trentaquattro.

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Suonerà più forte ad ogni tua parola fino a che saremo una voce sola.

Non sapeva nemmeno cosa si fosse aspettata dagli amici di Tyler, quella sera. Insomma, guardando lui ci si sarebbe aspettato un gruppo di ragazzi tranquilli che amavano passare la serata nel loro solito bar con una bottiglia di birra in mano e tanta musica. Nessuno andava mai oltre a quello che erano, si fermavano tutti alla facciata degli amici in compagnia di una star famosa che sfruttavano la sua popolarità per entrare alle feste. Quello che però non si vedeva guardandoli erano i pensieri, le passioni. Non si vedeva che Ben aveva sempre un quaderno con se, Mike che tirava fuori citazioni apparentemente assurde ma che in fondo erano sempre profonde e con un gran senso logico. Sarebbe potuto sembrare strano Amy con tutti quei suoi tatuaggi quasi quanto quelli di Luna e che invece studiava letteratura contemporanea proprio come amava lei, e allora era scontato vedere come le due ragazze non si erano staccate l'una dall'altra per tutta la serata a parlare di libri e di autori che in molti non avevano mai sentito nominare. Poi c'era Zac che guardandolo da fuori sembrava il tipico ragazzo che si perde a guardare il vuoto davanti a se per ore intere, ma nessuno conosceva la sua passione per la fotografia, che andava sempre in giro con una macchina fotografica appesa al collo per catturare anche la cosa più stupida, ma solo smorfie e una nuvola di fumo particolarmente interessante. Quello Luna ammirava di loro, tutti apparentemente uguali ma molto diversi ma si sentiva a suo agio, al posto giusto senza smettere di ridere neanche un istante. Ognuno di loro per un motivo o per un altro erano il pezzo mancante di un puzzle che aveva preso forma piano piano nel corso del tempo senza far fatica. Quell'atmosfera le piaceva da matti. C'erano le bottiglie di birra ormai vuote, e il fumo delle sigarette che passavano di mano in mano che creavano delle grandi nuvole quasi troppo denso da respirare in quel piccolo bar storico. I divani forse troppo pochi per quel gruppetto di amici il che sfociava nel ritrovarsi sulle gambe di Tyler e a dire il vero era l'ultima cosa che a Tyler sarebbe dispiaciuta di quella sera. Amy stava ballando in tutta quella gente, fuori tempo e troppo ubriaca per ricordarsene la mattina dopo, con Mike che cercava inutilmente di farla scendere e finiva per ridere nel vederla imbronciata perchè voleva ballare solo altri cinque minuti. Holly era quasi addormentata sulla spalla di Dylan, c'era chi parlava di tutto e di niente, chi continuava a mandare giù un sorso di quella birra rossa, e chi si godeva solo quel momento senza pensare a nulla. Luna chiuse gli occhi per un istante attirando l'attenzione del ragazzo sul quale era ancora comodamente seduta grata che non ci fossero posti per tutti.
" tutto okay?"
" vieni a fare due passi con me? Mi gira la testa Ty"
E forse aveva bevuto troppo, fumato troppo, o forse era solo lui che la guardava con quegli occhi splendenti nella penombra di quella stanza buia. Gli sussurrò talmente vicina al suo orecchio da non poter fare fatica a sentirla, da bastare a creare una bolla nella quale si rifugiavano quando si stancavano di stare in mezzo alla gente e volevano stare da soli, da bastare da farlo annuire senza bisogno di pensarci due volte prima di alzarsi e seguirla prendendola per mano stringendo e la dita e intrecciandole con le proprie. Nonostante la testa che girava e lo sguardo attento di Holly addosso, lo sentiva ancora prima di incrociare gli occhi con i suoi e vederla sorridere maliziosa con le sopracciglia a muoversi divertite e le labbra a mimare una parola, una sola, riconoscibile anche a distanza.
Vivilo.
Stare con lui da sola era diventata la normalità ma allo stesso tempo la innervosiva perchè era come se sentisse che si avvicinava il momento della verità mentre insieme attraversavano la strada e raggiungevano la spiaggia e iniziare a camminare sulla sabbia fredda, tenendosi per mano, le dita incastrate le una nelle altre e uno degli anelli di lui a premerle contro la pelle.
" siamo una bella compagnia infondo"
" si li adoro"
" non è poi così strano ti assomigliano in un certo senso, soprattutto Amy"
Rise anche lui contagiato dalla sua mezza risata incastrata in gola. Non disse niente però. Avrebbe potuto ma prese solamente un respiro più profondo e cambiò la presa sulla mano di quella piccola ragazza accarezzandole le dita come fossero fatte di vetro, fragili, come volesse stare attento a non farle del male.
" forse mi piacciono perchè io sono come loro"
Il fatto che stesse osservando il mare le diede la scusa perfetta per nascondere quel sorriso che non voleva abbandonare quelle labbra così rosee.
" forse ti voglio proprio perchè sei come loro, come me "
La sua voce era ferma e decisa, non era più un segreto per nessuno, ce l'aveva sulla punta della lingua da giorni e aveva finalmente trovato il modo di farsi sentire, volare libere nell'aria, leggere quanto lo era l'aria stessa e raggiungere le sue orecchie come una carezza. Era come se un peso gli si togliesse di dosso e potesse tornare a respirare. Forse si sarebbe dovuto sentire in difetto e aveva paura di essere respinto di nuovo, di sentire di nuovo quella frase nelle orecchie forte come una lama che ti trafigge il petto senza preavviso.
" anche io voglio te.. l'ho sempre fatto Tyler"
Lei non era mai così spontanea, non con chi la faceva sentire debole e forte allo stesso tempo.
Lui era ancora li.
E forse significava che infondo lui l'aveva sempre saputo ma le aveva lasciato il suo tempo, sperandolo nel mentre.
" io devo dirti un paio di cose a proposito"
Le disse Tyler dopo una manciata di secondi, senza smettere di starle vicino, senza staccare la mano dalla sua. La sentiva irrigidirsi sotto al suo tocco cercando di immergersi in quei suoi pensieri lontani con la paura che potessero raggiungerla fino a li.
" respira bimba okay? Voglio solo parlarti"
" okay allora"
Smettere di guardarlo poteva forse aiutarla a non farsi mangiare viva da tutto il resto? Non lo sapeva ma non riusciva a staccare gli occhi dai suoi. Tyler anche prese un respiro profondo alzando lo sguardo alle stelle, sentiva le parole incastrarsi in gola, o sulla punta della lingua, sentendosi però uno stupido completo.
" ho parlato con Dylan"
Riuscì a sussurrarle solo quelle parole lasciando che la colpissero in pieno voltandosi di scatto verso di lui a mezzo metro da lei perchè non si aspettava di sentire questo e non c'era nulla che potesse inventare stavolta, nulla che potesse uscire dalle sue labbra se non il respiro che aveva trattenuto.
" non avrebbe dovuto dirtelo"
" già avresti dovuto dirmelo tu"
Tra tutti i suoi pensieri, perchè, era quello che urlava di più, quello che spingeva di più per farsi sentire, per trovare una risposta. Spingeva tanto da accelerare il respiro e il battito del cuore tanto che forse quel cuore Tyler poteva anche sentirlo nitido nelle orecchie.
" Tyler perchè"
" pensavo fosse ovvio"
" no non lo è.. io non ho parlato con nessuno"
" so degli incubi ma perché non me ne hai parlato prima?"
" sono una cosa senza senso che è finita okay? Non ha importanza adesso"
Lasciò andare le parole tutte insieme con la voce più alta di quello che si aspettava e le mani buttate per aria, e avrebbe continuato all'infinito buttando parole su parole se Tyler non avesse preso le sue mani fra le proprie guardandola fisso negli occhi.
" che ti ha detto Dylan?"
Seppur nervosa e confusa riuscì a parlare più tranquillamente e lui sorrise perchè non era arrabbiato come avrebbe dovuto, non lo era affatto.
" parlami tu stavolta.. abbiamo detto che affrontiamo tutto insieme, siamo io e te e nessun altro"
Lui continuò a parlare e lei a guardarlo avendo paura che i suoi occhi potessero parlare e fare rumore. Boccheggiava in difficoltà in cerca di una risposta da dargli. Si meritava la verità in fin dei conti, per quanta paura avesse di fargli male, o forse si meritava solo una possibilità di entrare nel suo mondo per quanto pericoloso potesse rivelarsi per entrambi.
" hai ragione scusami"
" ehi io ti amo, quando sarai pronta, ma non nascondermi più niente, io resto qui con te non vado da nessuna parte"
La amava e cristo avrebbe rifatto tutto quello che aveva fatto un altro milione di volte, e avrebbe detto di nuovo tutto quello che le aveva detto pur di poterla avere così vicina, così bella che gli toglieva il respiro. Lei gli rubava l'aria e la usava per se, per sopravvivere, e non riusciva a fargliene una colpa. Niente sembrò importare in quell'istante. A lui non serviva nemmeno una risposta, poteva già scorgerla in quelle iridi chiare come il mare ed era apposto così.
" ti amo anche io"
Gli occhi del moro urlavano senza dire nulla, urlava insulti su quanto fosse stato un'idiota a non pronunciare prima quelle due paroline, a come si fosse sentito tenuto sulle spine fino ad ora. Urlavano amore puro, quegli occhi. Ed entrambi provarono una felicità mai vissuta prima mentre i loro nasi si sfioravano senza toccarsi troppo, una felicità che dopo un'infinità di giorni incalcolabile li fece sentire abbastanza leggeri da volare via, sfiorare le nuvole.
E magari anche camminare su di esse.

A un passo da te  (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora