30. Non sono così coraggioso

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NAMJOON

Il mio umore nei giorni seguenti era praticamente a terra.
Essere stato mandato via da casa di Jin dopo che quest'ultimo aveva anche risposto al mio bacio mi aveva fatto male. Soprattutto per il fatto che mi aveva detto che non l'aveva fatto perchè non gli piacevo, ma perchè aveva "paura di rompermi". Insomma: cosa vuol dire? Non ha un senso.

Aver mentito a Tae, invece, mi faceva sentire una persona orribile. Okay, non avevo propriamente mentito, avevo omesso di raccontare delle cose che sapevo. Ma...come potevo dirgli dei miei sentimenti per Jin e del nostro bacio sapendo già quale sarebbe stata la sua reazione?

In tutto questo avrei almeno voluto parlare con Jin di quello che era successo, alla casa di riposo durante i nostri turni di volontariato, ma non si presentò nè mercoledì nè venerdì. E, fidatevi, sapevo benissimo che stava facendo questo a causa mia.

Avevo appena finito il turno di venerdì quando ricevetti il suo messaggio. Il messaggio che ha cambiato praticamente tutto.
Inutile dire che non appena lo lessi e non appena mi resi conto delle parole: "Vorrei solo che tutto finisse" temetti il peggio.

Fu per questo che radunai in fretta tutte le mie cose e corsi a perdifiato fino a casa sua, ringraziando il cielo per il fatto che sapessi dove fosse visto che mi ci aveva portato qualche giorno prima.

Speravo solo di non arrivare troppo tardi...sempre che avessi interpretato correttamente le sue parole.

Iniziai a piangere senza nemmeno rendermene conto, notando la cosa solo non appena le lacrime scesero fredde sulle mie guance.
Il solo pensiero che lui avesse potuto anche solo pensare di fare quello che continuava a scorrere nella mia mente mi faceva quasi morire.
Tutto perchè perderlo, per quanto strano, assurdo e sbagliato possa sembrare, era l'ultima cosa che avrei voluto...

Non appena arrivai davanti alla porta di casa sua, respirando affannosamente, bussai all'impazzata, sperando che qualcuno, dall'altra parte, mi avrebbe aperto.
Fu solo dopo qualche minuto che questo successe, rivelando un Jin piuttosto malandato, con occhi gonfi e le lacrime che ancora gli solcavano il viso, davanti a me.

"Stai bene allora" riuscii a mormorare dopo qualche secondo, praticamente fiondandomi tra le sue braccia.
"S-sì" balbettò lui in tono stranito, allontanandomi dal suo corpo.
"Sai, viste le tue parole pensavo che avresti provato a..." iniziai a dire per spiegargli il motivo della mia preoccupazione, non riuscendo, però, a finire la frase.

Lui sembrò capire solo dopo qualche secondo, rispondendomi praticamente all'istante: "Non sono così coraggioso, Nam. Se lo fossi sarebbe stato tutto più facile".
"Perchè dici così?" gli domandai in tono quasi disperato, odiando il fatto che lui non faceva altro che biasimare se stesso per qualsiasi cosa.

"Perchè faccio schifo pure a me stesso. Fin da quando sono bambino. Ed è da quando sono tornato che questa sensazione è ancora più forte dentro di me. Probabilmente per tutte le stronzate che ho fatto dal singolo istante in cui ho rimesso piede qui" mi rispose lui in tono secco, incamminandosi fino in cucina con passo calmo e cadenzato.
"Jin, tu non..." iniziai a dire poco dopo, interrotto, però, dalle sue parole seguenti.

"Perchè sei venuto qui, comunque?" mi chiese infatti, facendomi quasi andare su tutte le furie.
"Ma secondo te? Mi hai mandato quel messaggio, con il quale ho temuto il peggio. Ero preoccupato per te. Anzi, preoccupato è riduttivo. Come diavolo puoi chiedermi perchè sono qui?" gli risposi in tono alterato, puntandogli un dito addosso ed avvicinandomi pericolosamente al suo viso.

"Ho scritto quel messaggio in un momento di debolezza. Non avrei mai dovuto mandartelo" disse abbassando lo sguardo ed allontanandosi un po' da me.

Ve lo giuro: in quel momento avrei voluto dargli un pugno in faccia. Nel senso: ma cosa diavolo stava facendo?

"Perchè hai risposto al mio bacio l'altro giorno?" gli chiesi all'improvviso, cercando di portare il senso del discorso dove volevo io.
"M-ma perchè me lo chiedi?" rispose lui quasi sulla difensiva, indietreggiando ancora e posandosi con le mani sul mobile dietro di lui.
"Rispondi e basta" gli intimai tornando ad avvicinarmi.

"Perchè mi piaci, te l'ho già detto l'altro giorno" mi rispose quasi imbarazzato, tornando ad abbassare lo sguardo.
"Ed allora perchè mi hai cacciato e sei andato da Tae piangendo a dire cose che non pensi nemmeno più?".

Lui sbarrò gli occhi dopo la mia domanda, probabilmente non immaginando che potessi sapere di quello che era successo a casa di Tae.

"Perchè...non voglio che tu stia male a causa mia. Nam...sono un casino. Finirei per far diventare un casino anche te. Ho troppe cose dentro di me che devo aggiustare..." mi disse praticamente mormorando, rivolgendomi un'occhiata quasi malinconica alla fine delle sue parole.

"In tutta sincerità: non hai niente da aggiustare, Jin. Perchè non sei "rotto". E, sì, magari sei un casino perchè continui ad odiare te stesso da probabilmente tutta la vita, ma non voglio rinunciare a te" gli risposi in tono sincero, avvicinandomi ancora un po' a lui, ma questa volta con calma.
"Perchè mi stai dicendo tutto questo?".
"Perchè mi sto innamorando di te. Non so come o quando sia successo, ma è successo e non posso farci niente" dissi alzando le spalle, quasi come se quelle parole fossero una cosa ovvia.

"Come ti sei potuto anche solo interessare ad uno come me?" mi domandò solamente, avvicinandosi anche lui a me senza che gli dicessi niente.
"Te l'ho già detto che mi piacciono i ragazzi difficili..." gli risposi in tono sarcastico, ottenendo una sottospecie di risata da parte sua.

"Non voglio farti del male..." sussurrò poco dopo, iniziando ad accarezzarmi una guancia quasi con serenità.
"Non me ne farai" gli dissi io, convinto al cento per cento di tutto quello che stavo dicendo.

Lui rimase ancora un po' ad accarezzarmi la guancia, come se solo questo gesto potesse calmarlo.
Io cercai di togliergli i rimasugli di lacrime dal volto con la manica della felpa, chiedendomi cosa diavolo avesse fatto per avermi dovuto mandare quel messaggio...
Ma accantonai per un attimo quella questione, concentrandomi solo sulla persona che avevo davanti in quel momento.

"Posso?" mi chiese dopo qualche secondo, facendomi fare una faccia confusa perchè non capivo a cosa si stesse riferendo.
Lui, in risposta, si avvicinò ancora di più a me, puntando dritto alle mie labbra con aria insicura.
Io capii le sue intenzioni, prendendogli la nuca con una mano ed avvicinando il suo volto al mio con calma, fino a quando le nostre labbra non si scontrarono.
Non fu un bacio bisognoso o passionale o altro. Fu un semplice bacio leggero, che, però, mi diede tutte le emozioni del mondo...

SPAZIO AUTRICE:
Sinceramente, non so se mi state odiando per la piega "felice" che sta prendendo la vita di Jin oppure siete felici per lui visto che avete capito anche voi che è un cucciolo sperduto, ma dettagli...

•I chose you {Taegi/Namjin}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora