Ho salutato Keyline da un paio di minuti, chiamato un taxi che da lì a poco è arrivato a prendermi, son rientrata nel mio appartamento e come se mi sentissi Cenerentola, ho iniziato a pulire tutta casa a ritmo con i Queen mentre cantano I want to break free.
Mi sento carica, quanto delusa, sebbene il mio tentativo di baciarla sia andato fallito per colpa di quel maledetto telefono che ha deciso di squillare proprio in quel momento tanto perfetto: ero pronta, anzi decisa di baciarla, e sono sicura che se quella Melinda non avesse chiamato, Keyline ci sarebbe stata.
Ma a quale scopo?
Sarò un estranea al mondo gay: ma donna o uomo che sia, non sono poi tanto ignorante nel notare se una persona mi osserva in un certo modo. Keyline non appena mi ha visto con il suo pigiama addosso faceva ben capire che quegli indumenti, me li avrebbe voluti togliere se ne avesse avuta l'occasione. Ho cercato di resistere, nel non fargli notare che me ne ero accorta: ma soprattutto, nel non dare a vedere che le sue attenzioni visive mi stavano piacendo.
Onestamente ci ho pensato, insomma mentre mi cambiavo e mi infilavo quel pigiama, mi son sentita come se mi stessi preparando per una di quelle serate da innamorati: dove lei indossa una maglia di lui, e davanti a un film fanno di tutto anziché guardarlo.
Ma cosa sarebbe accaduto se l'avessi baciata? Per un secondo ho quasi pensato che ci saremo trasferite nuovamente nel suo letto, per un secondo però mi sono ricordata che lei viene già da una storia complicata. Non voglio e non posso, essere la causa di un'altra delusione.
« Signorina Reynolds! A cosa devo questa puntualità...? Anzi, vorrei dire che è addirittura in anticipo!» Mi puntualizza la Tolman che a mio parere, per quanto la sua casa sia solo un paio di isolati di lontananza dal ristorante, sono quasi certa che ogni tanto passi la notte anche dentro all' Antony's.
« A casa non avevo grandi cose da fare... al contrario di qua! Quindi...eccomi qui!» Le dico tutta euforica, onestamente oggi non riesco a stare tranquilla. L'eccitazione di questa mattina mi scorre ancora nelle vene, normalmente sfogherei il tutto con una corsa all'aria aperta ma anche volendo, non sarei riuscita a starci nei tempi.
« Beh... se ha tutta questa voglia di lavorare vada in cucina ad aiutare a pelare le patate!» Mi ordina la Tolman « Ah Reynolds...! mi prepari anche un caffè!»
Obbedisco, approfittando per prepararne uno anche per me. Natasha deve ancora arrivare, di solito anche lei come me, o è puntuale o arriva dai dieci ai cinque minuti prima: ma ho bisogno che arrivi presto, è l'unica persona con cui posso parlare, liberando tutto quello che penso senza giudizi."Cerca di venire a lavoro tipo...adesso!" Sam
" Cavolo Reynolds sei già li?! La Tolman non ci paga se arriviamo così presto" Natasha
"ti devo parlare...Ho dormito da lei anche stanotte" Sam
" Avete scopato?" Natasha
" No" Sam
" Che palle Reynolds! Allora arrivo in orario."
NatashaLeggo e finisco di bere il caffè prima di dirigermi in cucina ad aiutare i cuochi, sicura che per quel che conosco Natasha e la sua curiosità, non ci metterà molto a venire al Antony's. Lei prevedibile, dopo una manciata di minuti fa il suo ingresso in cucina:
« Reynolds almeno esci! Fumo una sigaretta prima di iniziare!» ancora in borghese e con gli occhiali da sole, mi sorride vogliosa di sentire cosa ho da dirle, e una volta fuori nel retro, non aspetta nemmeno di farmi prendere parola
« Allora? Forza! Solo dettagli piccanti! Avevi tutta questa fretta di farmi venire a lavoro!»
« Non ho dettagli piccanti! Ho dormito da lei, ma non è successo niente.»
« Mi hai fatto venire prima per cosa allora?»
« Non lo so! Avevo bisogno di parlare di tutto e del niente...!» faccio un grosso respiro « Stavamo per baciarci nuovamente stamattina.»
« È perché non è successo?» mi interrompe.
« Non lo so.» mi metto a fissare il vuoto, come se aspettassi che il muro davanti di me, mi faccia vedere le parole da rispondere « È una situazione strana! Forse dovevo essere più svelta, non sapevo come fare... Stavamo facendo colazione con i muffin, eravamo vicine. E poi gli ho detto che non sono gay.»
Natasha mi guarda con la sigaretta tra le dita, sigaretta che al momento si sta consumando senza che lei debba ancora appoggiargli le labbra sopra.
« È lo sei?»
« Ho detto di no!»
« Ma che cazzo di problemi hai?» sbotta appoggiandoci finalmente la bocca.
« Troppi! Lo avrei fatto! Anche se non sono lesbica. Ma gli è suonato il telefono.»
« E l'hai lasciata rispondere?!»
« Cosa dovevo fare? Era per lavoro... l'atmosfera poi si era sfumata» dico rammaricata. « Eppure l'avrei baciata.»
« Ma quale atmosfera Reynolds! Ho capito che siamo ad Hollywood, ma mica la tua vita è un film! Se hai voglia di baciare una persona, la baci e fine!»
« Lo so ma è diverso!» Cerco in qualche modo di difendermi, dato che in questo momento la situazione mi fa sentire leggermente una rammollita
« Samantha non stavi per baciare un cane in bocca! È un bacio viva Dio... il gesto è sempre quello, lingua o senza lingua. E poi quante pare ti fai! Siete già andate al dopo ma in bianco...!» sbotta lasciandomi a bocca aperta « Reynolds ti devo insegnare tutto! E allora perchè hai voluto rivederla... e per giunta solo per dormire? Non hai un letto a casa?»
« Volevo stare con lei» mi dico e le dico sinceramente, non che puntassi a fare altro, ma semplicemente averla accanto, mi fa come sentire in pace con il mondo « Hai mai baciato un donna?» gli chiedo così dal nulla, dato che non mi sarei aspettata che Natasha fosse una persona dalla mentalità tanto aperta.
« Ma ovvio! E dovresti vedere i like che abbiamo preso su Instagram!» Esordisce soddisfatta, terminando quel poco di sigaretta che le era rimasto.
Mi alzo insoddisfatta della conversazione.
« Parlare con te è come parlare con una pietra.»
« Cosa vorresti dire? Faccio la cameriera, non la psicologa! Ti piace Sam? E allora basta. Prova a non pensare mentre sei con lei... Goditi il momento, ragioni troppo.» sospira gettando la sigaretta come una vip, per poi cambiare argomento e concentrare quei ultimi minuti di pausa nel dirmi gli ultimi sviluppi su di lei e il giocatore di Basket.
La mattinata all' Antony's si svolge tutto come da routine: la Tolman che ti insegue come un segugio, bambini che non stanno seduti ai tavoli, gente impaziente di ricevere le ordinazioni per uscire velocemente, e altri che li devi invitare a uscire dato che il locale sta chiudendo. Ho avvisato i cuochi di tenermi da parte una porzione in più di spaghetti al ragù da portare a Key: avvisando anche la Tolman che li avrei pagati.
« Può pranzare anche qui. A cosa le servono? Per cena?» Formulata con un tono di ironia.
Ma Natasha, meschina, e la con voglia di togliersi Adriana dai piedi, mi anticipa la risposta:
« Ha un appuntamento per pranzo.» spiffera ad alta voce « Spero per lei che quei spaghetti la facciano finalmente scopare. E seriamente!»
Facendomi arrossire e portando la proprietaria del ristorante a farmi il terzo grado su chi devo vedere, oltre a farmi pagare la porzione di spaghetti, come se l avessi consumata al tavolo senza badare che oggi per lei ho fatto gli straordinari.
A parte l'interminabile turno di lavoro, sotto interrogatorio della Tolman che ha mobilitato tutto il personale nell'indagare inutilmente con chi mi sto frequentando, esco dal Antony's sospirando ma soddisfatta per i pochi minuti che mi separano da Keyline. Forse Natasha ha ragione. Penso troppo.
Non sono mai stata una persona ansiosa, eppure ora lo solo, sebbene la Reynolds che è in me dal carattere duro e freddo che caratterizza un po tutta la mia famiglia mi ha sempre portato a gestire molto pacatamente tutte le situazioni: con il cambio di costa, deve essersi addolcito e placato. Ma adesso è tutto nuovo, il mio cognome non fa da padrone della mia vita è per la prima volta sto presentando al mondo una Samantha che per anni è stata nascosta da se stessa. Keyline in qualche modo sta estraendo parti di me che prima non sapevo nemmeno di essere: aldilà di far uscire la parte gay, che evidentemente da anni si sentiva soffocata, mi fa sentire emozioni che con Josh non avevo mai ampliato.
Quando arrivo davanti alla clinica, sento il cuore a mille.
Stamattina ci stavamo per baciare, e ora cosa dovrei fare? Onestamente, passare per la seconda volta da rammollita non mi va, ho preso una strada e ora a meno che non sia lei a fare marcia indietro, per la mia affermazione di stamattina, porterò questa storia a una svolta.
« Ciao!» esclamo varcata la soglia « Keyline è nel suo ambulatorio?» chiedo diretta a Lucy, che con lo sguardo perso, si volta a guardarmi come fossi un alieno. « Stai bene?» davanti a quel viso che già pallido, appare sconvolto.
« Samantha!» sussurra riconoscendomi subito.
« Keyline ha dimenticato il pranzo, mi ha avvisato che potevo passare. Lo sai, vero?» le rispondo notando la sua espressione disagiata, e la cosa mi sta preoccupando.
« Si mi ha avvisato... Ma... » guarda in direzione della porta chiusa « È chiusa in ambulatorio con...» si blocca « Giuro, che non l'avevo riconosciuta per telefono.»
« Ma con chi è? Keyline per telefono mi ha detto di non farmi problemi e di entrare. Però non voglio essere inopportuna, se è chiusa dentro con qualcuno di importante!»
« Entra!» scatta lei illuminandosi « Samantha veramente, se entri li dentro ti prego! Ma ti prego! Salvala... non lasciare che le spezzi il cuore ancora!»
Come un flash, un nome, un solo nome mi trapassa nella mente.
« Brittany...?» sussurro, tra me e me, come se quel nome fosse l'unico e solo ostacolo che mi separa dalla vittoria. Ma quale vittoria? Eppure le mie gambe si dirigono verso quella porta e senza badare alle persone presenti in sala e a Lucy che mi guarda incerta se fermarmi o meno, la spalanco senza bussare.
Apro. Sono vicine. Dannatamente vicine potrei prendere la mia borsetta colma di spaghetti e tirargliela dietro ad entrambe. Keyline mi guarda, anzi entrambe mi guardano disturbate della mia entrata.
-" Samantha!» Esclama Key come se fosse rasserenata di vedermi.
« Scusami!! non hai visto che la porta era chiusa!? La dottoressa è occupata! Esci!» Esclama, al contrario, quella che deve essere Brittany.
La guardo restando in silenzio, cercando qualcosa in lei che possa in qualche modo convincermi che sia stata realmente la persona che Keyline ha condiviso e amato nella sua vita fino a qualche mese fa. Eppure non riesco a capire, cosa abbia catturato il cuore della dolce Key.
Brittany sembra la classica figura femminile che cerca in tutti i modi di far capire agli altri che lei, è una persona che vive ad Hollywood: fisico statuario, evidentemente conquistato da ore di palestra, viene messo in risalto da una camicetta in lino bianco, incastrata in una gonna aderente in pelle nera; il paio di tacchi poi, son talmente alti, che a fine giornata non oso immaginare come i suoi piedi supplicano delle pantofole comode. I capelli accuratamente sistemati, di colore rosso ramato le scendono comodi sulle spalle in tinta con un rossetto di una tonalità rossa più accesa.
« Sembri una versione giovane di mia mamma.» la commento guardandola dritta negli occhi.
« Come prego?!» ribatte arrogante, tono che onestamente bado poco, riposando il mio sguardo su Keyline, aspettando sia lei in caso a dirmi di uscire.
« I miei spaghetti...» si divincola guardando la sportina che ancora tengo sulla mano.
Sportina che mi porto dietro la schiena.
« Sono di troppo?» la guardo dritta negli occhi « Potevi avvisarmi che eri in compagnia.» la placo.
« Ti stavo aspettando!» poi guarda Brittany « Lei è capitata per caso.»
« La conosci?!» Gli chiede staccandosi da lei e incrociando le braccia in attesa di una risposta.
« Non ho pranzato nemmeno io. Speravo di farlo insieme!» Quella Brittany, la voglio rendere invisibile.
« Keyline! Si può sapere chi è?» Incalza senza ottenere risposta dato che, lei resta ferma a fissarmi senza dire nulla.
È il mio momento. Il sacchetto mi scivola tra le mani, cadendo a terra, il mio sguardo non si arrende a voler giocare con il suo su chi si stacca per prima.
« Sono la sua ragazza.» mi avvicino « Quella che ha ancora un bacio in sospeso da stamattina.»
Mi metto in mezzo, facendomi spazio senza chiedere il permesso, baciando Keyline.
Le nostre labbra si incontrano, vivaci, lei ricambia come se non avesse aspettato altro da me: appoggiando le mani sul viso, lo rinforza voglioso di farsi sentire.
« Keyline!» Urla la voce ormai a me indifferente alle mie spalle. Onestamente mi urta la sua presenza, quindi mi stacco con delicatezza.
« Wow.» afferma meravigliata.
Io mi volto. « Sei ancora qua? E si, che non servono spiegazioni.» Le dico molto freddamente.
« Ascolta ragazzina! Non sai chi sono io...»
« E tu non sai chi sono io...! » sbotto quasi pronta a rivelare la mia identità.
« Sentiamo.» mi sfida guardandomi dal basso verso l'alto.
« Brittany... Vattene!» mi ferma Key « Non rendere questa situazione più imbarazzante di quello che già lo è. Mi hai lasciato, sostituito, e umiliato. Non voglio tornare indietro, credo che mi hai già ferita abbastanza.»
« Fortuna che piangevi per me e mi rivolevi al tuo fianco... invece, te la fai con le ragazzine." Esclama raccogliendosi la borsa dal tavolo.
Keyline mi guarda, mi sorride e incrocia le braccia.
« È più matura di te.» gelandola sul posto, scatenando una mia risata che credo abbia zittito la sala d'aspetto.
La sua ex, letteralmente messa al tappeto, esce sbattendo la porta.
« Però! Bel caratterino!» esclamo allucinata. « E tu piangevi per lei?» torno a guardarla.
« Non era male. Quando... si fingeva simpatica.» si giustifica. « Sei anni.» si sofferma in quel dettaglio, che la straniscono nel pensare di averci condiviso così tanto tempo.
« Di relazione?? Tu sei matta. Hai pessimi gusti in fatto di donne.»
Appoggiata al tavolo di metallo, Keyline si alza e mi guarda. Lo capisco subito cosa vuole chiedermi.
Mi porgo di fronte, incrocio le braccia e mi dondolo con i piedi.
« Domande?» la stuzzico divertita.
« Da quando sei la mia ragazza?»
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Teach me to stay 🌈
RomanceUn'ironica coincidenza dà inizio ad un sentimento nuovo e mai provato prima, un sentimento che stravolge, che pone la vita di fronte a infiniti dubbi e alla propria verità. Ed che così che senza preavviso, ma in un modo naturale e passionale, viene...