondesse al saluto e che se ne andasse prima di girarmi di nuovo verso Jimin.

"Quel ragazzo è proprio un personaggio" mormorò Jimin dietro di me dopo qualche secondo.
"Concordo" gli risposi aprendo la porta dello stanzino e chiudendola dietro di me non appena Jimin entrò.
"È quasi sempre zitto comunque" mi disse andando avanti con il discorso.
"Lo so, ma quando parla aiuta tutti..." risposi pensando a quanto mi avesse aiutato quel ragazzo nell'ultimo mese e mezzo.

Jimin rimase in silenzio, guardandomi come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto per qualche secondo, fino a quando io gli chiesi: "Hai detto tutto a Namjoon, vero?".
Lui sbattette le palpebre un paio di volte, quasi per rinsavire dai pensieri che stava facendo mentre mi guardava, e poi mi rispose: "Sì. Da cosa lo hai capito?".
"Dallo sguardo pieno di gelo che mi ha rivolto stamattina".
Lui, in tutta risposta, si mise a ridere, dicendomi poco dopo in tono divertito: "Non l'ha presa poi così male".
"Non sembra" mormorai io con preoccupazione.

Bello da notare che tutti quelli con cui avevamo parlato erano contrari alla nostra storia, tranne Yoongi che aveva cercato di aiutarmi per farci mettere insieme.

"Non sto scherzando. Mi ha detto che devo stare attento perché potresti ferirmi, ma...ha anche detto che sa che mi puoi rendere più felice di Shin-Hyo visto che con te sembro stare molto meglio rispetto a quando stavo con lei. L'occhiata che ti ha rivolto stamattina era per farti capire che se mi farai soffrire te la devi vedere con lui" mi rispose mettendomi entrambe le mani sul petto.
"Sai che non ti farei mai del male..." mormorai abbassando lo sguardo.
"Io sì, ma lui no. Lui pensa che tu sia il menefreghista che ha "conosciuto" il primo giorno. Ma non concentrarti su quello che pensa lui. Ti deve importare solo come ti vedo io" mi disse dandomi un leggero bacio sulla fronte.

"Sono così insicuro...come fai a sopportarmi?" gli chiesi poco dopo spostandogli il ciuffo biondo da davanti agli occhi.
"Perché le tue insicurezze te le bacio da quanto sono belle".

Quella frase mi ha fatto sciogliere. Era esattamente tutto quello che volevo da una persona. Anzi, non da "una persona". Solo da Jimin.
"Ti sento dentro come non mi era mai capitato con nessuno" gli dissi dopo un po', facendolo sedere sul tavolo ed iniziando a baciargli il collo per svariati minuti.
"Quando lo dirai a Tae e Jin?" mi chiese non appena mi allontanai un po' da lui.
Io abbassai lo sguardo, dicendo: "Non lo so...".
Lui mi alzò il mento con due dita, rispondendo: "Ti voglio ad un respiro da me anche quando siamo in pubblico. Non voglio poterti baciare e sfiorare solo quando siamo da soli. Non è quello che vuoi anche tu?".
"Certo".
"Ed allora glielo devi dire" concluse lui in tono ovvio.
"Lo so bene, credimi. Ma...visto come ha reagito mia sorella ho paura di come possano reagire loro, Jin soprattutto" gli risposi alzando le spalle per cercare di chiudermi un po' in me stesso.
"Sto iniziando a pensare che io sia il tuo segreto e non il contrario" mi disse in tono divertito. 

Peccato che non c'era niente di divertente in quelle parole.

"No che non lo sei. Non lo sarai mai" gli risposi guardandolo con aria seria.
"E quindi?".
"E quindi domani ne parlo con Tae. Promesso".
"Io domani vado a trovare mio padre a Seoul...altrimenti sarei stato con te mentre gli dicevi tutto" mi disse in tono triste.
"È una cosa che devo fare da solo...quindi che tu non ci sia non è un problema" gli risposi alzando le spalle.
"Guarda che io ci tengo alle promesse, eh" mi avvertì lui puntandomi l'indice addosso con fare scherzoso.
"Anche io. Per questo prometto poche cose" gli risposi prendendogli il dito con la mano e spingendolo lateralmente, baciandolo di nuovo poco dopo.

Se in quel momento avevo paura di quello che sarebbe successo? Da morire. Ma...lui valeva il prezzo da pagare. Jimin lo sarebbe sempre valso.

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