Capitolo 15: Un punto e una virgola.

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Una domanda semplice.
Glie la chiedo, ancora con il cuore che esulta dentro di me, agitato per aver appena eliminato dalla mia vita la mia ex, emozionato per quello che è appena successo tra me e Samantha.
« Ben... non potevo di certo dirle che sei un amica, e poi baciarti.»
« Già...» esclamo pensierosa « E siamo amiche?»
« Adesso proprio non lo so.» sorride.
« Mi hai baciato!»
« È stato impulsivo.» si difende « Qualcuno mi ha consigliato di pensarci un po meno.»
« Consiglio intelligente!» affermo ringraziando il cielo in quella buona anima che le ha suggerito di buttarsi.
Raccolgo la sportina che ha fatto cadere a terra, mentre lei si avvina « Spero siano ancora buoni...»
« Sono solo caduti. Il sacchetto è integro.» la tranquillizzo appoggiandoli al tavolo.
« Cosa devo fare con te?» gli chiedo diretta « Non sei gay, ma hai voluto venire a dormire a casa mia. Poi provi a baciarmi, ti dichiari nuovamente etero, ma adesso mi baci davanti alla mia ex.»
« Tu cosa vuoi?» contratta la mia domanda.
« Baciarti Sam.»
La guardo dritta negli occhi e lei ricambia sorridendomi, facendo cadere reciprocamente il nostro sguardo sulle reciproche labbra. Ho voglia di lei, ora più che mai che il nostro rapporto ha trovato finalmente la virgola giusta per proseguire e vedere se il destino ci ha fatto incontrare per un motivo preciso. Mi avvicino e la bacio.
Il cuore sussulta, la mente naviga ma la bacio piano, ricercando una complicità che deve farmi capire di essere ricambiata.
Samantha si lascia trasportare, mi afferra la maglia e si avvicina con il corpo: da li a poco diventa passionale, tanto che mi spingo a cercare la sua lingua.
Io, Keyline Rodriguez che per google ero una depressa cronica, forse ha trovato l'amore della sua vita. Va bene, un po esagerata come frase, ma giuro nell'affermare nuovamente che io e lei non sembriamo così estranee. Perdendo la cognizione del tempo, mi faccio trasportare così tanto, che quando riapro gli occhi leggermente mi rendo conto di essere a lavoro.
« Sam...» Mi stacco piano, lei mi riaggancia vogliosa, quasi non volesse staccarsi « Sam...» ci ritento distanziandomi con il viso, mi guardo in giro « Non siamo a casa.» le sussurro.
« Ops.» esclama rendendosene conto.
La guardo negli occhi, ci mettiamo a ridere imbarazzate.
« Nessuno mai ha lottano tanto per me, come hai appena fatto tu oggi.»
« Nessuno mai... mi ha spinto a fare tanto per qualcuno, come quello che ho fatto per te oggi.»
La sua dichiarazione è così sincera che senza volerlo sento gli occhi commuoversi facendomi ripartire la voglia di baciarla nuovamente: le sua labbra sono così morbide, e ora che finalmente sono mie, sono sobrie e senza alcol, vorrei restare ferma in questa situazione per molto tempo.
Ma peccato che la porta dell'adulatorio si apra, preceduta da dei tocchi di pugno, fa sbucare giusto in tempo, il viso di Lucy leggermente imbarazzato:
« Key! Fuori c è il pienone!» Commenta con in filo di voce
« Arrivo! Sono pronta!» Le dico ricomponendomi « Dammi cinque minuti.» cerco di stare seria, sebbene la sua tempestività ad entrare e la nostra troppa e intima vicinanza, ci abbia solo concesso il tempo necessario per staccarci.
« Posso restare a fare la tirocinante?»
« Se non hai niente da fare, un po di compagnia non mi dispiacerebbe!» le rispondo « E poi sono troppo emozionata ora, per lavorare in modo razionale.»
Samantha si mette a ridere.
« E al tuo capo non darebbe problemi?» indicando la porta con Lucy, che scalpitante sarà agitata per il mio tempo prolungato chiusa qua dentro.
« Il mio capo sono io... e Lucy! E non penso le dia problemi.» spero almeno.
« La clinica è tua?!»
« Non proprio » tentenno « Ma ho comunque potere decisionale.» mi vanto.
« Quindi vorresti dirmi che sono la ragazza del capo...?» Commenta Sam avvicinandosi e dandomi un tenero bacio su un lato della bocca.
« Se sapevo che ti emozionava così tanto, era meglio dirtelo subito!»
Mi strizza l'occhio, si da una spettinata ai capelli sistemandoseli tutti in un lato e mi fa cenno di aprire la porta
« Tu lavorerai stasera?» Le chiedo tanto per farmi ritornare al presente, e ricordarmi che non sto vivendo un sogno.
« Purtroppo si! quindi ti tengo compagnia finché posso, e poi scappo.»
« Scappi sempre dopo ogni bacio?» Dio mi perdoni, se in questo momento, vorrei sottrarmi dal mio obbligo di dottorato e finire questa giornata in un altra maniera e approfittare di queste ore a disposizione con lei. Ma il dovere chiama e quindi posso solo fare un lungo respiro di rassegnazione, spiegandole come gestiremo il teatro. La gente quando entra, poco interessata a chi sia Sam, mi da modo di lavorare senza dare troppo nell'occhio: la recita funziona bene, io e Samanta siamo talmente coordinate che sembra realmente che lei sia la mia assistente. Ovviamente non gli faccio fare niente di troppo medico, lasciandomi aiutare in manovre banali come passarmi del materiale o tenere fermi i gatti agitati la dove, il proprietario è di poco aiuto. « Devo dire... che se non fosse che la prima sera al locale, che mi hai raccontato dei tuoi progetti per il futuro...ti chiederei realmente di pensarci!» esclamo sicura della mia affermazione « Lo sai che ci sai proprio fare!» le dico non appena esce un cliente dall'ambulatorio.
-" A fare il veterinario? Onestamente no... ho avuto solo un coniglio fino ad ora, e un acquario con dei pesci.»
« Io ribadisco, che per quello che ho visto oggi, potresti veramente pensarci!» Sorrido ironica « Non mi dispiacerebbe avere una collega tutta per me...»
« E non ti stancheresti poi di me? Avermi sempre attorno...?»
Ci rifletto « Non penso.» rispondo romantica « Ma non lo escluderei! Non stai zitta un secondo.» di fronte alle mille e mille domande, che ha continuato a farmi.
« E mi sono pure trattenuta!»
La vedo iniziare a sistemarsi per ritornare al ristorante, e prima che se ne vada chiudo la porta dell'adulatorio prendendomi cinque minuti di pausa.
« Samantha... io devo chiederti una cosa prima che tu vada.» le chiedo cercando di tenere un tono che non la faccia preoccupare, ma per quanto possa essere felice di questa giornata, la parte ansiosa e insicura del mio carattere mi sta tempestando di domande su di me e lei. Lei si ferma, mi guarda, e sospira.
« Poco fa... È stato bello! Non lo nego. Ma sicura di quello che stai facendo?»
Samantha si ferma e riappoggia la borsa a tracolla nella sedia « Penso di si. Per te sarebbe un problema? Non voglio sembrare incoerente, anche se lo sto dimostrando.»
« Ma sono una donna Samantha!» lo esclamo come se fossi in dubbio pure io della mia sessualità « Cioè oddio aspetta!» mi scappa una risata per la mia partenza banale che non vuole affermare che avessi dubbi che Samantha pensasse il contrario, e anzi penso che per quanto sia gay, il mio stato di donna sia sufficientemente evidentemente al contrario di tante altre lesbiche convinte. « Voglio essere certa che tu ti senta sicura di intraprendere una relazione con una donna...»
« Lo so che sei una donna!» sorride « Credo di averlo accurato quando ti ho palpato la zona X! Ma sei una persona. Non mentivo quando ti ho detto stamattina che mi piaci!»
« Ma non sei gay.» meglio specificarlo.
« Bisogna per forza esserlo?»
La domanda mi lascia a bocca asciutta.
« No...» affermo imbarazzata.
« Quindi sono sicura, non sono gay!» ribadisce con la stessa convinzione « Ma voglio provarci. A esserlo. Con te.» avanza di un passo « Quello che voglio dire è che con te mi sento un altra persona... Magari lo son sempre stata, ma non gli ho mai dato l'occasione di venire allo scoperto. Tu hai credito di essere sei gay per colpa dei tuoi fratelli, io invece suppongo che sono alla ricerca di una figura femminile che mi appaghi, per colpa di mia mamma.» afferma « Ma se ci sono nata, allora sento il bisogno di scoprirlo con una persona che mi tiene al sicuro.»
« Ho solo paura di rimanere scottata ancora.» le dico con un filo di voce abbassando lo sguardo « Non sono brava in questo genere di relazioni. Non sono così indifferente alle emotività! Anzi... sono che donna pretenziosa, sognatrice. Se mi baci oggi, lo devi fare anche domani e dopo domani. Se ti piaccio ora! Non puoi cambiare idea entro sera... non so se spiego.» perchè l'indecisione è la peggio tortura che potresti far provare a chi, al contrario è sicuro di ciò che prova.
Samantha si avvicina, torna ad un palmo di naso dal mio.
« Non sono mai stata una donna che parla per dare aria alla bocca. Se dico di voler intraprendere questa storia con te, è perchè sono sicura! Ovvio... non posso prometterti amore eterno da oggi, dato che siamo oneste... ci conosciamo da tre giorni!» Mi dice sorridendomi « Ma per ora mi piaci e ho intenzioni serie e in questo voglio rassicurarti. Ho voglia di conoscerti, di viverti e al dopo... Vediamo semplicemente come va!»
Annuisco insicura, Samantha si avvicina e mi stampa un bacio.
« Va bene.» cerco di convincermi.
« Ma se non vuoi lo capisco.» cerca di rasserenarmi, sebbene il tono dispiaciuto, descrive la sua voglia di impegnarsi.
« Puoi baciarmi?» gli chiedo.
« Posso baciarti.» si avvicina.
« Poi ti faccio scappare a lavoro.» esclamo prima che le sue labbra incontrano le mie. Un bacio sobrio, frettoloso ma dolce.
Accompagno poi Sam alla porta d'ingresso, che mi assicura di aver prenotato il taxi che l ha portata in clinica ancora prima di scendere e poi entrare. Il tassista indaffarato a fumarsi una sigaretta, non sembra per niente frettoloso a partire.
« Occupi il posto a George anche stasera?» gli chiedo invitandola a casa.
« Se vuoi.» mi risponde « Non ho gatti, ma un letto con due cuscini li ho pure io.»
« Sarà offeso, l'ho dimenticato a casa stamane. Non posso lasciarlo da solo fino a domani. Troverò comunque un modo per farmi perdonare... Ma preferisco venga tu.»
Lei si mette a ridere, guarda il tassista che sale in auto, pronto a partire.
« Eh va bene.» sospira
« Allora...ci vediamo stasera.» incerta sul da farsi, mi punta nuovamente le labbra. Rimango ferma, guardandola avvicinarsi, finisce però con il stringermi in un breve ma caloroso abbraccio.
Quando rientro, getto l'occhio su Lucy, sorrido, alzo gli occhi al cielo, mi scuso per la lunga attesa e mi dirigo all'ambulatorio.
« Adesso tu! Molto brevemente mi racconti tutto!» Mi implora appoggiando sul tavolo di ferro un pacco di carta da stampante ma totalmente bianche, spacciate per chi sa quali documenti.
Io alzo le spalle, tenendola un po in suspence, senza riuscire a restar seria, ma mi avvicino e l'abbraccio così forte che la poveretta ad un certo momento mi implora di mollare la presa.
« Lucy! Cara la mia Lucy! Penso di non averti mai detto quanto ti voglio bene!» Le dico prima di staccarmi.
« Eppure quando son entrata con Brittany ti giuro che mi son sentita la persona più spregevole al mondo!» esclama rammaricata « Potevo non farla entrare... Ma ti giuro, che quando l'ho vista uscire... volevo mettermi ad applaudire!»
« Ti sembrava arrabbiata?» sorrido.
« Nera!» si esprime con enfasi « Ma cosa è successo?»
« Di tutto... tranne quello che non mi sarei mai aspettata!»
« Centra Samantha?»
« Diciamo che Samantha ha ben marcato il territorio! Le ha tenuto testa, e mi ha dato la carica per metterle un punto! Ed è stato...bellissimo!" Esclamo entusiasta.
« Sono felice di averla fatta entrare! Sai che ho un sesto senso per le persone.»
« Allora spero che il tuo sesto senso, percepisca qualcosa di buono anche tra me e lei.»
Lucy mi sorride, riprende il pacco di carte mi strizza l'occhio e si dirige verso la porta « Ho buoni propositi si, ma cammina comunque con i piedi pesanti e goditi la storia per come inizia e per come procede... Il futuro poi lo costruite solo te e lei.»
« Mi ha baciato.»
« Brittany?!»
« Lei ci ha provato!» lo esterno scocciata « Intendo Samantha!»
L'espressione di Lucy si commenta da sola. Facendomi ridere, fare un grosso respiro e riprendere in mano la mia stabilità.
« Ci andrò piano. Non è gay... ma nemmeno così tanto indecisa come credevo. Trovi che sia troppo presto ricominciare una nuova storia?»
« No! Con quell'ex che ti sei ritrovata, ci hai messo anche troppo tempo.» Ed esce lasciandomi con la sua frase che gironzola per la mia testa.
Lucy mi conosce benissimo, conosce il mio lasciarmi trasportare troppo dalle emozioni, soprattutto in campo relazionale: fosse per me, la mia fantasia si sta già inoltrando in una storia da favola con matrimonio e figli a carico; ma la realtà deve riportarmi al discorso maturo che ha fatto Samantha. Posso avere le mie paure, ma chi non le avrebbe? Una relazione potrebbe finire in qualsiasi caso, per ogni circostanza e con un metro temporale che nessuno può prevedere prima di iniziare.
Ma ho paura, molto, di finire nel farmi coinvolgere troppo per ritrovarmi nuovamente a consultare google per il mio stato emotivo: ma indietro non si può tornare anzi, non voglio tornare.
« Cazzo non l'ho fatta mangiare!» esclamo trovando quel sacchetto, che ancora integro, giace nella mia scrivania.
Lo apro, sentendo un certo languorino e due forchette. Ma lo richiudo. Quel mio pigiama troppo largo su di lei, mi ricorda che quei gelati mangiari da una foga depressiva, sono accumulati in qualche parte del mio corpo.

"Ops" Key

Gli invio una foto.

"Avrai molto di cui farti perdonare anche con me!" Sam

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