ventotto.

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Lasciami indietro, come tutto quello che è diverso.

" non so se riuscirò a venire al matrimonio, scusa"
Aveva continuato a risentire quella frase nella sua testa per giorni interi senza riuscire a darsi pace e, soprattutto a trovare una spiegazione plausibile a quelle parole così avventate e inaspettate. Luna non gli aveva mentito quando gli aveva detto che lui era confusione pura, che quando la guardava riusciva a rimescolare le carte tra di loro, per quanto lei gli potesse mentire, su questo non c'erano state bugie. Eppure non poteva evitare di pensare che questo cambio di idee era stata colpa sua, colpa di quei baci e di quegli sguardi che l'avevano portata a prendere le distanze da lui. Questo annullava, almeno per il momento, qualsiasi possibilità di poterle parlare, di sfiorarla ancora, di poter riuscire a capirci qualcosa di più invece di sentirsi in balia delle onde solo per quella missione che si era imposto. Non poteva negarlo, quei due giorni erano stati un vero inferno. La sua mente continuava a tormentarsi, cosa fosse andato storto, magari era stato troppo sfrontato e diretto, ma non riusciva a pentirsi di niente, non riusciva a provare nessun tipo di rimorso, nemmeno quel malessere che gli era piombato addosso dopo quel messaggio che era arrivato esattamente pochi istanti prima che varcasse la soglia di casa, due giorni prima. La reazione non era stata delle migliori ma nemmeno troppo esagerata. Si era chiuso in casa senza dare spiegazioni a nessuno, nemmeno a Tanner. Aveva bisogno di pensare da solo, sciogliere dubbi e prendere decisioni. Non era stato semplice perchè di solito sentiva il bisogno di parlare con qualcuno a voce alta e quella situazione non era da meno, non riusciva a venirne a capo anche se infondo sapeva perfettamente che la soluzione fosse proprio li pronta per essere presa e essere messa in pratica.
" Melody?"
" Tyler"
" stavo facendo la doccia non ho sentito il telefono squillare la prima volta"
" tranquillo l'avevo immaginato"
Aveva risposto al telefono con ancora l'asciugamano bianco legato attorno alla vita e ora si trovava davanti allo specchio in bagno. Si guardò e passò una mano tra i capelli bagnati.
" come stai? Tanner ha detto che ha provato a chiamarti"
" e che t'ha detto?"
" che sono due giorni che non ti fai vivo.. io ho detto che ti avevo sentito ieri ed eri normale"
" sei stata l'unica a sentirmi, credo"
" ma che è successo? Non mi hai detto nulla"
" no ehi tranquilla"
" sicuro?"
" abbastanza.."
" vedi è successo qualcosa, non voglio assillarti ma si tratta di lei non è così?"
" mm"
" okay si ecco"
Si era spostato nella sua camera da letto nel frattempo, e con l'asciugamano ancora legato si era disteso sul letto con la testa contro lo schienale. Stava decidendo per quanto tempo avrebbe fatto penare quella povera ragazza prima di raccontarle tutto o quasi tutto. L'idea che lei si stesse tormentando per sapere cosa lo stesse affliggendo lo divertiva anche un pò, riusciva ad immaginarsela impegnata a cercare di capire mentre mangiucchiava il tappo della penna con tremila fogli sparsi avanti e i capelli tutti arruffati e questo lo faceva sorridere.
" sono rimasta a prima che tu partissi, lo so che ti stai divertendo"
" te la faccio breve allora, quando l'ho rivista l'ho baciata, l'ho spaventata e forse non verrà al matrimonio.. ed è sparita e io mi sono chiuso in casa"
" perchè diamine non vuole più venire"
" è quello che mi chiedo da due giorni"
" ma deve venire mi deve fare da damigella!"
" come? Non mi ha detto nulla"
" non lo sa ancora glielo volevo dire oggi così che veniva insieme a te per aiutarmi in alcune cose.. e si così potevate fare anche il viaggio insieme lo ammetto"
" io dovevo partire oggi"
" beh chiamala e portamela qui"
" non mi risponderà mai"
" mi sembra piuttosto assurdo"
" te l'ho detto l'ho spaventata, no anzi terrorizzata è più esatto"
" perchè la ami? Beh ti dirò le bugie non le sa dire molto bene se questo è il risultato"
E in un attimo gli fu tutto più chiaro.
" Mel devo chiudere ho capito, ne parliamo da vicino entro stasera sono li"
Non le diede il tempo di rispondere o almeno di salutarlo, ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni ma non in quel momento. Richiamò all'appello Ian e Dylan, disse loro di correre a casa sua perchè ora aveva bisogno di parlare. Si mise addosso i primi vestiti che gli erano capitati tra le mani una volta aperto l'armadio. Si guardò allo specchio, sorrise e poi rise. Rise per l'euforia, per la scarica di adrenalina, si sentiva matto e innamorato con una punta d'ansia quanto bastava. Rise per tutto ciò che gli passava per la mente, una sana e matta risata ecco cos'era.
" dio fratello ci hai fatto preoccupare sei sparito"
I ragazzi arrivarono circa mezz'ora dopo portando con loro qualche cornetto e soprattutto tutta la preoccupazione che avevano addosso. Riprese a ridere sotto gli occhi sconcertati di quei due. Vederli così lo faceva anche divertire, essere osservato come se stessero guardando un fantasma o comunque come se da un momento all'altro potesse smaterializzarsi davanti ai loro occhi, sparire o peggio esplodere.
" cosa devi dirci"
" Luna deve fare da damigella a Melody"
" che wau"
Questa era la reazione che si era aspettato, sentirli urlare contenti insieme. Ora sapeva anche che sarebbero sopraggiunte miliardi di domande e lui si sentiva pronto.
" possiamo fare un attimo un passo indietro? Vorrei sapere come siamo arrivati a questo punto"
" domandalo a Dylan"
" Luna se ne vuole andare nella vecchia casa.. ecco okay l'ho detto"
" aspetta che cosa?"
" ho provato a parlarle.. ma non credo che da solo io possa bastare stavolta"
" io dovevo pensare, e credo anche parlare con te"
" e quindi ti sei chiuso in casa.. okay inizio a capire"
" esatto"
" almeno adesso è obbligata a venire al matrimonio e parlare con te"
Ian spostò lo sguardo tra Tyler e Dylan, e anche lui fece la stessa cosa, si scambiarono un'occhiata quasi spaventata, infondo si aspettava anche questo.
" io non ci capisco più niente"
" lei non voleva nemmeno più andarci Ian e questo è un modo per mettere tutto apposto"
" non so a cosa può portare tutto questo"
" Dyl almeno tu.."
" Tyler io credo che non.."
Ian fu interrotto dalla suoneria del cellulare che scelse il momento meno adatto per interromperli e disturbarli. Si alzò per rispondere facendo segno ai ragazzi di andare avanti perchè non sarebbe stata una telefonata breve. Tyler si sentiva quasi più rilassato senza contare però lo sguardo di Dylan torvo e più assorto del solito con le braccia conserte.
" non guardarmi così.."
" come dovrei guardarti? Ti guardo nello stesso modo in cui ho guardato lei fino a stamattina"
" sta bene?"
" si, se avere incubi non dormire e sentire un terrore costante addosso significa stare bene"
Dylan pronunciò quella frase tutto d'un fiato e in un sussurro quasi impercettibile ma che Tyler sentì forte e chiaro.
" come scusa? Da quanto?"
" da quando è arrivata"
" Dylan perchè? "
" io non dovrei nemmeno dirtelo ma mi servi tu.."
" perchè dio perchè mi respinge"
" perchè c'è qualcosa che dovresti sapere, il motivo del perchè è tornata qui.. ma non posso essere io a dirtelo, ma fai in modo di scoprirlo per favore"
Non ci fu alcuna domanda, restò in silenzio come se stesse pensando senza però pensare a nulla davvero. In lontananza si percepiva soltanto la voce di Ian che stava salutando chiunque ci fosse dall'altro capo del telefono e tornò da loro. Nonostante sapesse che loro erano li per lui non se la sentiva di raccontare tutti i dettagli. Magari sarebbe tutto un completo disastro e forse avrebbe preso anche una batosta bella forte, ma per una volta non desiderava altro che lasciassi andare e concedersi totalmente a tutto quello che sarebbe accaduto, anche scoprire la verità.

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