45. Ti ho scelto quando mi hanno detto di non farlo

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TAEHYUNG

"Si può sapere perchè siete tutti qui? Io avevo semplicemente chiesto a Jimin di portarmi in stazione" disse Nam in tono quasi disperato, con gli occhi ancora gonfi, non appena Jimin arrivò nel luogo della posizione che gli aveva mandato Nam su Whatsapp, notandoci tutti e quattro in macchina.
"Eravamo fuori tutti insieme. Potevo lasciarli a piedi, secondo te?" gli rispose Jimin con sufficienza, dicendogli di salire se voleva sbrigarsi.

Nam lo fece, facendomi spostare nel sedile di mezzo, praticamente incollato a Yoongi. Ma, visto che era il mio ragazzo, non è che mi dispiacesse così tanto.

"Posso sapere perchè sto praticamente violando tutti i limiti per portarti in stazione?" gli chiese Jimin dopo un po' in tono ironico, facendo alzare, finalmente, lo sguardo a Nam.
"Jin" rispose solamente, iniziando a tormentarsi le mani.
"Eh? Cosa?" gli disse Jimin, pretendendo almeno una spiegazione.
"Se ne sta tornando a Taegu. Devo fermarlo. Mi ha lasciato una lettera dove mi ha scritto...delle cose. E mi sono reso conto che non posso lasciarlo andare, per quanto voi siate contrari ai miei sentimenti per lui" rispose lui sinceramente, posando, poi, un timido sguardo su di me.

Jungkook rivolse un sorriso furbo in direzione di me e Yoongi, dicendo poco dopo, in tono quasi entusiasta: "Visto? Avevo ragione io".
Nam fece uno sguardo confuso, aggrottando le sopracciglia e, poi, chiedendo a Jungkook cosa intendesse.
"Loro erano convinti che, ormai, l'avessi dimenticato. Io, invece, sostenevo che stavi solo aspettando.
Chiaramente avevo ragione io" gli rispose Jungkook quasi con aria di superiorità, beccandosi uno sguardo glaciale da Jimin.

Nam fece una risata, cercando, poi, di calmarsi.
Ma, per quanto ci provasse, non riusciva a smetterla di mordersi il labbro inferiore e di torturarsi le mani.

"Perchè sei così tanto nervoso?" gli chiesi dopo un po' in tono basso, sperando che così si sentisse più a suo agio nel parlarne.
"Ho paura di arrivare tardi" mi rispose semplicemente, rivolgendomi un sorriso di circostanza.
"Beh, se arriviamo tardi lo chiami al telefono e gli spieghi la situazione. Ed in qualche modo vi troverete da qualche parte, no?" gli dissi io, cercando di farlo calmare.
"Sì, lo so. Ma non sarebbe la stessa cosa, capisci?".
"Ah, ho capito. Vuoi una di quelle scene da film?" gli chiesi in tono divertito, riuscendo a fargli spuntare una reale risata.
"Stai tranquillo" gli dissi poco dopo, mettendogli una mano sull'avambraccio.

Lui annuii, rivolgendo, poi, uno sguardo quasi spaventato oltre al mio viso.
Mi girai all'istante anche io, notando Yoongi che mi stava fissando con aria torva.

"Che sei? Geloso?" gli chiesi in tono divertito, ridendo ancora di più quando lo vidi annuire con convinzione.
Così gli preso il viso tra le mani e lo baciai, forse lasciandomi trasportare un po' troppo...

"Ehi, ehi, ehi...staccatevi un attimo che sembra che stiate per togliervi i vestiti da un momento all'altro. E nessuno scopa nella mia macchina" ci avvertì Jimin in tono autoritario.
"Jimin, ma noi abbiamo..." iniziò a dire Jungkook, interrotto, però, dalle successive parole del suo ragazzo.
"Non osare continuare questa frase".

Tutti noi ci mettemmo a ridere, accorgendoci qualche istante dopo, però, di essere arrivati nell'enorme parcheggio della stazione di Busan.
Jimin parcheggiò nel primo posteggio libero, facendo cenno a Nam di darsi una mossa.

"Venite dentro anche voi, così mi aiutate a cercarlo. Se lo trovate prima voi di me fermatelo ed avvisatemi.
Tae, tu vieni con me visto che sono miope e non vedo tipo niente" disse Nam in risposta, facendo scomodare tutti dalla macchina.

Entrammo in stazione, separandoci in atrio. Nam ed io andammo a sinistra, verso i primi binari, mentre Yoongi, Jungkook e Jimin si diressero verso quelli a destra.

Cercai di aguzzare lo sguardo, notando, qualche minuto dopo, un ragazzo che da lontano sembrava molto simile a Jin. Era seduto su una panchina, con la valigia in mezzo alle gambe, che guardava l'orologio al suo polso.
Lo dissi subito a Nam, scuotendolo per una spalla.

Lui mi ringraziò con lo sguardo, dirigendosi velocemente verso quel ragazzo.
Io decisi di fare lo stesso dopo un po', mantenendomi ad una distanza di sicurezza però. Quella giusta sia per poter sentire cosa si fossero detti sia per non essere visto.

Vidi Jin alzare la testa con calma, trovandosi davanti un'ombra, aprendo quasi la bocca per lo stupore non appena si rese conto di Nam davanti a lui.
"C-che ci fai qui?" gli chiese balbettando Jin, non riuscendo a capacitarsi del fatto che Nam fosse lì.
Il mio amico, in risposta, tirò fuori la lettera di Jin dalla tasca del giubbotto, dicendogli poco dopo: "Abbiamo avuto la stessa idea. Quella di aspettare un mese, dico".

"Già. Ma...cosa vuol dire effettivamente il fatto che tu sia venuto qui?" gli domandò Jin in tono quasi spaventato, temendo un altro rifiuto.
"Mi pare ovvio, no? Non ho smesso di amarti...e non potevo lasciarti andare via senza dirtelo" gli rispose Nam alzando le spalle, facendo segno a Jin di alzarsi.
Lui lo fece, e così si ritrovarono faccia a faccia.

"Ma sei sicuro? Perchè io non..." iniziò a dire Jin, interrotto, però, dalle successive parole di Nam.
"Jin, ti ho scelto quando mi hanno detto di non farlo. E continuerò a farlo sempre. Non farti paranoie sul fatto che non vai bene per me, perchè, sinceramente, non me ne frega niente.
L'unica cosa importante è come ci sentiamo uno nei confronti dell'altro".

Jin rimase in silenzio per qualche secondo dopo quelle parole, guardando Nam con gli occhi lucidi ed iniziando ad accarezzargli una guancia.
"Nell'ultimo mese non ho fatto altro che pensare a te ed al fatto che volevo baciarti di nuovo" gli disse poco dopo.
"Anche io. Quindi direi che è il caso che tu mi baci".
"Qui davanti a tutti?".
"Non la vuoi la scena da film, scusa? Io che arrivo poco prima che tu parta, noi che ci dichiariamo amore eterno e tu che mi dai un bacio appassionato davanti alle comparse..." gli disse Nam in tono divertito, facendo ridere anche Jin.

Dopodichè i loro sguardi si rincontrarono e, conseguentemente, le loro labbra si aprirono in un enorme sorriso.
Fu nel momento stesso in cui vidi quei sorrisi che mi resi conto che, per quanto fossero incompatibili, erano veramente felici l'uno con l'altro.

E sapete cosa? Questa era la cosa importante.
Non tutti gli inganni o le minacce di Jin.
Ma quei sorrisi...

•I chose you {Taegi/Namjin}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora