ventisette.

125 8 0
                                    

Vorrei trovare l'alba dentro a questo letto quando torniamo alle sei mi guardi e mi dici che vuoi un'altra sigaretta, una vita perfetta.

Luna aveva passato la notte in bianco, l'ennesima per lei in quel periodo. All'inizio, una volta distesa sul letto non era stato facile pensare razionalmente, un pò per l'alcol ancora in circolo, anche se minimo che non aveva smaltito ancora del tutto, un pò per il carico di adrenalina ancora circolante. La sensazione delle labbra di Tyler sulle sue era ancora troppi viva e presente per poter minimamente pensare a qualcos'altro. Se provava a chiudere gli occhi non era difficile ricostruire nei minimi dettagli ogni istante di quella serata. Anche le immagini erano forti e nitide, i suoi occhi semichiusi e le labbra distese in un sorriso abbozzato, la barba nera come la pece fin troppo folta che se immergevi le dita non le vedevi quasi più, i capelli scompigliati dal vento lo rendevano ancora più attraente e per finire quella camicia bianca fin troppo leggera sotto la quale non era difficile intravedere la pelle ambrata lucida del ragazzo. Lo voleva, lo voleva talmente tanto che era da pazzi, ma ancora una volta lo aveva allontanato per paura, paura di sbagliare di perdersi nell'oblio più profondo ed essere risucchiata da tutti i suoi se e i suoi ma, paura di se stessa accanto a lui, la paura di innamorarsi di quegli occhi chiari e infondo paura di tutte queste paure e di chissà quante altre. Quel bacio in realtà lo aveva desiderato con la stessa intensità con la quale lo aveva desiderato lui, eppure con quella stessa forza aveva dovuto mettergli fine sperando che tutto potesse dissolversi in una nuvola di fumo. Delle volte pensava che fosse anche giusto dirgli tutto senza più segreti e muri innalzati potentissimi tra di loro, ma poi la paura aveva la meglio e il solito pensiero di potergli fare del male o che gli potesse accadere qualcosa solo perchè lei era stata troppo egoista per lasciarlo andare le faceva dare di matto. E alla fine si convinceva che faceva bene, che non avrebbe dovuto avere rimpianti ne ripensamenti sulle sue azioni e il più delle volte ci credeva a quei pensieri malsani che la attraversavano la mente. Ma quella sera non era andata esattamente così. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che convincersi che quelle ore sarebbero state le ultime che trascorrevano insieme così da soli. Non avrebbe mai più dovuto rivedere il suo viso così da vicino, perdendosi in quegli occhi, in quello sguardo che la faceva sentire incatenata da una morsa invisibile, non avrebbe mai più dovuto sfiorarlo se non per una stretta di mano da amici. Era giusto così e lei lo sapeva bene. Ma lui? Lo avrebbe mai capito? Si sarebbe mai arreso? Sperava di si perchè la sua vita sarebbe stata decisamente più facile da gestire in mezzo a quel gran caos. Ma sperava anche di no, perchè stare lontana da lui sarebbe stata la prova della sua vita. Al cuor non si comanda, questo lo aveva letto e sentito dire in ogni angolo del mondo e, qualsiasi cosa ci fosse nel suo cuore, qualsiasi impulso ben nascosto sotto una valanga di dubbi e punti interrogativi interminabili erano bastati pochi bicchieri di vino rosso ad annullare qualsiasi sua volontà, volontà fin troppo debole alla quale lei non aveva posto resistenza. Non si era mai interrogata su cosa provasse in realtà per il ragazzo dai capelli scuri come il carbone, e non lo avrebbe fatto nemmeno questa volta, almeno la sua forza di volontà su questa cosa riusciva a restare ben salda. Eppure, qualsiasi tipo di sentimento fosse, durante tutta la serata aveva avuto la sensazione che potesse prendere il sopravvento in pochi secondi portandola a prendere decisioni azzardate, pentendosene probabilmente per sempre. Ma di quel bacio, di quei baci, non se ne era pentita nemmeno per un istante, e questa idea continuava a tormentarla mentre non riusciva a prendere sonno con la testa buttata su quel cuscino dalla fodera bianca e lo sguardo rivolto al soffitto immaginando un cielo pieno di stelle che le permettesse di sognare anche solo un pò. Si sentiva irrequieta e ansiosa. Cosa voleva dire tutto ciò? Cosa stava cercando di dirle il suo cuore? Perchè non riusciva ad essere razionale quando si trattava di lui? Perchè non riusciva a fare ordine tra i pensieri? Perchè si sentiva così vulnerabile e indifesa? Era ancora convinta di non volerlo più rivedere? Qualsiasi fosse la risposta a quest'ultima domanda, si ricordò solamente in seguito di ciò che era accaduto dopo il bacio. Quelle parole sussurrate nell'aria, tutte le loro volontà e confessioni fatte a cuore aperto, non era stato facile restare indifferente o almeno far finta di non essere minimamente sfiorata dalle sue parole e il modo in cui le pronunciava avendole dato l'impulso di dare sfogo a tutte quella irrazionalità e quindi di rigettarsi tra le sue braccia, restare li su quella casetta appoggiata al suo petto a guardare il cielo e poi a guardare lui come fosse il quadro più bello della mostra d'arte più importante della città e non riuscire ad allontanarsi.
Nessuno mai prima di lui. Lui era stato il primo a farle battere il cuore, prima di lui tutto era stato effimero. Con lui tutto sembrava da scoprire, tutto sembrava diventare leggero e si sentiva come una bambina davanti all'albero il giorno di natale mentre scarta il regalo più grande. E poi la storia era cambiata in maniera definitiva. Niente amore, niente sentimenti, niente ragazzi, solo se stessa e il suo mondo, e così si stava bene.. si, si stava proprio bene.
Poi era arrivato lui come un fulmine a ciel sereno. Era entrato nella sua vita in punta di piedi quasi nascondendosi dietro i muri che creavano le sue barriere restando in silenzio per poi fare un casino enorme. E lei? Alla domanda se fosse mai stata innamorata avrebbe saputo rispondere di getto non c'era nemmeno bisogno di pensarci. Ma avrebbe potuto affermare con altrettanta certezza che questo non sarebbe mai accaduto? Poteva scommetterci senza perdere niente? Poteva metterci la mano sul fuoco senza scottarsi? Tyler era già riuscito una volta a far vacillare ogni sua volontà, cosa gli avrebbe impedito di riuscirci ancora una volta? A farle credere che anche per il suo cuore più duro e più ferito potesse esserci qualche speranza di ricominciare a battere in un determinato modo nei confronti di un'altra unica persona? Conosceva la risposta.. la conosceva fin troppo bene. Lui l'aveva fregata, un attimo prima era un gioco e quello dopo non riusciva più a staccarsi da lui. Sarebbe dovuta restare con i piedi per terra quando tutti parlavano d'altro e poi a casa da sola, nel letto, quando avrebbe dovuto dormire e non riusciva a smettere di pensarlo, ne a smettere di immaginare in quale modo parlasse di loro, di chiedersi che cosa stesse facendo in quel preciso istante, cosa stesse pensando, se anche lui la stesse pensando nello stesso modo e con la stessa intensità con la quale lei pensava a lui. Ma senza mai risposta. Schiacciava il naso su quei libri e moriva di noia. Uscire non funzionava, fumare non funzionava come le altre volte. Niente la distraeva da lui. Era stata fregata, in un attimo poteva cambiare tutto, e si chiedeva qual'era il momento esatto in cui capisci che una persona è importante, quand'è che ti accorgi che un incontro non è più soltanto un incontro, ma che è diventato un susseguirsi interminabili di palpitazioni, di sorrisi che fanno luce come stelle che nel cielo si prendono tutto lo spazio, quando sai che ogni giorno è più bello se hai con te una persona, una sola accanto. E alla fine finiva per rispondersi quando cominci ad avere paura di perdere quella persona, anche se lo stai facendo proprio in quel momento. Lui l'aveva fregata. Un secondo prima era un gioco e quello dopo era un gioco che l'avrebbe salvata, finalmente dai suoi mostri sotto pelle, non sotto al letto o che invece l'avrebbero uccisa del tutto. In un attimo fu giù dal letto. Cercò le chiavi dell'auto per vedere il mattino che ormai era alle porte, aveva camminato fino alla porta della camera in cui dormiva Maya, le aveva lasciato un bacio tra i capelli dolcemente e poi aveva camminato in punta di piedi fino al garage prima di entrare nella rage over sperando tra se e se di non essere vista da nessuno.
Ma così non fu.
Dylan la guardava frastornato e confuso. Quanto avrebbe voluto sfogarsi con lui, confidarsi, confrontarsi, ma se da una parte non voleva affrontare determinati discorsi davanti a lui, dall'altra aveva il terrore che lui, proprio lui, potesse farle cambiare idea o che potesse cercare in tutti i modi di farla andare da lui, anche solo per un giorno. Non voleva dargli modo di parlare. Immaginava che se gli avesse concesso questo lusso le conseguenze sarebbero state ben peggiore di quelle che poteva aspettarsi da quel confronto. Eppure lui non oppose resistenza, come se avesse capito tutto solo guardandola negli occhi. L'idea di non conoscere i pensieri di Dylan però infondo la spaventava, come d'altra parte la terrorizzava il fatto di avere quelle immagini così tanto nitide nella sua mente. Infondo però Dylan aveva imparato ad assecondare le sue decisioni molto tempo prima, quando in realtà le tensioni e i tormenti erano stati all'ordine del giorno. Che cosa cambiava adesso una decisione del genere? Che cos'era adesso una partenza anticipata di Tyler in confronto a tutto quello che avevano già vissuto? D'altra parte l'aver vissuto lontano da loro per tutti quegli anni le aveva fatto creare una muraglia attorno a se senza mai dare loro motivi per cui preoccuparsi in maniera esagerata. Sapeva badare a se stessa da sola. Loro due si somigliavano davvero molto anche più di quello che credevano tanto al punto da far deporre a Luna le armi e accettare la sua compagnia. Da quelle battute scambiate una volta entrati in auto e lei e Dylan non si erano più rivolti la parola. Lui sapeva assecondare qualsiasi sua richiesta anche quelle più assurde, anche quelle che sembravano così sbagliate nonostante non avessero avuto una spiegazione ufficiale.
" ho avuto paura.."
Trovò il coraggio di parlare a fatica, il problema non era il ragazzo seduto accanto a lei, non era mai stato lui, il problema era il dover parlare a voce alta di lui e delle sue fragilità.
" lo so scricciolo"
" come fai a saperlo?"
" fammi indovinare.. con lui è andata anche troppo bene"
" colpito e affondato"
Dylan la guardava da quando aveva preso fiato per pronunciare la prima parola dopo quei lunghi momenti di silenzio, ma lo stesso non si poteva dire di lei che pur di non incrociare il suo sguardo continuava a guardare la distesa di nuvole al di la dello specchietto dell'auto.
" Luna ascoltami, io non ti darò contro, ti appoggerò sempre qualsiasi cosa tu scelga di fare ma voglio vederti felice e così non sta funzionando"
" lui non ha mai smesso in tutti questi anni di crederci ma dopo tutto quello che è successo non credo più di essere la stessa ragazza che ha conosciuto"
" allora parlagli digli come sono andate le cose"
" per fare cosa? Farlo spaventare? Farlo avvicinare ancora di più e poi? Che succederà? Volerà dall'altra parte del mondo e farà una cazzata? Con quale risultato Dyl, quello di guardarmi diversamente pensando ogni volta a quello che è successo?"
" ma questo lo hai sempre saputo come tutti noi da quando hai deciso di venire qui"
" pensavo fosse andato avanti, non c'è molto altro da dire"
" ah davvero? Pensi non lo scoprirà mai? "
" Dyl ti prego"
" no Luna così non posso aiutarti, e girati guardami negli occhi, hai paura anche di me?"
Lui aveva perfettamente ragione, d'altra parte non si spiegava nemmeno lei quella difficoltà nel dar sfogo ai suoi pensieri con la persona che insieme a Holly era stata l'unica in grado di ascoltarla senza pregiudizio, senza giudicarla nella buona e nella cattiva sorte, proprio come una famiglia così come gli altri anche se accettarlo era un pò difficile. Di cosa aveva paura realmente? Che Tyler scoprisse il suo più grande segreto o che qualcuno glielo dicesse e lei non avrebbe potuto fare niente per impedirlo? Si diede la possibilità di guardare Dyl accennandogli un sorriso tirato. Lui c'era, lui sapeva tutto ed era li lo stesso. Era come un grande e lungo viaggio insieme, un viaggio di vita e di condivisione di amore e di difesa.
" lui ti ama lo sai vero?"
" se lo dici ad Holly io ti giuro che ti spezzo le gambe Dyl"
" me ne starò zitto zitto"
" ho paura di amarlo anche io"
" glielo devi dire, lui capirà e anzi ti starà ancora più vicino perchè ti ama e non è stata colpa tua questo non lo penserà mai"
" non voglio scaricargli questo peso sulle spalle non sarebbe giusto"
" non glielo scarichi così, lo condividi.. e poi lui ti ha baciata"
" e io forse ho fatto lo stesso"
" e credi che sia tutto un gran casino ma invece è tutto giusto"
" non ricordo l'ordine perfetto delle parole, avevo tanta confusione e credo di avergli fatto pesare il fatto che sia partito tanto velocemente e senza dire niente.. forse è stata la cosa più giusta che potesse fare e io non lo so mi sentivo come bloccata"
" ti sei chiesta il perchè di tutto questo?"
" lui vuole sapere e temo che ci possa anche riuscire sai"
" Luna.."
" c'è di peggio.. gli ho fatto capire che non lo voglio più vedere"
" ti sei dimenticata che tra pochi giorni ci dovrai condividere il tetto per quasi due settimane?"
" non ho dimenticato nemmeno questo"
" e ti aspetti che quando andremo li saremo noi a dirgli che non verrai"
" probabile anche questo"
" ti sembra una buona soluzione al tuo essere codarda"
" non sono codarda e tu lo sai"
" tu come la definisci sentiamo"
" paura e basta"
" e io dovrei dirgli che hai paura di lui"
" non lo so okay"
" tu ci verrai per ora so solo questo"
" somiglia a una minaccia"
" poi vedremo il come ma non ti lascerò commettere questo errore. Ora torniamo a casa, tu devi dormire un pò"

A un passo da te  (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora