Capitolo 9: Ricominciamo da dove?

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Quel "no" risuona nella mia testa come un eco prolungato, continuo a fissare Samantha aspettando che mi dia qualche risposta che forse nemmeno lei evidentemente sa dare.
« È stata una domanda piuttosto diretta!» la stuzzico per vedere la sua reazione.
« Come la tua risposta del resto. Scusami se non ho avuto tatto ma non riuscivo più a tenermela dentro.»
« Non ricordi nulla?» gli chiedo stranota. Ubriache va bene, ma incoscienti del tutto. Mi sembra esagerato.
« Ho ricordi frammentati. Onestamente non so cosa abbiamo fatto. Cioè io.... Non voglio fare l' ignorante in materia in merito a come fanno sesso due donne, ma tra che ero veramente ubriaca e tra che ho fatto una cosa del tutto nuova per me...non so cosa ho fatto."
« Vediamo...» elaboro la sequenza « Mi hai baciato. Mi hai tolto la maglia. Mi hai baciato nuovamente...! Sono caduti altri vestiti a terra, e m'hai baciato nuovamente...» le rispondo quasi ridendo, in quanto cerco di trattenermi nel non ridergli in faccia alla vista il suo viso imbambolato. « Il portarti in camera è stata colpa
mia.»
« Sempre e solo in bocca...?»
« Mmmh...» sogghigno guardandola divertita
« Lo trovi divertente?» Mi risponde facendo finta di essere offesa, anche se accenna un sorriso.
« Un po! Cioè è imbarazzante non trovi? Doversi raccontare il cosa si è fatto quando entrambe facciamo finta non aver fatto nulla!»
« Però mi hai portato in camera! Quel passaggio non lo ricordavo! Al come ci sono arrivata senza conoscere casa tua.»
« È stata una scelta comoda! Mi sembrava scortese tenerti vicino al bagno.»
« Divano?»
« Troppo lontano...» commento sicura « Sembravi avere fretta.»
« Davvero? Il sesso mi piace lento.»
Mi metto a ridere, accorgendomi di essere guardata.
« Soprattutto nella fase nella fase dello spogliarello!» ribadisce.
I piatti intanto arrivano al nostro tavolo e per quanto l'argomento sia scottato, non mi son mai sentito così tanto a mio agio con una estranea.
« Forse dovresti iniziare a valutare al meglio come l'alcol inverte i tuoi gusti.»
« Forse...»
« Comunque per tenermi tranquilla...! ci siamo solo spogliate e baciate, coccolate...»
« Coccolate?!» mi chiede sorpresa.
« Coccolate!» confermo « Ma da parte mia ti posso assicurare che la tua zona X, non lo nemmeno sfiorata.»
Samantha accenna una risata e manda giù il boccone prima di prendere parola.
« La chiami zona X?»
« È un modo carino e poco volgare.»
« Cazzo!» esclama con la bocca piena « Vorresti dire, che io... La tua zona X?» poi lo ricorda « Oh mamma.» immobilizzandosi sul tavolo.
« Veramente non lo ricordi?» io al contrario, lo ricordo benissimo. Forse più di tutto il restante della scena.
« Forse ero concentrata a pensare al vasto della situazione, che mi sono soffermata nei dettagli...!Oddio mi dispiace!»
« Ti dispiace per cosa?» domando « Non è stato un vero preliminare, mettiamola così. Hai semplicemente tastato il terreno, forse che ne so...Volevi accertati che non ero un uomo vestito da donna?»
« Forse...» ripete per la seconda volta.
La faccia di Samantha esprime il suo disagio e forse capisco cosa sta passando: io mi son sentita quasi subito di non essere come tutte le altre ragazze che sbavano dietro ai giocatori di football, ma al contrario loro, io puntavo altro. Ma io sono io, e ho affrontato quel passaggio consapevole da subito chi e cosa volevo. Posso forse comprendere che per Samantha, sia diverso e la sua fuga prende ora una piega diversa.
« È per questo che sei scappata?» ora sono io a essere diretta « Perchè eri a letto con me?»
« Non sono gay! Cioè... mi dispiace per quello che è successo, l'alcol mi fa dei brutti scherzi. Ho sempre avuto uomini nella vita.» Mi dice diretta quasi come se le parole gli fossero uscite senza prima averle pensate « Non voglio illuderti in qualcosa.» altrettanto diretta.
« Tranquilla! Allora facciamo finta di ricominciare da capo. Piacere Keyline Rodriguez» sebbene sento una fitta allo stomaco con quella frase appena espressa freddamente.
« Keyline! Questo non cancella quello che è successo... quindi non voglio ricominciare da capo e cancellare niente.» mi sorride.
« Ti ringrazio.» le sue parole mi fanno piacere, anche se nel dentro sento che stavo iniziando a fantasticare qualcosa: maledetto segno del cancro.
Sospiro, perdendo la voglia di mangiare.
« Fino a che ora lavori?» Mi chiede interrompendo il mio pensiero.
« Non ho orari.» esclamo sincera « Mattina, pomeriggio e anche notte. Dipende... Resto reperibile. E ultimamente nella maggior parte dei casi vengo chiamata spesso anche quando dovrei riposare. Come mai?»
« Potremo tenerci in contatto se ti va. Stasera lavoro anch'io. Ma non sono al bancone a fare drink... ma a servire. Posso mandarti qualche messaggio ogni tanto.»
« Mi lasci il tuo numero?» Le chiedo stupita, e lei mi fa cenno di dargli il mio telefono, guardandola subito digitare il numero e salvarlo.
« Perchè lo fai?»
Samantha alza le spalle, indecisa.
« E perchè no? Mi sono trasferita da poco. Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a tornare a casa se capitasse che un altra donna mi ubriaca.»
Gli sorrido.
« Come mai non hai voluto chiamare nessuno? Insomma... è stato azzardato accettare il mio invito. Potevo essere realmente una killer.»
« Jim me lo avrebbe detto!» afferma « E chi avrei dovuto chiamare? Non conosco nessuno.»
« Tua nonna?» gli chiedo incerta cercando di ricordarmi in quel farfugliamento di parole, se avevo capito giusto.
« Mia nonna?» si interroga, poi ci pensa e scuote la testa « Ho bevuto troppo.» termina tagliando il discorso.
Non riesco a terminare il pranzo che il telefono di lavoro suona.
« Lucy...» che mi accenna di un incidente con le gabbie e un paio di animali liberi per la clinica. Samantha si mette a ridere. Alza la mano per richiamare un cameriere e si fa portare il conto.
« Questa volta pago io.» alzandosi e stirando il corpo rilassato.
« Non posso accettare! I drink di ieri sera...» poi ci penso « Cazzo! Siamo uscite senza pagare!»
« Ho pagato io. Anzi, stasera pagherò io. Julia li avrà sicuramente anticipati.»
« Dimmi almeno quanto hai pagato che ti rendo la metà!» Le dico prendendo la borsa.
« Keyline!» mi rimprovera con la voce « È il mio modo per chiederti scusa, e ringraziarti per l'ospitalità.» si mette a ridere « Per non avermi fatto dormire per terra. Nuda!» esclama « Vai a salvare animali dottoressa!» accompagnandomi all'uscita.
« Grazie.» rimango ferma ad aspettare che chiami un taxi.
« Ci sentiamo...ok?!» sale in macchina e scompare nel traffico.
Aspetto che sia lontano, e mi precipito a cercare quel numero di telefono. Mi sento ancora un adolescente, in cerca per verificare che abbia realmente scritto il suo numero, e quando lo trovo non ho bisogno di ulteriori conferme, perché lei mi anticipa.

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