ventidue

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No, non siamo stati due eroi. No, non lo saremo mai, noi non siamo due eroi noi saremo le nuvole

C'era poco da dire riguardo a Tyler era tra le nuvole quasi letteralmente. Perso tra i propri pensieri, perso e basta probabilmente, ma non fisicamente seppur forse non si rendesse nemmeno conto di dove fosse. Perso a livello emotivo, tanto confuso da non riuscire a pensare che quei pensieri erano intrecciate come un gomitolo con il quale ha giocato il gatto e non riesci più a trovare ne l'inizio ne tantomeno la fine. I suoi pensieri iniziavano e finivano nello stesso punto, pero non riusciva in nessun modo a liberarli dal labirinto nel quale erano finiti e non riusciva a trovarci un senso. Forse nemmeno ce l'avevano, un senso. Ma era un continuo pensare, un buco nero di parole non dette che non avevano senso, era diventato un continuo perdersi con lo sguardo nel vuoto e vedere un mondo intero che era comunque un gran casino e lui ci era completamente immerso fin sopra i capelli. Avrebbe trovato un modo per uscirne, o con tutta probabilità si sarebbe ritrovato ad annegarci nei propri stessi pensieri, o nei suoi occhi, non faceva alcuna differenza a quel punto. Una settimana e ancora non si era abituato alla sua assenza, forse. O forse continuava a perdersi in quei pensieri semplicemente perchè la voleva li con lui. Una settimana e ancora gli passava per la mente di quando ci avesse dormito insieme e come l'avesse tenuta stretta e basta senza dire una parola. Guardandola e basta con le labbra schiuse e i capelli a coprirle un pò il viso, dormendo a malapena. Ancora ripensava a come l'avesse coperta, quella notte, con la sua giacca di pelle nera sentendola rabbrividire, e a come il suo profumo gli era rimasto addosso per giorni interi. Ricordava di come le aveva sussurrato quelle parole e come l'avesse guardata prima di andare via. Luna non si era voltata a guardarlo, e da un certo punto di vista non era altro se non un bene. Se si fosse voltata, anche solo per un secondo, avrebbe rivisto quel labbro stretto tra i denti talmente forte e le mani a tirarli quei capelli neri. E alla fine si sarebbe ritrovata stretta tra quelle braccia. Avrebbe solo voluto abbracciarla e abbracciarla ancora ed era quello che non gli dava tregua. Il pensiero che abbracciarla non fosse abbastanza, che avrebbe voluto riempirla di baci anche solo per sentirla ridere e imprimersi quella risata bene in mente, o che forse anche solo averla accanto ormai non bastava più. Solo amici aveva detto. Ma quali solo amici, non ci credeva nessuno. Loro non sarebbero mai stati solo amici. Non bastava solo abbracciarla, e avrebbe rovinato tutto probabilmente, o magari no. Nella sua mente vorticavano pensieri senza senso, senza un punto d'arrivo. Quei pensieri talmente tanto autodistruttivi che non gli permettevano di pensare lucidamente. Non gli permettevano di vedere niente attorno a se, ne le auto che facevano rumore fuori dall'isolato, ne i ragazzini che giocavano a pallone, nemmeno vederla sedersi accanto a lui a mezzo metro di distanza su quella veranda, senza degnarla di uno sguardo, senza voler parlare con nessuno.
Tanner dal canto proprio non era sicuro che Tyler stesse così bene come diceva di stare. Ci aveva provato lui, ma era come parlare con qualcuno da un altro pianeta con tanta di quella distanza in mezzo che non riesci a calcolarla, con tanti di quei pensieri tra i quali muoversi che è come una caccia al tesoro, una giungla dalla quale non trovi più l'uscita. Lo osservò preoccupato per qualche secondo prima di lasciarli soli.
" ehi"
Quello di Lori era un saluto allegro come sempre. Un sorriso dolce come quello di sempre. Ma ciò nonostante non era riuscita a trattenersi dall'inarcare leggermente un sopracciglio e storcere il naso. Non era una cosa del tutto strana del resto, anche Tyler lo faceva spesso. Quando era preoccupato, irritato da qualcosa, o terribilmente confuso. Era come sua madre, che in quel momento era preoccupata e terribilmente confusa non capendo per quale motivo Tyler non avesse risposto, perchè avesse lasciato perdere tutto. Se stesse bene, che alle volte decifrarlo era impossibile, che si sarebbe accorta se avesse mentito, e parlare un pò gli avrebbe fatto sicuramente bene. Era quello che sperava. Che parlare lo avrebbe fatto tornare alla realtà, o almeno a qualcosa di molto più vicino ad essa di quanto non fosse in quel momento.
" ehi raggio di sole"
I sospiri che aveva trattenuto la donna non li contò nemmeno più. Lo sapeva che pensare troppo gli faceva male, era un circolo vizioso dal quale nessuno riusciva a farlo uscire, o forse una ragazza bionda ci sarebbe riuscita, ma era abbastanza evidente per la donna come il moro si fosse completamente estraniato dalla realtà a causa sua. Forzò un altro sorriso, non poteva andare avanti così in quel modo, nessuno dei due poteva. Lui non poteva continuare a pensare a quello che era successo nelle ultime settimane con lei per tutta la sua vita. E lei non poteva andare avanti così a lasciare tutti fuori il mondo che si era costruita e che stava proteggendo con tutta se stessa. Non era giusto, non lo era per nessuno. Il sorriso però le si rilassò leggermente sul viso quando alla fine lo vide sorridere di riflesso. Forse per quel soprannome che gli aveva dato da bambino, o forse per lei. La barba nera sfatta, gli occhi verdi spenti, i capelli disordinati e arruffati, ma lui li.
" ehi ma"
Il moro sorrise, tornando almeno un pò sulla terra per guardarla negli occhi.
" scusa ero distratto"
Provò anche a giustificarsi, serrando le labbra e sperando con tutto se stesso che la madre lasciasse correre, che lo lasciasse stare, che tutti lo lasciassero stare. Ma non andò così, soprattutto con lei e avrebbe dovuto saperlo ormai, quando si trattava di sua madre che quella donna sapeva essere anche più testarda di lui alle volte.
" dov'eri?"
E no, non intendeva fisicamente.
" pensavo tutto qui"
Era la verità, stava solamente pensando. Non era nulla di che, nulla di cui doversi preoccupare. Certo, forse aveva oltrepassato la soglia dei pensieri sani, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Non con lei, ne tanto meno con se stesso.
" e non c'è bisogno che ti chieda a cosa"
Ridacchiò Lori guardandolo come una che la sapeva lunga. Come una che l'aveva messo al mondo, l'aveva cresciuto e sapeva a cosa stesse pensando per la maggior parte del tempo. Bastava uno sguardo e quella volta non faceva di certo eccezione.
" o a chi"
Aggiunse infatti ridendo in risposta allo sbuffo irritato che lasciò le labbra del figlio un attimo dopo. Rise, perchè aveva ragione. E rise, perchè alla fine sarebbe riuscita a tirargli le parole di bocca e a fargli ammettere qualunque cosa ci fosse da ammettere, qualunque cosa non avesse il coraggio di dire. Qualunque cosa stesse nascondendo al centro della matassa dei propri pensieri. Funzionava sempre, riusciva sempre a riportarlo al presente quando chiunque altro falliva. Bastava solo avere un pò di pazienza per abbattere il muro di testardaggine che Tyler creava ogni volta qualcosa finiva per confonderlo.
" è complicato.. e prima che tu dica qualcosa no, non voglio parlarne"
Inutile dire che Lori ignorò completamente quelle parole, o il tono di voce leggermente scocciato con il quale le aveva pronunciate.
" non lo è tesoro"
In qualche modo Tyler si sentì subito meglio messo davanti alla realtà o davanti al fatto che sua madre gli fosse volutamente contro come se avesse qualcosa in mente. Si sentì meglio davanti al sorriso dolce che lei gli rivolse.
" è solo distante, non vuol dire per forza che sia complicato"
Non gli lasciò il tempo di assorbire come la verità gli si fosse palesemente davanti in pochi attimi, aveva già capito tutto come al solito. Distante nonostante fossero vicini. E Tyler si accorse che con lei poteva parlare, che non c'era bisogno di dirle tutto per forza affinchè capisse. Bastava poco, e lei l'avrebbe aiutato come meglio poteva pur non essendo al corrente di ogni minimo particolare. Si accorse anche che ne aveva bisogno, eccome, altrimenti sarebbe impazzito del tutto. Doveva lasciare andare quelle sensazioni che aveva provato e anche quelle che stava provando ora lontano da lei, fosse anche solo il senso di colpa.
" lo è, lo è sentirsi così completamente persi per una ragazza e avere la certezza che anche lei lo è di te ma non riuscire a dirselo. Che vuole essere solo amici anche se i suoi occhi urlano altro. Ed è difficile da spiegare ed è bella come la pioggia di notte con la luce della luna che la illumina e.."
Era come poesia sentirlo parlare di Luna. Trasportato in un altro mondo dove tutto era un pò più leggero, dove ti viene da sorridere per nulla, solo chiudendo gli occhi.
" bella come il sole andava bene"
Scherzò Lori approfittando della sua pausa presa probabilmente non sapendo cos'altro dire, o come spiegare quel che si era appena fatto sfuggire.
" mamma.."
Non era nient'altro se non un lamento con tanto di smorfia sul viso e fronte aggrottata. Come si fosse appena pentito di averle confessato parte dei propri pensieri.
" e quando la guardi?"
" no okay, non parlerò di questo con te"
Ridacchiò il ragazzo scuotendo la testa come fosse bastato a far sparire la domanda che la madre gli aveva appena posto. Non voleva rispondere a quella domanda.
Tutto, ma non quella.
" o dai a me puoi dirlo sono tua madre"
" appunto!"
Tyler sbuffò passandosi una mano tra i capelli. Era stanco. Da un lato sarebbe stato meglio rispondere a sua madre e togliersi il peso di dosso. Smettere di pensarci troppo, dirlo e basta. Ma dall'altro lato aveva paura che ammetterlo sarebbe stato solo peggio. Che Luna gli sarebbe mancata troppo, ancora di più, tanto da fargli mancare il fiato.
Ma sua madre rideva a crepapelle per quanto avesse alzato la voce. E Tyler non capiva, e nessuno voleva saperlo. Sospirò e Lori capì davvero quanto gli pesasse addosso. Luna era sempre lei, così la donna cambiò subito argomento. Come stavano i ragazzi, parlarono dei preparativi del matrimonio tutto pur di non toccare più quel discorso. Tyler sospirò di sollievo grato che Lori si fosse accorta quanto lui fosse a disagio, grato di poter parlare d'altro, delle solite cose normali che accadevano nella propria vita che tanto normale poi non era. Era da tanto che non parlava così con lei, di tutto e anche un pò di niente, solo ascoltandola parlare di come Cassie fosse felice del nuovo lavoro, o di come Travis stesse proseguendo gli studi risparmiando soldi per comprare l'auto nuova. Tyler ridacchiò più sereno e le parole che aveva trattenuto tutto quel tempo e a cui aveva pensato per giorni interi se non settimane gli scivolarono dalle labbra nel modo più naturale del mondo.
" la volevo baciare"
Lo vide scuotere la testa serrando le labbra e faceva male vederlo così combattuto, con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani tra i capelli con la stessa espressione addosso di chi prova e riprova ma non riesce mai a risolvere un problema.
" che è successo Ty"
" l'ho baciata sulla fronte come un idiota. E le ho promesso che saremmo stati tutto quello che lei voleva, ma non credo di riuscirci"
Disse il ragazzo abbassando la voce a poco più di un sussurro.
Non si accorse della madre che stava sorridendo per la dolcezza di quel che le aveva appena detto. Non si accorse più di nulla. Era di nuovo perso tra un pensiero e l'altro, solo che ora poteva vedere la luce in fondo al tunnel. Sarebbe bastato qualche altro passo, qualche altra parola, e ne sarebbe uscito.
" poi si è allontanata.. e io avrei solo voluto rincorrerla, farla voltare verso di me dirle che era tutta una cazzata e baciarla fino a smettere di respirare.. fino a riaprire gli occhi e trovarmi da un'altra parte ovunque voglia lei, bastava insieme"
Prese un respiro profondo poi, prima di guardare la madre negli occhi e vederla sorridere con tanto di piccole rughe attorno agli occhi, naso arricciato e denti ben in vista. Sorrideva Lori, come se volesse dirgli che era ora che si liberasse di quel peso. E anche a dirgli che, in fondo, non era stato poi così difficile da ammettere.

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