quarantuno.

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Siamo fermi in un tempo così che solleva le strade

Gli incubi ormai non disturbavano più il suo sonno, eppure Luna si stava guardando intorno tra quegli specchi ornati in oro in una delle più grandi atelier della città, e la poteva sentire quella sensazione opprimente di vuoto al centro del petto. Le riconosceva anche se di intensità diverse e arrivavano a spezzarle il respiro a metà quando meno se lo aspettava. Erano per gli incubi, a volte per il tempo triste, oppure era solo la mancanza quando non lo sentiva per ore, o quando non poteva chiamarlo nemmeno per dieci minuti, allora le mancava più del solito. Quella mattina si era svegliata con la sensazione delle sue dita che la sfioravano da sotto la maglietta che usava per dormire, ma poi aveva aperto gli occhi e rimase quasi ferita dal suo subconscio che le aveva fatto sembrare tutto così reale. Per tutta la mattina aveva cercato di ignorare quella sensazione accennando un sorriso ad Holly mentre facevano colazione e si erano poi vestite sentendo ancora quel tocco leggero su di lei per poi buttarsi quasi di peso sul divano bianco accanto a quella grande porta bianca. Un bicchiere di thè caldo nella mano comprato al bar li accanto, un berretto nero a nascondere il suo sguardo celeste, i capelli tutti buttati sulla spalla sinistra sfiorandosi il tatuaggio scoperto con la punta delle dita pensando ancora a lui. Un libro nell'altra mano con due dita tra le pagine lasciando che il pensiero del ragazzo apparisse tra una parola e l'altra in quel romanzo, quando si rese conto di una delle mani candide come la neve di Holly, posata sul proprio ginocchio lasciato scoperto da quello strappo di jeans chiaro. Così si voltò verso di lei con il sopracciglio inarcato e il sorriso scomparso dalle sue labbra.
" posso intrecciarti i capelli come quando eravamo piccole?"
Le chiese accennando un sorriso e stringendo appena un pò la presa sul ginocchio, e poi quel sorriso divenne più dolce quando Luna annuì sospirando di sollievo.
" dici che convinco Melody a farmi saltare la prova del vestito?"
" mmh impossibile"
Holly ridacchiò passando le dita tra i capelli chiari di Luna sentendola rilassarsi rilasciando un altro sospiro e abbassando le palpebre mentre lasciava perdere quel romanzo e lo posava accanto a se sul divanetto.
" vuole assicurarsi che tutto sia come vuole lei tanto lo sai già che ci lascerà vestire di quel rosa pastello"
Le dosò quelle parole cercando di non far viaggiare troppo quei pensieri che da quella mattina non la lasciavano mentre continuava ad intrecciarle i capelli. E non si trattava del matrimonio che in realtà non vedeva l'ora o di tutti quei preparativi stressanti, il punto era che Luna avesse insistito per quel colore chiaro solo perchè sapeva che lui ci usciva matto. Poteva anche non capire cosa fossero lei e Tyler e poter avere la sensazione di chiederglielo con la voglia di baciarlo ancora e ancora, ma una cosa la sapeva per certo, lo voleva con tutta se stessa, rinunciarci non se ne parlava affatto, e il desiderio di vomitare tutto quello che da mesi si teneva nascosto stava iniziando a divorarla. Non le importava in che occasione sarebbe accaduto ma sapeva che sarebbe accaduto quanto prima.
" non lo so se ce la faccio ad indossare quel vestito senza scoppiare in una valle di lacrime"
Si sentì sussurrare Holly mentre chiuse quella treccia con un elastico che teneva al polso prima di posargliela sulla spalla e abbracciarla da dietro baciandole dolcemente una guancia, facendole come sempre il solletico con i suoi capelli lunghi, selvaggi come in fondo sapeva essere anche lei.
" vorrei solo godermi le cose con lui"
" ce la fai scricciolo"
Quelle parole erano come un sussurro tanto leggero da essere portate via con il vento di Los Angeles, e lei ci credette provando a godersi quella giornata anche se era cominciata con il piede sbagliato ignorando le strette su di lei e gli sguardi forse un pò troppo preoccupati di Holly e Lori seppur cercassero di nasconderlo con un sorriso. Non era tanto convincente quella mattina e quelle ore lontane non la aiutavano per niente, soprattutto mentre se ne stava in piedi di fronte a quello specchio decorato in finto oro, una mano a lisciare una piega del vestito sul fianco e l'altra a giocare quasi assente con l'estremità della treccia. Guardandosi allo specchio e accennando un sorriso, si, ma per niente convinta. Convinta del vestito in se, di quel tessuto rosa chiaro che le risaltava perfettamente il colorito della sua pelle, delle spalline e del corpetto in pizzo o di come le scivolasse addosso fin troppo bene, arrivando a terra senza fatica. Convinta della scollatura non troppo profonda, delle braccia scoperte e dei tatuaggi che non aveva voluto nascondere nonostante la sarte le avessero fatto notare come quella forma d'arte stonasse con il colore tenue che portava addosso, con il resto del mondo magari. E convinta, profondamente convinta, della schiena completamente nuda. Convinta di quell'ultimo particolare almeno finchè non si sentì spuntare una smorfia sulle labbra, all''immaginare le dita e le labbra del moro a sfiorarle le spalle, dal collo scoperto giù per tutta la spina dorsale una vertebra dopo l'altra.  Lori sembrò notare per prima come la più piccola avesse cambiato espressione, mentre si voltava su un fianco per dare uno sguardo alla schiena scoperta. Notò come si stesse mordendo il labbro inferiore o come chissà quale pensiero le avesse oscurato lo sguardo di nuovo, come quando si era svegliata quella mattina. Notò il sospiro che la lasciò le labbra senza chiederle il permesso mentre lei chiudeva gli occhi quasi di riflesso e cercava di tenersi in piedi, di rimanere intera nonostante quei pensieri le avessero appena fatto tanto male da poterla uccidere senza nemmeno fare troppa fatica, e non sapeva come comportarsi nessuna di loro lo sapeva, ma provò comunque a tirarla su di morale, almeno a spezzare il silenzio nel quale erano cadute, distinto a malapena da quel sospiro che era talmente più simile ad un sussurro da essere quasi invidiabile.
" ora che arriva gli prenderà un colpo.. scommetto che con quella schiena nuda.."
Lasciò la frase a metà apposta per vedere come avrebbe potuto reagire sapendo che sarebbe bastata quella frase e la consapevolezza di rivederlo per sorridere, e far ridere tutti trascinandoli con sé mentre sollevava l'orlo del vestito lungo cercando di non inciampare nel frattempo. Indossò i tacchi con l'accenno di un sorriso e tornò a sorridere di fronte allo specchio ondeggiando da una parte all'altra. Egoista per una volta forse. Che sentirla la sua voce in una giornata del genere e vedere la sua reazione davanti a quel vestito erano le uniche due cose delle quali le importava.

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