Samantha sta dormendo, mi da le spalle nude, le son distesa di fianco e ancora tengo la mano nel suo bacino. A dir la verità siamo entrambe ancora nude, e mi sto godendo questa sensazione di sentire le lenzuola che mi accarezzano, assieme al suo corpo.
Non riesco ad addormentarmi, ripensando a tutto quello che è appena successo.
Ero pronta per la serata, mi ero tirata e sistemata come se dovessi uscire per un evento mondano: volevo essere bella per lei, ma quando ho aperto la porta e me la son ritrovata davanti all'ingresso mi sono stupida di quanto Samantha sia bella anche nella semplicità del look che indossava. Mi sono chiesta in un secondo, come faccia una ragazza con i suoi lineamenti a passare tanto inosservata: e in quel momento mi son sentita a disagio. Ero la padrona di casa, eppure non avevo la più pallida idea di cosa fare e cosa dire: ero totalmente ammaliata dalla sua bellezza che continuavo a chiedermi, come potesse provare un'attrazione per me.
Non ho complessi di inferiorità, e quando mi guardo allo specchio sono pienamente soddisfatta di quello che vedo. Ma talvolta le relazioni tossiche, ti portano a presumere che l'errore di dicitura in qualche parte del tuo corpo o del tuo viso, modellate e disegnate dalla genetica, siano errate: che automaticamente espandi quel disagio su tutta te stessa.
Soprattutto quando l'altra parte decide di cornificarti.
Sicuramente si aspettava forse che prendessi in mano io la situazione, ma sebbene la voglia di abbracciarla e baciarla fosse tanta, sarebbe stato comunque troppo avventato nel gettarmi tra le sue braccia come una bisognosa d'affetto. Per non dire al quanto mi sono sentita arrugginita, e solo ora capisco quanto il mio rapporto con Brittany fosse regolato da un abitudine stancante: descritto da quel poco corteggiamento che ancora provavamo a tener vivo.
Il bacio, il divano, il letto, e Samantha nuda che trema ad ogni mio bacio, carezza, in una complicità che sotto le lenzuola temeva di non riuscire a darmi: facendomi sentire invece desiderata e coinvolta, tanto da dubitare di essere stata la sua prima volta con una donna.
Il cartone della pizza parcheggiato, sopra al pavimento ci ha fatto da testimone in un dopo, dove mi sono sorpresa come un corpo così tonico e magro riesca a tenere tanto cibo dentro di sé.
« Sesso e cibo! È questa la ricetta per la felicità!» ha esclamato gettandosi nel letto a pancia piena. « No, ho sbagliato. Amore e cibo...»
Mi sono messa a ridere, l'ho lasciata raggomitolarsi su di me e l'ho accarezzata quel tanto che le è bastato per addormentarsi come una bambina in fasce.
Il mio orologio biologico fa si che, per quanto stanca possa essere, mi svegli sempre prima che l'iPhone inizia a strillare la suoneria: ma questa volta, il mio anticiparlo, mi permette di alzarmi senza infastidire Samantha che sta ancora dormendo: i primi raggi solari della giornata cercano di penetrare le tapparelle, illuminando quel poco la stanza e Sam. Molto lentamente cerco di uscire dalle coperte, recuperare mutante e reggiseno, e dirigermi nell'armadio per prendere dei vestiti puliti e comodi per iniziare la giornata.
« Scappi ancora?»
Mi volto di scatto, Samantha ancora avvolta dalle coperte e con la testa appoggiata sul cuscino, mi guarda con gli occhi infastiditi dal raggio di sole che ne risalta il colore verde chiaro.
« Non volevo svegliarti...» le sussurro piano « Ma devo andare a lavoro.» mi avvicino alla sua parte del letto « Tu puoi restare a dormire un altro po, o tutto il giorno...come vuoi» sorrido.
« Mi tenti... non mi dispiacerebbe dormire un altro po!» farfuglia ancora addormentata « Ma non è scortese rimanere, mentre la padrona di casa esce via?»
Le accarezzo la spalla, giusto per spostarle quella ciocca di capelli che mi impediva di baciarla.
« Sono io che te lo sto chiedendo!»
« Non hai paura che rubi qualcosa?» sorride tenendo gli occhi chiusi, lasciandosi coccolare.
Mi guardo in giro.
« Se trovi qualcosa di interessante da prendere, fammelo sapere! Non credo di avere oggetti così preziosi da ricavarne un viaggio alle Maldive!» esclamo « Ma credo che un pranzo al Mc Donald's potresti riuscire a farlo!»
Samantha si mette a ridere, apre gli occhi, si volta e si alza con il busto nudo ma coperto dal lenzuolo. Con la faccia assonnata è ancora più bella, perchè senza trucco, rende quella bellezza naturale e senza filtri.
« Ciao...» si avvicina con il viso, i capelli spettinati, e quella falsa innocenza che nasconde.
Il mio saluto però lo esterno baciandola. A stampo, sulle labbra. Che accoglie sporgendosi di quel poco per richiederne un altro.
« Questo si, che è un buongiorno!» rispondo dolcemente.
« Ti accontenteresti di così poco?»
« Potresti darmi di più?!» stupita di una domanda che mi lascia curiosa.
Samantha veloce, mi slaccia il reggiseno, sento le sue mani accarezzarmi tutto il corpo, a baciarlo, afferrandomi per spingermi piano nel distendermi affianco a lei: succede tutto veloce, salendo in groppa, inizia a ondeggiare frizionando il suo intimo con il mio. Ingoio un bolo di saliva, eccitata nel sentirmi priva di iniziativa. Ieri sera sebbene ci siamo appartenute, lei ancora un po sulle spine, ho dovuto approcciare quel nostro primo incontro in una direzione ancora troppo casta per ritenerlo un vero rapporto. Si è lasciata guidare, si è lasciata andare a gemiti di piacere: ricambiando come poteva le mie attenzioni.
Le sue dita, ora, iniziano a far conoscenza con la mia zona X, mi penetrano lentamente, prendendo un ritmo regolare ma intenso. Mi piace, glielo dimostro, quanto come lei, le piace vedere che ha potere su di me.
Poi si ferma. Soddisfatta e appagata, si guarda la mano bagnata.
« Questo è un buongiorno!» esclama divertita e sorpresa. « Ma per te! Perchè io ora ho una voglia assurda! Ma non di dita.» gettandosi dall'altra parte sconfortata.
« Pure io.» mormoro ancora con la testa altrove. Volto lo sguardo, le sorrido e guardo l'ora « Cazzo, sono in ritardo!» alzandomi di netto.
« Avrai una giornata impegnativa?» Mi chiede, tornando sotto coperta.
« Tutte le giornate sono impegnative, ma non per fisicità ma per impatto emotivo e psicologico. Tanti padroni di cani o gatti, vanno letteralmente in ansia per ogni cosa e trattano il proprio animale come un figlio. Ed è magnifico come cosa! Se immagini che un domani dovrò salutare Mr George, mi vengono già le lacrime agli occhi.» Faccio un sospiro « Ma è comunque tosto dover rimanere tranquille» mi vesto velocemente.
« Dov è George a proposito?» si alza nuovamente con il busto guardandosi attorno.
« È in divano! O forse vicino al trasportino... Ieri sera onestamente non so dove si sia rifilato.»
Le torno vicino, le stampo l'ennesimo bacio, sbuffo per saperla ancora nuda nel mio letto.
« Se hai intenzione di rubare qualcosa dentro la stanza armadio, prova a guardare dentro il secondo cassetto. Quello basso, dal lato delle camicie. Sono sicura che troverai qualcosa di allettante...» lasciandola curiosa di investigare.
Appena salgo in macchina mi presto subito a mandare un messaggio a Lucy, avvisandola che stavo partendo, e che sarei arrivata in ambulatorio in una manciata di minuti. Lei agitata mi chiama sbrigativa nel dirmi che la fila è scalpitante, oltre che a un messaggio di Melinda per la quale vuole parlarne a voce.
Bene ma non benissimo, sono quasi certa che non avendo specificato cosa portasse il messaggio in questione, questo non porti di certo un buon auspicio.
Non posso essere sempre reperibile, e per la prima volta dopo tanto tempo, del lavoro me ne ero totalmente dimenticata, godendomi quelle ore di libertà in santa pace.
Parcheggio l'auto: come preceduto da Lucy, la fila è abbastanza ampia, con cani al guinzaglio, cani dentro il trasportino, gatti di ogni sorte, un uccellino e sono quasi certa di aver visto una gabbia con un iguana.
« Buongiorno...» passo la fila salutando i vari clienti, scusandomi del ritardo. Mi scontro con Lucy che con un « Ciao» veloce, entro nel mio studio, con lei che mi segue come un segugio.
« Solo perchè sei mia socia! È sei dannatamente brava nel tuo lavoro... che ti perdono!» Esclama chiudendo la porta, mentre io mi presto a infilarmi solo il camice, in un ritardo che era peggio di quello che credevo.
« Hai ragione... non ho sentito la sveglia!» Ingannandomi per il sorriso che non riesco a trattenere.
« Deve essere stato un motivo importante per presentarti in ritardo, non aver sentito la sveglia e arrivare a lavoro... in tuta!" Lucy tiene le braccia incrociate e mi guarda dall'alto al basso.
« Guarda che mi sono sempre vestita comoda per venire a lavoro!» commento guardandomi nello specchio che tengo vicino alla scrivania, rendendomi conto di aver preso la prima cosa che mi è venuta in mano. « Chi se ne importa! L importante è come lavoro non come mi vesto!» mi giustifico rendendomi conto di essere partita proprio con il peggio del peggio che potessi prendere: avete presente quel paio di pantaloni e maglia che avrà un decennio e oltre, ma che si tiene in armadio perchè il tempo li ha resi talmente comodi da paragonarli a un pigiama? Ecco il mio look di stamattina.
Sospiro felice, quella tuta, ha il suo perchè:
« Fammi indovinare... Samantha?»
Mi limito ad annuire.
« Ho richiamato Melinda, l'ho avvisata che eri impegnata con questioni familiari urgenti e che l'avresti richiamata prima possibile!»
« A meno che Susan non sia morta, dubito fosse urgente. Qualcosa sui cuccioli, forse.»
« Ho provato a convincerla a chiamare Tommy, gli ho dato il suo recapito, ma non ha voluto saperne.»
« Richiamerà!» alzo le spalle e mi dirigo alla porta.
Mi sento carica e raggiante, e credo che la cosa si faccia notare, dato che più di qualche mio paziente di fiducia, nota la mia allegria.
« Dottoressa si è svegliata bene stamattina!»
commenta un signore di nome Andy che presentandosi con un barboncino vecchio quanto lui, quel vecchietto mi riempie sempre di complimenti « Una donna felice, si vede subito dal sorriso che veste in viso, e lei oggi ne sta sfoderando uno di luminoso e raggiante»
« Ho solo dormito bene...» provo a giustificarmi. « Questo è un bene per lei! Anche se devo essere onesto, che ultimamente la vedevo tirata e spenta... triste azzarderei! Ma lei è sempre bella Dottoressa Keyline! Oggi di più degli altri giorni»
Facendomi arrossire.
Lui non è stato l'unica persona: come riesce una persona a cambiare così tanto di te, in una sola sera?
La mia mattina, mi vola letteralmente sotto mano, riesco a sciogliere quasi tutta la fila con l'aiuto di Tommy entro pranzo, approfittando della pausa per scrivere a Sam." Trovato qualcosa da rubare?"
" Ero indecisa se scegliere l'intimo rosso o quello nero dai merletti d'orati. Poi mi sono imbattuta in un genitale maschile alquanto lungo e prosperoso!" Sam
"Sempre se vuoi...» Key
"Questo coso mi ucciderà! Ma è eccitante...sarà favoloso! Ma stasera, farò tardi. Sempre se vorrai aspettarmi. A dopo.»
Mi risponde con tanto di foto annessa.
Non mi importa a che ora stacca, io se volessi, avrei lavoro fino al giorno dopo. Di solito circa una volta al mese, mi sono ripromessa di fare volontariato come veterinaria su dei canili no profit: quindi ne contatto un paio, per capire com'è la situazione, promettendogli di passare a trovarli una volta finito il mio orario in ambulatorio. Sono seduta sulla scrivania, giocherellando con la penna, quando il telefono suona.
« Devo segnalarti alle persone scomparse?»
« Ciao Alex...» rispondo alzando gli occhi al cielo, effettivamente non le avevo più sentite dalla sera della cena, anche se ci siamo intraviste per lo scambio di muffin, non ho avuto comunque modo di parlarci.
« Ciao dottoressa! Giuro che se non battevi un colpo sarei passata in clinica a vedere»
« Sei la solita...»
« Samantha?» domanda sicura che centri qualcosa « Non sei ancora stanca di farle da psicologa?»
« Non le sto facendo da psicologa! Anzi... È più sveglia di quello che credevo.»
« Hai scoperto quanto anni ha?»
« Si!» Esclamo preparata « Ventuno » lo pronuncio a bassa voce. Età, che tra uno spicchio di pizza e un goccio di vino, mi ha lasciato senza parole.
Sono pronta, Alexia con il suo silenzio prolungato, starà cercando di lottare contro se stessa per evitare di esternare alla meglio quello che pensa.
« Dieci anni! Keyline ha dieci anni in meno di te!»
« nove, al dire il vero!» la puntualizzo.
« Oh signore!» esclama disperata. E mi sembra di vederla, seduta su una volante, mentre strofina la mani sulla tempia.
« Sto vivendo una favola. Credo! Avrà ventun anni, ma ne dimostra di più!»
« Una favola?!»
« Si Alex!»
« Ci risiamo insomma. La solita Key che si butta a capofitto in una storia senza senso. Trovando il bello in tutto, e tralasciando che conosce una persona da troppo poco tempo! Stai correndo.»
« Questa volta lo sento, è quella giusta... non so spiegarti! Dammi fiducia.»
« Non è nemmeno gay!»
« Oh fidati... stanotte ma soprattutto stamattina, credo che il suo lato etero sia stato messo da parte.» commento soddisfatta.
« L'avete fatto?!»
« Circa.»
« Sai che me la sentivo anche su Brittany, anche allora ti eri gettata a capofitto. È durata qualche anno, ma quella puzzava da marcio da subito. Keyline ti darei anche la mia vita tra le tue mani... ma non per chi frequenti!»
« Solo perchè a me è andata male, mentre a te no, non significa che ogni mia storia sia un fallimento!»
« Voglio ricordarti che prima di Brittany non oltrepassavi qualche mese con una persona! E non per colpa tua, ma per chi portavi a casa! Questa ragazza è giovane, arrivata da un paio di mesi, scappata da chi sa cosa e da dove, trovando per puro culo una veterinaria single su un taxi... scopre che è gay, e perchè no? I giovani d'oggi pur di apparire sceglierebbe di diventare chiunque!»
« Non Samantha!»lo dico talmente decisa che quasi metto in dubbio le mie parole « Voglio che tu la conosca!» concludo seccamente in modo da poter dar pace a questa oppressione. Alex ha tutte le ragioni di questo mondo, mi ha visto soffrire molte volte, e con Brittany ho toccato il fondo.
« Così su due piedi?!» si stupisce.
« È una cameriera, lavora stasera. Non è un peccato prenotare al ristorante e vederla mentre è impegnata!»
« La fai sembrare un imboscata!» si mette a ridere. Ma so, che le piace, questo genere di "avventure". « Ma intendi stasera?»
« Nessuna imboscata... la avviserò che prenoteremo per colpa tua!»
« Non ho paura dei confronti.» ammette.
« Le chiederò per stasera» affermo « Se Samantha è d'accordo, cerca di tenerti libera.»
« E se non è d'accordo?»
« Andremo comunque fuori a cena io e te!»
Alexia accetta il mio invito, ci salutiamo, ma ad ogni modo la telefonata non mi ha soddisfatto. Avrei voluto urlare quanto felice, ora, perché non posso prevedere il futuro. Ma cosa importa? Come recitava un vecchio film, cogliere l'attimo, e sempre meglio nel non avere rimpianti di non averci almeno provato.
Quindi, sono felice oggi. Spero di esserlo anche domani, e se le cose andranno male: valuterò di andare da uno psicologo per correggere quel qualcosa che forse non va in me.
Scrivo a Samantha di chiamarmi appena ha un attimo, non che mi senta propensa di farle conoscere Alexia da subito. Questa situazione mi fa sentire come se dovessi presentarle i genitori , prima di poter essere libera di uscire dopo il loro consenso e giudizio, nel giudicarla mentalmente stabile.
Faccio un sospiro, ho il cuore che sussulta. Sapete la leggenda del filo rosso? Quel filo, che collega due persone destinate a rimanere insieme per la vita? Io l'ho percepito con lei, e voglio che se fosse, il mondo intero lo sappia.
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Teach me to stay 🌈
Storie d'amoreUn'ironica coincidenza dà inizio ad un sentimento nuovo e mai provato prima, un sentimento che stravolge, che pone la vita di fronte a infiniti dubbi e alla propria verità. Ed che così che senza preavviso, ma in un modo naturale e passionale, viene...