ventitrè.

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Di lei vorrei quelle volte che camminerà per le strade senza di me

Tyler stava meglio dopo aver parlato con la madre, era troppo testardo per ammetterlo ma stava decisamente meglio. Aveva ammesso tutto quello che c'era da ammettere, una cosa su tutte era la pelle d'oca che sentiva tutte le volte accanto a Luna.. e quello, davvero, l'aveva fatto sentire immediatamente meglio come se si fosse appena liberato di un peso che le sue spalle non sarebbero più riuscite a sostenere. Aveva appena parlato con Lori liberamente come forse non faceva da troppo tempo dicendole tutto e l'aveva vista sorridere alla fine di un sorriso che in quel momento era sicuramente valso più di mille parole. Era bastato quel sorriso per farlo arrossire e desiderare di nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, ed era bastata anche la risata che alla donna era sfuggita dopo qualche secondo per far ridere anche lui senza più troppi pensieri ad affollargli la mente senza più troppi problemi impossibili da risolvere. Se n'era accorto di stare meglio già qualche istante dopo e se n'era accorto anche Tanner quando lo aveva visto poche ore più tardi e non era riuscito a fare a meno di sorridere come uno stupido a dirgli che gli voleva bene davvero tanto e che era felice di averlo li con lui in quel momento così importante per la sua vita. Chiunque lo aveva notato si vedeva lontano un miglio che Tyler era più sereno e questo rendeva molto più semplice starci insieme. Lo aveva notato anche Dylan nonostante la distanza la prima volta che l'aveva sentito in videochiamata e istintivamente era venuto da sorridere anche a lui tanto quanto stava sorridendo l'amico, forse anche un pò di più.. e più di tutti lo aveva notato Holly. Holly, beh lei era sicuramente contenta che il proprio migliore amico stesse meglio dopo settimane di apatia e poche parole scambiate quasi come se fossero obbligati a parlarsi. Era felice di vederlo così, di nuovo bene. Contenta di vederlo sorridere ogni volta che facevano una videochiamata insieme per tenersi aggiornati sugli eventi o che semplicemente sentiva, passando di li, le conversazioni con gli altri, anche per niente a volte. E quel sorriso che era rinato sulle labbra del moro da un paio di giorni faceva sorridere anche lei di riflesso, più o meno certo, perchè ora era Holly che non stava bene. Era Holly che non voleva parlare con nessuno per paura di esplodere nel bel mezzo di una frase, era lei che passava minuti interi a fissare qualcosa nel vuoto della cucina che condivideva con il suo ragazzo estraniandosi completamente finendo forse sullo stesso pianeta nel quale si erano rifugiati loro due per settimane intere.
Solo con pensieri diversi. Diversi perchè lei non riusciva più a smettere di pensare a quelle parole che per sbaglio aveva origliato nella penombra delle scale, tra Luna e Dylan. Sul momento avrebbe voluto essere da un'altra parte, distante migliaia e migliaia di chilometri, poi piano piano le aveva assorbite quelle parole. Aveva iniziato a pensarci, sperando che qualcuno arrivasse all'improvviso e le dicesse che aveva sentito male, che doveva aver sentito male. Perchè lei stava bene, giusto? E andava tutto bene come sempre giusto? Forse era vero, o forse no. Non aveva nemmeno importanza, non più di tanto in fin dei conti. Quello che aveva importanza era che l'avesse sentiti chiaramente mentre confessava di volerlo fare a pezzi con le sue stesse mani se solo avesse potuto.. non se l'era immaginato, come non aveva immaginato quella sensazione allo stomaco, come e il proprio cuore vi ci fosse appena sprofondato dentro e non riuscisse più a tornare al proprio posto, al centro del petto. Ed era ancora fuori posto dopo settimane, il suo cuore, e c'erano momenti nei quali sentiva quasi come se non ce l'avesse più, come fosse improvvisamente e completamente vuota.
E ci stava ancora pensando quando, una sera, finito il lavoro e uscendo dal solito bar con il resto dei ragazzi decise che non poteva più aspettare. Non poteva più varcare la porta d'ingresso di casa sua come se non fosse successo niente. Non poteva andare da Dylan e abbracciarlo e posare le sue labbra sulle sue come se non l'avesse sentito nasconderle qualcosa, qualcosa che solo Luna sapeva. La propria cugina, che non sarebbe dovuto essere un peso che forse non era niente di che in fondo e forse era anche lo stesso per Dylan e forse la sciocca era solo lei che ci stava pensando troppo. Ma lui le stava comunque nascondendo qualcosa e per quanto Holly volesse fingere il contrario e cancellare quell'informazione dalla propria mente, semplicemente non poteva, non ci riusciva. Ora era diventato inevitabile parlare con l'unica persona che l'aveva sempre ascoltata senza mai fare troppe domande, per questo stava salendo i pochi scalini del vialetto di casa loro. Sapeva che Ian l'avrebbe aiutata stando accanto a Luna quella sera, così aveva bussato subito alla porta prendendo un respiro profondo ma solo per sicurezza. E forse anche un pò per la strana sensazione che sentiva pizzicare agli angoli degli occhi come se stesse per piangere, completamente senza motivo. Ma ad aprire la porta non fu quello che si aspettava. Si aspettava Dylan, mentre si allungava per posarle un delicato bacio su quelle labbra rosse mentre si infilava di corsa una maglia in modo distratto come sempre, che girava in casa sempre mezzo nudo e ormai non era più una cosa assurda. Si aspettava un suo sorriso come sempre, uno di quei suoi abbracci come sempre. E poi le avrebbe chiesto come stava, se era per la stanchezza che era dovuto quel muso lungo che Holly sapeva perfettamente di avere. L'avrebbe fatta ridere mentre le preparava la cena con lei seduta sul piano li accanto perchè Dylan ci riusciva sempre e senza nemmeno sforzarsi troppo. Gli veniva naturale, e la ragazza non credeva che fosse perchè erano innamorati, non solo per quello almeno, ma si ritrovò il suo ragazzo, bello come sempre, con i capelli castani scompigliati come sempre e maglia larga disordinata come sempre. E aveva quei bellissimi occhi scuri che lei tanto amava ma che questa volta si chiusero leggermente quando incontrarono quelli verdi di Holly, come fosse l'unica persona al mondo che si aspettava di vedere in quello stato, o che voleva vedere, sapendo già cosa avrebbe dovuto affrontare pochi istanti più tardi. Sapeva già tutto senza bisogno di dire nulla.
" credo che dobbiamo parlare"
Holly sorrise appena, ma poi quell'espressione venne subito sostituita da un mix di emozioni sul suo viso a metà tra il confuso, l'irritato e l'arrabbiato quando lo vide abbassare le sopracciglia e stringere un pugno lungo il fianco. Più che altro arrabbiata come se la sua mente fosse giunta alla conclusione senza sapere nulla come se avesse lasciato andare i pensieri, senza alcun freno.
" vi ho sentiti l'altra sera"
Aggiunse in fretta notando come avesse reagito e come sembrasse sul punto di voler scomparire dalla faccia della terra. A quelle parole però, il ragazzo lasciò andare una mezza risata un pò nervosa nell'aria senza nemmeno preoccuparsi di nasconderla.
" mi chiedevo quando saresti riuscita a farmi questa domanda sai"
Ridacchiò il ragazzo dai capelli scuri, sollevato in un certo senso che lei avesse capito per tutto quel tempo da sola, che in un certo senso non giudicasse, che non avesse fatto domande. Scosse appena la testa, divertito in fondo dal fatto che la sua ragazza avesse dal primo istante capito tutto e forse anche andata bene, meglio di quanto non si era aspettato prima di fare il giro del tavolo e abbracciarla e baciarla come aveva sempre fatto e come sempre avrebbe fatto per tutta la sua vita. Ridere era da sempre stato il suo modo per iniziare una conversazione, nonostante avesse già intuito dall'espressione della ragazza dai capelli biondo fragola che ci fosse qualcosa fuori posto, qualcosa che non andava, e sapeva anche che cosa.. ma ammetterlo gli era sempre stato difficile. Più che altro per il sorriso che le era appena sparito dalle labbra, mentre si sedeva sul letto dalle coperte color panna che condividevano, con le ginocchia al petto e si passava una mano tra i capelli. Aveva davvero bisogno di parlare, aveva davvero bisogno di sapere, solo non sapeva da che parte iniziare. Da lui, da Luna, da Tyler, da se stessa. Dalla strana sensazione allo stomaco che aveva sentito tutto il giorno, fin da quando si era svegliata quella mattina. La ragazza sentì il suo uomo sedersi accanto a lei, anche se se ne accorse a malapena, immersa di nuovo nei suoi pensieri e una mano sfiorarle il ginocchio prima di stringere appena la presa. Avrebbe potuto dirgli tutto, lui avrebbe ascoltato,  anche le sue parole contro di lui perchè sapeva che ci sarebbero state, avrebbe potuto urlare e lui non l'avrebbe fermata, sarebbe potuta scoppiare in lacrime e Dylan l'avrebbe stretta a se sussurrandole che sarebbe andato tutto bene alla fine. E forse era stato proprio questo motivo a convincerla a farsi avanti e scoprire tutto ciò che c'era da sapere, perchè non si sarebbe dovuta nascondere non con lui, non tra di loro. E alla fine glielo disse, gli disse solo che si era sentita strana tutto il giorno, che era come se si sentisse in colpa per non aver mai fatto abbastanza per la più piccola delle due, che si sentiva in colpa per non aver capito prima che c'era qualcosa di più grande di lei che la turbava. Che si sentiva in colpa ma che onestamente non avrebbe nemmeno dovuto sentirsi in colpa. Gli disse della strana sensazione alla bocca dello stomaco come se in fondo sapesse già tutto ma che non voleva accettarlo, forse non poteva accettarlo. Del senso di inadeguatezza che si sentiva addosso da un pò, e non andava via, qualsiasi cosa facesse. Gli disse dei pensieri che le vorticavano in mente, pur senza specificare ma che sapeva lui avrebbe capito subito. E disse tutto in un sussurro, che se non fossero stati nel silenzio più completo probabilmente non si sarebbe sentito nulla. Ma Dylan la sentì. La sentì chiedere aiuto, in quel sussurro. E capì cosa ci fosse fuori posto solo a guardarla trattenere le lacrime e stringersi su se stessa come per tenere insieme tutti i pezzi. Capì che aveva sentito tutto e che alla fine lei sapeva già tutto, che lo aveva sempre saputo senza bisogno di sentirselo dire a parole. Che forse tutti lo avevano sempre saputo ed era stata una grande stronzata tenerlo nascosto per tutto quel tempo che adesso sembrava così assurdo.
" hai parlato con Luna?"
Le chiese il ragazzo adeguandosi tranquillamente al suo tono di voce, senza alzarla troppo per non turbarla, lasciandole ad un sussurro che la stanza era gremita solo di pensieri, non di persone. Holly l'avrebbe sentito, bastava davvero poco perchè lo sentisse e la ragazza sospirò socchiudendo gli occhi abbassando le palpebre per qualche istante prima di trovare il coraggio di riaprire gli occhi e rispondere. Avrebbe potuto scuotere la testa e Dylan l'avrebbe comunque capita. Ma la verità era che non poteva tenersi tutto dentro senza scoppiare non ce la faceva più.
" non lo so non ci riesco"
Avrebbe anche voluto dire di più, ma fu tutto quello che riuscì a dire, continuando a sussurrare mentre il ragazzo le scostava delicatamente una ciocca di capelli dal viso. Senza fare pensieri, senza aspettarsi un discorso di proporzioni epiche non tutto insieme. Le avrebbe lasciato il proprio tempo, il proprio spazio perchè non c'era alcuna fretta.
" non sai cosa dirle o hai semplicemente paura di dirglielo?"
" che differenza fa?"
Altro sospiro leggero quanto un alito di vento a primavera, forse meno del battito delle ali di una farfalla, forse molto meno.
" sembra solo la calma prima della tempesta"
Riuscì ad aggiungere, il tono di voce più alto, appena più udibile ma sempre come se non volesse farsi sentire come volesse nascondersi, sparire.
" e cosa scatenerà la tempesta?"
Le chiese il ragazzo con delicatezza, prendendole una mano e facendole scivolare le dita tra le proprie. Lo facevano fin dal loro primo incontro qualche anno prima su quel set dove tutto era iniziato, e forse avrebbero continuato a farlo per sempre.
La ragazza si morse il labbro inferiore, ma a quel gesto le venne da sorridere.. si sentì un pò più leggera, come le avesse tolto qualche peso dalle spalle senza fare più di tanto, e lo disse, senza farsi troppi problemi a quel punto. Senza temere chissà quale reazione, senza temere una scenata che non sarebbe mai arrivata. Senza trattenere una smorfia che per un attimo le distorse le labbra, il naso il viso intero.
" lui l'ha già scatenata la tempesta"
Tyler, Tyler avrebbe scatenato la tempesta, un uragano che sarebbe partito da quel piccolo quartiere, avrebbe acquistato potenza sull'oceano e si sarebbe scagliato su Luna senza alcuna pietà, senza fermarsi davanti a nulla. Non era colpa sua in realtà, forse non era colpa di nessuno.
" lui scoprirà tutto prima o poi"
Ammetterlo aveva quasi un sapore strano ma Dylan non fece nessun movimento se lo aspettava anche lui fa tempo ormai.
" sempre se non lo stia già capendo"
Ed era vero, lui capiva sempre tutto prima del previsto, lo faceva dal primo giorno solo perché ne era innamorato, e amare una persona era più che guardarla negli occhi sorridendo sentendo il cuore che batte forte, era molto di più, era tutto un altro mondo, era anni luce da qualsiasi cosa si fosse potuta mettere tra loro due fino a quel momento.
" lo so ed è questo che mi spaventa"
" e.."
" la cosa che mi fa più male è che per un secondo volevo dirgli tutto e mettere fine a qualsiasi stronzata si stesse creando da sola"
Ammise Holly con un leggero tentennamento nella voce. Come non volesse ammetterlo, come se ammetterlo le facesse troppo male, come potesse spezzarla da un momento all'altro, e quando si voltò appena per guardare Dylan la sua espressione le fece venir voglia di ridere. Senza alcuna allegria, lui sembrava sorpreso, a dir poco delle sue parole, sapeva quanto volesse bene a Luna così come lui amare loro due insieme a livelli probabilmente incalcolabili, e perchè lei era sempre stata quella che volente o nolente credeva che sarebbero finiti insieme, a discapito della distanza delle paure e delle insicurezze, alla fine di tutto erano fatti per stare insieme. Quella risata amara durò poco, però. Un attimo, e Dylan la vide sbattere velocemente le palpebre e piangere senza far rumore, senza riuscire a fermarsi, magari anche senza riuscire a capire perchè. Aveva trattenuto quelle lacrime tutta la settimana, l'avevano riempita e ora stava esplodendo. Senza distruggere null'altro che se stessa, nel processo. Le lacrime le scorsero lungo le guance, portarono via il dolore il mascara tutto quanto. La lasciarono svuotata, senza quasi ricordarsi come si faceva a rimettersi insieme dopo essersi frantumata. Si sentì tirare più vicina, abbracciata come se stessero cercando di rimetterla insieme perchè da sola era impossibile. Non c'era nient'altro da fare se non accarezzarle la schiena lasciandole un bacio tra i capelli.
" si risolverà tutto vedrai. E Luna non ti odia e mai lo farà okay? Questa lontananza forse farà bene ad entrambi. Capirà te lo prometto"
Non era per niente una cattiva idea, per quanto la ragazza odiasse ammetterlo, per Luna stare lontana da Tyler le avrebbe fatto male forse, all'inizio. Ma poi avrebbe capito e allora non ci sarebbe stato più niente da fare. Si sarebbe schiarita le idee, rimanere da sola per un pò per capire per chi siamo fatti in realtà. Pensieri meno autodistruttivi, sarebbe bastato respirare da sola per capire che in realtà si vuole solo respirare in due. Che respirare in due in fondo è più facile, rende tutto più chiaro e trasparente di quello che ci appare. E sarebbe così bastato fare un passo avanti, uno dopo l'altro nella stessa direzione per capire che quella è la direzione giusta.

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