L' aria, profuma da gelsomino: sento la bocca impastata e un mal di testa che invita la nausea a darmi il buongiorno.
Continuo a tenere gli occhi chiusi, sento una strana sensazione di contatto diretto tra la pelle e le lenzuola. Non ho proprio voglia di aprire gli occhi, mi sento come se un bus mi avesse investito in pieno: penso a quanto Julia sia stata meschina a farmi recapitare tutti quei giri di drink, e io stupida ad accettarli.
Sotto le coperte mi sento molto libera nel movimento: troppo libera ma è talmente piacevole sentire le lenzuola riscaldate dal mio corpo che al momento mi godo quel tepore.
Sono nuda. Me ne accordo massaggiando la pancia per cercare di darmi sollievo dalla nausea: apro gli occhi di scatto e il soffitto illuminato dalla luce soffusa delle prime luci dell'alba non è di certo quello della mia stanza.
Mi tocco un po dappertutto per confermare ulteriormente di essere veramente nuda, mi giro lentamente intimorita nel vedere chi c'è al mio fianco: sorpresa ma forse confortata di Keyline. Nuda pure lei.
« Cazzo.» esclamo a bassa voce entrando nel panico.
Mi guardo in giro giusto per capire se siamo solo io e lei, o se a questo spogliarello improvvisato si è invitato anche qualcun altro. Ma a quanto pare siamo sole.
Almeno su questo, tiro un sospiro di sollievo: ma che cazzo è successo?! Mi sarei sicuramente accorta se mi avesse drogata. Credo. Suppongo almeno.
Ho dei ricordi frammentati che vanno dal brindisi, a Keyline che chiama un taxi e mi invita da lei: dannazione, il bacio che gli ho dato dopo lo ricordo benissimo. Volevo ringraziarla per la serata, e per essersi resa disponibile a non avermi lasciato in balia di un taxi sola e ubriaca: ma devo aver sbagliato direzione, puntando direttamente alla bocca.
Ad ogni modo, il dopo è tutto un po confuso: faccio fatica a ricordare o forse, non voglio ricordare. Mi alzo molto lentamente, lei sta ancora dormendo e non voglio di certo svegliarla: mi sento alquanto a disagio, quindi ogni tipo di confronto al momento mi farebbe sotterrare dall' imbarazzo.
I miei vestiti fortunatamente sono sparsi per la stanza, cammino nella penombra in cerca delle mie cose in modo tale da uscire da quell'appartamento il prima possibile.
Cavolo io e Keyline forse, abbiamo fatto sesso e io non ho ricordi di come siamo passate da una serata di bevute ad essere entrambe nude sul letto. Tutto e dico tutto, avrei pensato di fare una volta arrivata a Los Angeles, ma mai, mi sarei aspettata che qualche bicchierino di troppo mi portasse ad andare a letto con una donna.
Quando esco, le prime luci dell'alba mi investono il viso e guardando l'orologio, evidentemente l'unica cosa evidentemente che mi è rimasta addosso ieri sera: mi rendo conto che è ancora troppo presto per iniziare la giornata. Almeno per la prima volta sono riuscita a svegliarmi in anticipo. Non sono estranea a Los Angeles, ma ci sono zone che ancora fatico ad orientarmi, ma nata in un epoca dove esiste il cellulare e google maps, non mi ci vuole molto a capire la mia posizione e chiamare un taxi fornendogli indirizzo e via: tutto molto fantastico, se non fosse che la sfortuna però e l'ultima a morire, accorgendomi a palpazione terminata di aver lasciato il mio Iphone nell'appartamento di Keyline.
Io, e la mia maledetta fretta.
Tornare da lei non ci penso proprio: non ora che mi sono prestata con tanta cura, di evadere da quell' appartamento come una criminale che scappa da una scena del crimine.
« Cazzo!» esclamo decisa guardando il portone di ingresso « Eh va bene, lo recupero in un secondo momento.» mi convinco iniziando ad incamminarmi verso una direzione che al momento mi sembra più conveniente, nella speranza di trovare qualche buona anima che mi presti un telefonino per poter chiamare un taxi. Fortunatamente nelle grandi città, qualcuno di sveglio a qualsiasi ora lo trovi sempre: di certo non ho l'aspetto di una persona seria che ha per sbaglio dimenticato il telefono a casa, ma anzi sembro più una drogata che si è svegliata nel ciglio della strada. Ad ogni modo riesco comunque a recuperare un telefono e farmi venire a prendere.
Una volta a casa mi fiondo diretta in doccia: al mercoledì il ristorante per fortuna resta chiuso per pranzo, ma io e Natasha dobbiamo comunque recarci a lavoro per aiutare la Tolman a scaricare la merce alimentare dal camion e pulire a fondo tutto il locale. Il risveglio è stato alquanto traumatico, è per quanta voglia ho ancora di dormire non riesco a non pensare a Keyline e come recuperare il mio dannato telefono.
Mi prendo un aspirina e mi getto come una foca a letto, provando a sforzarmi nel ricordare a come ho potuto andare a letto con una donna dimenticandone i dettagli: come fanno due donne, a fare sesso?
Magari l' alcol ci ha portato ad avere più caldo del previsto, e senza renderci conto ci siamo un po 'troppo spogliate, o io mi sto solo facendo castelli in aria a vuoto.
Keyline non mi avevano fatto una brutta impressione, non credo che per quanto gay possa essere, si sia spinta ad approfittare del fatto che non ero pienamente lucida: imposto la sveglia nell'orologio, sperando di addormentarmi quel che serve per non andare dalla Tolman come uno zombie.
Quando arrivo al ristorante, il mio aspetto non è migliorato di molto, e Natasha quando mi viene incontro coglie da subito il mio status post sbronza:
« Cavolo Reynolds! ma ti ha preso sotto un auto?»
« Lascia stare! Anzi no...» ci ripenso « Mi presteresti il cellulare?» Gli chiedo togliendomi gli occhiali da sole, mostrando tutto il mio viso reduce da una notte di fuoco. Natasha mi guarda perplessa, è consapevole che farmi qualsiasi domanda dentro il locale con la Tolman che osserva, porterebbe quest'ultima a rendermi la giornata più pesante di quella che già la mia faccia mostra.
« Mmmh...» mi giudica con lo sguardo « Fuori.»
Usciamo nel retro del ristorante: Natasha è stata la prima persona che credo posso dare l' aggettivo di amica da quando mi sono trasferita, per quanto il suo atteggiamento da diva, la sua personalità ferma e decisa, non mi abbia attirato molto inizialmente. Ma l'ho ammirata da subito, dato che lei non fa parte di quel rango di persone che pur di piacere agli altri deve mostrare una facciata di se che non combacia con la sua personalità: se gli piaci bene, se non gli piaci non sormonta tanti giri di parole per fartelo capire; è diretta nel dirti cosa pensa, che a te faccia piacere o meno le parole che usa.
« Allora si può sapere che hai combinato?» Mi chiede accendendosi una sigaretta. « Perchè vuoi il mio telefono? Il tuo dov'è?»
« Ieri sera mi sono ubriacata...» inizio « Temo di aver fatto sesso con...» cavolo, non riesco nemmeno a dirlo « ...con qualcuno.»
« Cazzo Sam! e fai sta faccia da funerale per un po di sesso?»
« No...! Cioè...insomma...» giuro, di non aver mai avuto difficoltà a parlare con qualcuno come ora: non che mi vergogni anzi, sono sempre stata una persona di mente aperta. Si, quando però si tratta della vita degli altri.
« Cavolo c'è l'aveva piccolo?! Dio mio! Allora in caso capisco. Secoli che non vai a letto con qualcuno e ti capita pure il poco dotato...che sfiga.» Commenta da sola Natasha in attesa di una mia reazione.
« Non c'è l'aveva proprio.» commento pensando all'anatomia femminile.
Lei mi guarda allucinata. -« È obeso?!»
« No!» gli rispondo secca « Ad ogni modo mi son svegliata nuda nel suo letto e sono scappata. Il colmo è che ho lasciato il mio cellulare nel suo appartamento! Mi serve il tuo per chiamarmi.»
« Ma chi è? Lo conosco? Come fa un uomo a non avere il pisello?!»
« Possiamo sorvolare sul chi è? Ti prego.»
« È un divo di hollywood?! Dio Sam, sai che so mantenere i segreti!»
« Natasha! Il telefono!»
« Reynolds dimmi chi è o niente telefono! La Tolman ci sta aspettando e se vuoi gli dico che ti presti il suo!» mi incastra consapevole di avere in un pugno la situazione.
Messa con le spalle al muro, non posso far altro che dire come stanno le cose:
« Non ha il pisello perchè ho fatto sesso con una donna! Almeno credo... Perchè non ho la più pallida idea di cosa abbiamo fatto sotto le coperte! Mi son ritrovata nuda nel suo letto, sono sicura che è successo qualcosa e io...Invece di aspettare e approfondire i dettagli, mi sono alzata e sono scappata finché lei ancora dormiva. Ma cazzo ho dimenticato il cellulare a casa sua.»
« Tornare per riprenderlo?»
« Mi vergognavo troppo.»
Che poi onestamente, in tutta questa faccenda la cosa che mi urta di più, e proprio quella di essere scappata come una maleducata.
« Cavolo Sam!» comincia ad elaborare Natasha « Quanto figa sei?! Hai tutti i clienti del ristorante che ti darebbero volentieri una scopata... Ti lasciano mance, da far venire i capelli bianchi ad Adriana, e tu che fai? Vai a letto con una donna?»
« Grazie per l'entusiasmo.» ribatto indecisa se vuole invitarmi di più a farmi una risata o a farmi piangere.
« Sei gay?»
« No!»
Ma lei alza le spalle, cercando di capire la dinamica « Bisessuale?»
« Nemmeno!» ribatto « Dammi quel dannato telefono! Ti prego.»
« Ho poco credito! quindi cerca di non fare una telefonata troppo lunga! Ti sei drogata?»
« No!»
« Allora mi spieghi come mai sei finita a letto con una donna?»
« Ero ubriaca» ribadisco dando la colpa all'alcool.
« Io non finisco mai a letto con donne. Ubriaca e sobria.»
Sbuffo scocciata.
« Non dire niente alla Tolman ti prego.» Gli dico prendendo il suo iphone.
« Alla prossima serata all'Hollywood avanzo un drink per il telefono, e un altro per mantenere il segreto.» esordisce terminando la sigaretta « Ma se puoi vuoi fare sesso anche con me, sappi che farò la principessa nel lasciare a te tutto il grosso del lavoro!» dileguandosi dentro il locale.
Sono le undici passate, dove sicuramente amche Keyline si sarà già svegliata, avrà trovato il letto vuoto, ma sicuramente il mio cellulare: che protetto da password, difficilmente poteva avere la possibilità di chiamare qualche contatto.
Faccio un bel respiro, per quanto non fumi, ora come ora, una sigaretta me la farei: io e la mia maledetta fretta. Se non avessi dimenticato quel dannato iPhone, che mi porto sempre appresso con tanto amore, la situazione sarebbe decisamente diversa: non cambierebbe il fatto che mi sarei dileguata comunque al mio risveglio, ma avrei avuto il tempo per meditare sulla faccenda.
Il telefono squilla per qualche secondo:
« Pronto..?»
« Keyline sei tu? Ovvio che sei tu. È il mio telefono che tieni tra la mani.» mi rispondo sentendomi una stupida.
« ciao Samantha.»
« Ciao...» fortemente imbarazzata, mi sento di colpo priva di qualsiasi modalità per proseguire la frase.
« Avevo guardato se il ristorante era aperto per portartelo. Ma in internet c'è scritto che di mercoledì siete chiusi. Vuoi che ci incontriamo da qualche parte?»
Non so perché, mi sarei aspettata di dover dare qualche spiegazione in merito alla mia fuga, invece dall' altro capo del telefono Keyline sembra abbastanza tranquilla.
« Se vuoi passo io in clinica.»
« Perfetto! Anzi ti ringrazio, che sono molto occupata oggi.» La sento sospirare, come se volesse continuare la frase e chiedere qualcosa. Io resto in silenzio e dopo una manciata di secondi riprende parola.
« Samantha è tutto apposto? Mi è dispiaciuto non trovarti stamattina, sai...Una cucina con del buon caffè, potevo prepararlo pure io.» afferma dispiaciuta.
« Mi dispiace, non volevo apparire maleducata.»
« E per ieri sera?»
« No...» cercando di non fingere il contrario. « Penso che non berrò più per un bel po '! Ma preferisco parlarne a voce se non ti dispiace, il telefono non è mio e la proprietaria mi rimprovera se gli consumo il credito...»
« Certo va bene!» poco convinta riaggancia fornendomi l'indirizzo, e una possibile ora dove potrebbe ritagliarsi qualche minuto di pausa. Quando rientro al ristorante e restituisco il cellulare a Natasha, la Tolman mi fissa con il suo impeccabile sguardo da segugio:
« Reynolds per carità ha la faccia di un morto! Si sieda e si faccia un tè»
« Sto bene grazie.»
« Insisto! E mangi qualcosa! Non l'ho assunta per vederla in queste condizioni. Si può sapere cosa le è successo?»
La risata silenziosa di Natasha, cattura l'attenzione della datrice.
« Ho avuto una nottataccia.»
« Ha bevuto?!»
Rimango in silenzio. Colpevole di aver alzato un gomito che non avrebbe dovuto essere sforzato.
« Riesco a lavorare.»
« Me lo auguro.» mi rimprovera con lo sguardo senza indagare troppo.
Per quanto l' idea di mangiare mi faccia venire il voltastomaco, mi tocca obbedire o passerò le restanti ore con Adriana che mi perseguita per tutto il locale. Le sue attenzioni non mi infastidiscono sempre, per quanto talvolta mi salti la voglia di commettere un omicidio nei suoi confronti: la lei su certi aspetti è sempre meglio di mia madre.
Non ho un solo ricordo, che la leghi a me in un momento di interesse comune riguardo a qualche situazione che stavo vivendo: mia madre è una donna troppo impostata e rigida verso il mondo. Donna fortemente di chiesa, è legata all'etichetta dell' immagine che la gente nutre nei confronti della nostra famiglia; immagine però che non combacia con la realtà dei fatti. Nel tempo ho smesso a chiedere pareri o consigli: ciò non toglie che per lei non provi comunque dei sentimenti, alla fine è pur sempre mia madre; ma più di una volta mi son soffermata a pensare, che forse potrei essere figlia di qualcun altro o essere stata addirittura adottata, per quanto la loro ferrea educazione mi abbia comunque portato a distinguermi.
Avete presente quelle situazioni che aspettate con ansia veder arrivare il momento tanto atteso, dove il tempo sembra scorrere veloce, ma anche, molto lentamente?
Bene, la mia mattina sta andando alquanto lenta. Voglio poter togliermi questo pensiero dalla testa, voglio poter chiedere a Keyline cosa abbiamo realmente fatto: ma soprattutto, se l'abbiamo fatto. Son consapevole delle mie azioni: partendo dal presupposto che l'ho baciata per prima. I miei vestiti sparsi per la stanza dava l'impressione a una lenta marcia di spogliarello in direzione del letto.
« Hey Sam! quando recuperi il cellulare chiamami! E poi...Donna o uomo l'importante è che tu abbia fatto sesso! Insomma...Eri un po nervosa nell'ultima periodo.» Mi dice Natasha prima di salutarla a termine lavoro.
« Non sono nervosa!» Le rispondo mentre aspetto l'ennesimo taxi.
« Come si chiama?»
« Chi?»
« Cazzo Reynolds! Ma come chi!!»
« Keyline...» ammetto.
« Vedi... Almeno quello te lo ricordi!»
« Credo che non sia l'unica cosa che ho dimenticato, a parte il telefono.»
« Non ho mai dimenticato nessuna scopata che ho fatto. Per me ti stai solo facendo delle paranoie, insomma con o senza pisello, ti ricorderai se qualcuno o qualcosa ha toccato ed invaso la tua zona di comfort!»
Cerco di sforzarmi, scuotendo la testa, sicura di non aver sentito nulla.
« Cazzo ma quanto hai bevuto?!»
« Troppo.» affermo prima che il taxi parcheggi. « Ti farò sapere...»
« Ovvio Reynolds! Guarda il lato positivo? Almeno non hai pure il pensiero di essere nel rischio di trovarti addirittura incinta!»
Sorrido e salgo. Pronta ad affrontare Keyline, e le
conseguenze di quella serata alcolica.
STAI LEGGENDO
Teach me to stay 🌈
RomanceUn'ironica coincidenza dà inizio ad un sentimento nuovo e mai provato prima, un sentimento che stravolge, che pone la vita di fronte a infiniti dubbi e alla propria verità. Ed che così che senza preavviso, ma in un modo naturale e passionale, viene...