Pov's Avril
Ma che cazzo gli è preso? Non si fida di me.
Ed io che l'ho comunque perdonato anche quando ha baciato Nessa, ed ora lui mi incolpa per sino per qualcosa che non ho fatto.
Sto camminando a passo veloce verso camera mia, sento in tutto il corpo i nervi tesi , sono irritata, arrabbiata, che vorrei tirare un calcio a qualcuno, ma anche delusa, mi sento presa in giro.
Per così poco ha deciso di chiudere, che poi chiudere cosa?! Cosa siamo noi?! O meglio, che cazzo eravamo?
Vaffanculo.
Sento le lacrime rigarmi il viso, anche se provo a non piangere , ma è più forte di me.
Ma io che mi sono illusa, pensando che lui fosse diverso dagli altri , che magari tutti quegli stereotipi che gli avevo attribuito fossero falsi, ed invece avevo ragione.
Non ci ha mai tenuto veramente a me, ero solo una delle ragazze che si porta a letto e poi basta.
Ma perché sono stata così cretina?!
Vorrei tirare un pugno al muro.
Le lacrime non si fermano ed io sono arrivata davanti camera mia, mio padre è dentro ed io non ho la minima voglia di ascoltarlo domandarmi cosa ho fatto, e sentire i suoi inutili consigli.
Prendo le chiavi della stanza ed irritata entro in camera sbattendo la porta, tirando le chiavi sulla scrivania e senza guardare mio padre , nemmeno per 2 secondi, che era sul letto a guardare la tv, mi chiusi in bagno.
'Avril che succede?'
Sentii appena chiusi la porta del bagno, ma ora non avevo voglia di parlare con nessuno, ora non volevo vedere nessuno.
Perché mi sento così?! Perché deve farmi questo cazzo di effetto?!
Restando con lo sguardo fisso sulla porta, perché papà stava cercando di aprirla muovendo la maniglia, ma io mi ero chiusa a chiave, feci qualche passo indietro, fino ad appoggiarmi al lavandino e cercai di fare dei respiri profondi per tranquillizzarmi, ma con scarsi risultati.
Le lacrime continuavano ad uscire e sentire mio padre urlare:
'Avril apri! Cosa è successo? Apri questa porta!'
Non aiutava, mi stava dando fastidio, più di quanto già ne potessi provare.
'Lasciami stare.'
Dissi con la voce spezzata dal pianto.
'Avril parlami, posso aiutarti..'
Disse con voce tranquilla mio padre.
'Ora non voglio.'
Continuai io, portandomi le mani davanti al viso per cercare di smettere di piangere , ma con scarsi risultati.
'Quando vorrai, ricordati che sono qui.'
Continuò lui ed io restai in silenzio, ascoltando i miei respiri ed i miei singhiozzi.
Non pensavo che gli ultimi giorni del tour li avrei passati così.
Mi voltai , specchiandomi, e vedendomi distrutta per un coglione mi irritai ancora di più.
Mi sfilai la sua felpa, che ancora avevo addosso, e la buttai a terra, ma quando la tolsi , mi accorsi che avevo ancora anche la sua collana, quella che mi aveva regalato , con la nostra foto.
La vedevo penzolare sul mio collo, e mi venne voglia di strappartmela di dosso, ma prima mi venne spontaneo aprire il ciondolo e rivedere la foto, mi sentii ancora più presa in giro, ma non c'è la feci a romperla.
La richiusi e la strinsi forte nel mio pugno, non c'è la facevo levarla, mi ricordava i bei momenti passati insieme, il nostro primo incontro, il nostro primo bacio, la nostra prima volta...
Le lacrime aumentarono ed io mi appoggiai con la schiena al muro, scivolando fino a sedermi per terra.
Odio l'effetto che mi fa questo ragazzo, odio il fatto che glielo permetto, odio il fatto che ormai una parte di me è sua, e non posso farci nulla.
Si è preso e portato via dei momenti più importanti della mia vita, senza chiedermi il permesso, ed ora non riuscirò mai a dimenticarlo.
Cerco di fare respiri profondi, ma vengono continuamente spezzati dal pianto, mi fa male la testa, sono stanca.Restai qualche minuto immobile a fissare il soffitto, con gli occhi lucidi e rossi, le guance infuocate per il pianto, ed il cuore che , ad ogni pensiero su di lui, aumentava un battito.
Mi alzai lentamente, e facendo un respiro profondo aprii la porta.
Non scendevano più lacrime , ma si capiva che avessi pianto.
Mio padre, che era seduto sul letto, appena mi vide scattò in piedi e preoccupato venne verso di me.
'Avril...'
Disse quasi scioccato e cercando di asciugarmi, delicatamente, una guancia , ancora un po' umida per le lacrime.
Restai in silenzio , cercando di non scoppiare di nuovo a piangere e regolando il respiro.
'Cosa è successo?'
Continuò lui.
'Ti prego, non fare domande..'
Dissi a sguardo basso e con un filo di voce.
E senza aspettare nemmeno un secondo lo abbracciai, lui mi circondò con le sue braccia, avevo bisogno di un abbraccio. Avevo bisogno del suo abbraccio. Di quello di Payton.
'Quando vorrai, mi racconterai..'
Continuò mio padre accarezzandomi i capelli.
STAI LEGGENDO
The Only 2 -sei come non mi aspettavo- in realtà è il continuo del primo libro..
Fiksi RemajaSono la scrittrice di 'The Only -sei come non mi aspettavo-' il problema è che ho perso l'account, quindi adesso continuerò la storia qui. Chiamerò questo libro 'The Only 2' ma in realtà è ancora il continuo del primo. Se ancora non l'avete letto an...