2. Dentro di lui sa che è così

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JUNGKOOK

"Sorridi" dissi al mio ragazzo mentre gli puntavo la videocamera addosso in aereo.
"Sto cercando di dormire" mi rispose lui con voce addormentata, alzando una mano e scuotendola davanti alla telecamera.
"Benissimo, allora il video che ho intenzione di fare di questi cinque giorni inizierà con te che ti lamenti" esclamai in tono sarcastico.

Jimin alzò la testa dal cuscino che si era portato in aereo, per sole due ore di viaggio, e mi rivolse un sorriso ironico, mandando un bacio alla videocamera poco dopo.
Io, allora, la spensi e lo lasciai dormire in pace, scuotendolo quando fummo arrivati all'aeroporto di Osaka.

"Che facciamo adesso?" mi chiese Jimin non appena uscimmo dall'aeroporto, prendendo un taxi.
"Andiamo in hotel a posare le valigie. Poi direi che possiamo andare a cena, visto che sono già le 19.30" gli risposi io in tono sereno, facendo intrecciare le nostre mani e rivolgendogli un sorriso sincero.

Alla fine, cenammo in albergo perchè eravamo "troppo stanchi" per camminare. La verità era che dalla finestra della nostra stanza c'era una bella visuale su Osaka ed allora ne abbiamo voluto approfittare.
Rimanemmo sul balcone a lungo, aggrappati uno all'altro senza dire una parola. Ma, come ben sapete, le parole per noi erano un po' sopravvalutate.

"Ti amo" mi disse lui dopo qualche minuto, aggrappandosi al mio braccio.
"Anche io ti amo" gli risposi accarezzandogli i capelli.
"Pensa se non ci fossimo mai conosciuti...".
"Io sarei ancora il ragazzo strafottente e misterioso che ero fino a quando ti ho incontrato e tu, probabilmente, staresti ancora con Shin-Hyo" gli dissi immaginando quello che sarebbe potuto succedere.
"E, invece, ho conosciuto te e tutto è cambiato" mi rispose, alzando la testa verso di me e dandomi un dolce bacio sulle labbra.

Fu in quel momento che mi resi conto di una cosa per la millesima volta: aver incontrato quel ragazzo era la cosa migliore che mi sarebbe mai potuta succedere.

*******

Nei due giorni seguenti visitammo Osaka, soffermandoci un po' di più sul Castello di Osaka e sull'Osaka Castle Park.
Il quarto giorno saremmo dovuti andare agli Universal Studios Japan, giusto per fare contento Jimin.

Ed ecco il motivo per il quale la sera del terzo giorno era così agitato. "Non vedo l'ora" continuava a mormorare ogni cinque secondi.
"L'hai già detto" gli dissi io dopo l'ennesima volta che sentivo quelle parole, alzando gli occhi al cielo.

"Preferisci che facciamo il replay di ieri sera, allora?" mi chiese lui poco dopo, venendo verso di me e spingendomi sul letto.
"Questa mi pare un'idea molto interessante" gli risposi mentre anche lui si distendeva sul letto ed iniziava a baciarmi.
Gli tolsi la maglietta iniziando a lasciargli segni violacei sul collo e sulle clavicole, fino a quando il mio telefono non suonò.

"Ma io non ci credo" disse Jimin in tono scocciato alzando gli occhi al cielo.
Io mi allungai e presi il mio telefono sul comodino, vedendo che la persona che mi stava chiamando era Tae.
"Pronto?" risposi cercando di capire cosa avesse.
"Ciao, Kook. Disturbo?".
"In realtà, sì" rispose Jimin a voce alta, sperando che Tae lo sentisse.
"Sta scherzando. Dimmi" dissi io per rassicurare Tae, che aveva fatto un mormorio di sorpresa dopo aver sentito le parole di Jimin.

"Oggi è tornato Yoongi, no?".
"Sì...e quindi?".
"Non ce l'ho fatta di nuovo. Non riesco a parlargli di Jin in nessun modo" mi rispose con aria afflitta e piena di sensi colpa.
"Tae, ascoltami. Jimin ed io torniamo dal Giappone tra due giorni. Se per allora non glielo dici tu lo faccio io, ma non ti posso assicurare di come reagirà Yoongi al fatto che gli hai mentito. Quindi, ti conviene darti una svegliata e parlargli, perchè non sai nemmeno che potrebbe fare Jin. E se si presentasse a casa tua mentre sei con Yoongi? Digli la verità e basta. Yoongi capirà, perchè lui è fatto così" gli dissi in tono quasi brutale, sapendo che quello era l'unico modo per fargli fare qualcosa.
"Okay. Grazie della strigliata. Ne avevo bisogno" mi rispose lui, salutandomi poco dopo.

Io rimisi il telefono sul comodino, guardando poi Jimin.
"Perchè sei stato così brutale?" mi chiese non riuscendo a capire perchè avessi usato quel tono.
"Perchè Tae ha bisogno di qualcuno che gli urli dietro per fare qualcosa" risposi io, alzando le spalle.
"Ma...perchè non gliel'ha ancora detto?".
"Ha paura di perderlo se gli dice la verità. E lo ama da morire, quindi non vuole perderlo".
"Sicuro che lo ami?".
"Certo. Tae è timido, quindi probabilmente lo ammetterà tra un po', ma dentro di lui sa che è così".

"Beh, non può andare peggio di quando tu l'hai detto a me per la prima volta" mi disse lui in tono sarcastico, riportandomi alla mente quell'episodio ma in una chiave completamente diversa.
"Direi che a nessuno può andare peggio di come è andata a noi" risposi ridendo.

Mi sentivo sollevato dal fatto che, finalmente, quegli episodi li ricordavamo con un velo di ironia e non con tutta la sofferenza che avevamo provato in quei momenti.
"Certo che Tae ha veramente un tempismo meraviglioso, comunque" mormorò dopo un po', tornando a baciarmi.
"Effettivamente sarà la quinta volta che interrompe un nostro momento "intimo", a pensarci bene" gli risposi ridendo.
"Solo la quinta?" mi chiese lui in tono ironico sbarrando gli occhi.

Io, in tutta risposta, mi avventai di nuovo sulle sue labbra, passando poi le dita sui segni che gli avevo lasciato sul collo.
"Ma...hai portato una maglia a collo alto?" gli chiesi sarcasticamente, sapendo bene che gli desse fastidio che quei segni si vedessero e, sapendo anche, che una maglia a collo alto non l'aveva portata.

Lui sbarrò gli occhi, nascondendosi la sua testa nel mio petto poco dopo.
"Quindi devo andare in giro con questi "cosi" che si vedono?" mi chiese in tono quasi disperato.
Io alzai le spalle, rispondendogli: "Avresti dovuto prevedere che sarebbe successo...".

Lui mi rivolse uno sguardo pieno di gelo, dicendomi poco dopo: "Vista la tua ultima frase il replay di ieri sera te lo sogni".
Si alzò, poi, dal letto, andando in bagno a farsi una doccia.
Io risi, sapendo benissimo che stava scherzando, e poi mi distesi di nuovo sul letto, leggendo il libro che mi ero messo in valigia.

"Dio, sei sexy pure mentre leggi" mormorò Jimin in tono sognante non appena uscì dal bagno con solo un asciugamano addosso.
Inutile dire, mi sa, che il replay della sera prima lo facemmo, alla fine...

(MINI) SPAZIO AUTRICE:

Insomma, che Jikooker sei se non metti un capitolo Jikook già al capitolo 2?

•I chose you {Taegi/Namjin}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora