50. Lo voglio

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JUNGKOOK

Ero fermo sull'altare da qualche minuto, aspettando l'entrata nella navata da parte di Jimin.
Ero completamente in ansia, ma Tae, seduto in prima fila in quanto mio testimone, riuscii a mettermi parecchio a mio agio con i suoi sguardi, facendomi persino tornare a respirare normalmente.

"La vedo nervoso" mi disse il prete che avrebbe celebrato il matrimonio, rivolgendomi, poi, un sorriso di circostanza.
"Beh, chi non lo sarebbe?" gli risposi in tono quasi ovvio, iniziando, poi, a torturarmi le mani.

"Lui che tipo è?" mi chiese dopo qualche istante, probabilmente con l'intenzione di calmarmi un po'.
"Complicato" risposi io in tono divertito, non riuscendo, però, a non sorridere solo al pensiero dei sorrisi che Jimin mi riservava.

"Lei è il primo che dice una cosa del genere" mormorò il prete in tono sorpreso, rivolgendomi uno sguardo piuttosto stranito.
"Non ne sono stupito. Siamo una coppia un po' singolare...e soprattutto incasinata da morire" gli risposi ancora con il sorriso sul volto, dovuto al fatto che non riuscivo a smettere di pensare che pochissimo tempo dopo avrei potuto definire Jimin come "mio marito".

"Si vede che lo ama molto".
"Grazie" dissi dopo qualche istante, rivolgendo un sorriso di circostanza alla persona che ci avrebbe sposato qualche minuto più tardi.

Dopodichè rimasi in silenzio, rivolgendo qualche occhiata furtiva nella direzione di Yoongi, Jin e Nam. Loro tre non fecero altro che rispondermi con dei pollici all'insù, riuscendo, anche se solo per un secondo, a calmarmi.

"Sta entrando" sentii dire all'improvviso dal prete, praticamente iniziando a sudare freddo subito dopo.
Ma, fidatevi, tutta l'ansia scomparve nel momento stesso in cui Jimin entrò nella navata a braccetto con sua madre, facendola, poi, sedere su una delle sedie circa a metà strada.

Continuò ad avanzare sicuro verso di me, con un sorriso bellissimo dipinto in faccia.
Quello che credevo di avere anche io, dopotutto.

Ci provai, lo giuro, ma non riuscii a non passare lo sguardo su tutto il suo corpo fasciato dal completo elegante, facendolo, poi, risalire fino ai suoi occhi.

Jimin salì velocemente i pochi gradini che lo avrebbero portato all'altare, mettendosi, poi, di fronte a me.
"Che la cerimonia abbia inizio" disse il prete al nostro fianco, iniziando, poi, a fare tutta l'introduzione.
Io non ascoltai neanche mezza parola, troppo impegnato a perdermi negli occhi e nel sorriso del ragazzo che avevo davanti.
Fu solo quando il prete disse i nostri nomi che mi risvegliai dalla "trance".

"Jimin e Jungkook, siete venuti a contrarre il matrimonio senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione?" ci domandò lui con calma.
"Sì" rispondemmo all'unisono, senza smettere di guardarci.
"Siete disposti nella nuova via del matrimonio ad amarvi ed onorarvi per tutta la vita?".
"Sì".

"Bene. Quindi...vuoi tu, Jeon Jungkook, prendere Park Jimin come tuo legittimo sposo, promettendo di essergli sempre fedele, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo ed onorarlo in tutti i giorni della vostra vita?" si rivolse a me il prete, inviandomi quasi uno sguardo di incoraggiamento di cui non sapevo di aver bisogno.
"Lo voglio" dissi in tono convinto dopo un po', prendendo le mani di Jimin.

"E vuoi tu, Park Jimin, prendere Jeon Jungkook come tuo legittimo sposo, promettendo di essergli sempre fedele, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo ed onorarlo in tutti i giorni della vostra vita?".
"Lo voglio" rispose lui con altrettanta sicurezza, stringendo ancora di più la presa sulle mie dita.

Dopo quelle parole Tae si alzò dalla sedia sulla quale era seduto, tirando fuori dalla tasca della giacca la scatola con gli anelli e porgendomela.
Io la presi con calma, tirando fuori l'anello di Jimin ed infilandoglielo al dito senza smettere di guardarlo nei suoi occhi colmi di gioia.
Dopodichè lui fece lo stesso, rivolgendomi un sorriso sincero dopo aver compiuto quel gesto.

Ci fu qualche secondo di silenzio, dopo i quali il prete disse: "Con il potere conferitomi vi dichiaro marito e...marito. Potete baciarvi".
Tutti risero al secondo "marito", anche Jimin ed io, ma al termine di quelle parole le nostre labbra si unirono nell'ennesimo dei nostri baci, consapevoli del fatto che ce ne sarebbero stati tanti altri.

Non appena le nostre labbra si incontrarono partirono applausi per tutta la sala, quasi come se fosse l'evento più importante sulla faccia della Terra.
Ci staccammo dopo qualche secondo, guardandoci negli occhi ancora per un po'.

Fu solo dopo questo gesto che rivolsi lo sguardo verso le persone sedute sulle sedie di fronte a noi, notando, come prima cosa, le lacrime di mia sorella.
Hobi era lì che le passava una mano sulla schiena, cercando di farla calmare, ma si vedeva benissimo che quelle erano solamente lacrime di gioia.

Le rivolsi uno sguardo calmante che lei percepì all'istante, rispondendomi con un sorriso sincero.
Ecco, fu in quel momento che mia sorella si mostrò, finalmente, come la persona sensibile e con il cuore enorme che è sempre stata prima della morte di nostra madre...

Poi passai lo sguardo su Nam, Jin e Yoongi, seduti vicini e con gli occhi lucidi, che mi rivolsero tutti e tre un sorriso enorme.

Fu non appena girai la testa verso l'altro lato della sala ed incontrai lo sguardo colmo di felicità di Tae che mi resi conto che tutto quello che era successo nel passato, tra di noi, era svanito nel nulla, lasciando spazio per quelle due bellissime ed incasinatissime storie d'amore che avevamo scelto di vivere.
E non solo le nostre erano incasinate. Nam e Jin reggevano benissimo il confronto.

Ma, come mi aveva detto Jimin più di un anno prima, le storie incasinate sono quelle più belle...

SPAZIO AUTRICE:
Non voglio dire molto ora perché parlerò già abbastanza nei ringraziamenti che metterò tra poco.

E, per favore, leggeteli perché sono molto importanti e, in più, ci saranno dei piccoli spoiler sulla mia muova storia🤭✌🏻❤️.

•I chose you {Taegi/Namjin}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora