2. Il giorno dopo

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Il risveglio del giorno dopo non è dei migliori, sento mamma urlare per la quinta volta a Polly che deve alzarsi per andare a scuola e lei, per altrettante volte, ignorarla. Io oggi non ho lezione, nessun corso all'Università di Lettere che sto frequentando per diventare giornalista, il che implica il fatto che teoricamente potrei starmene a dormire, ma così non è. Mi alzo sbuffando e passando davanti a camera delle gemelle, in cui vedo Penelope beatamente addormentata "Svegliata Polly o mamma è la volta buona che ti ammazza" Le urlo e lei, di tutta risposta, mi tira il cuscino addosso. Che bello avere una sorella.
Scendo al piano di sotto dove è già tutto pulito e riordinato dopo la festa di ieri, entro in cucina e trovo papà che fa tranquillamente colazione insieme a Jolly e Victor "Buongiorno" Mormoro afferrando la brocca con il caffè e versandomene una tazza. A vederci da fuori sembriamo più una classica famiglia americana, che fa colazione con dei pancake attorno ad un tavolo rotondo, o perlomeno questo è lo stereotipo che da sempre ho dell'America.
"Ciao TT, come và?" Domanda papà ed io non rispondo limitandomi a fargli un cenno positivo con la testa "Capito, lascio stare" Si alza ridendo e và di sopra, sicuramente lui riuscirà a convincere Penelope ad alzarsi, lei lo ascolta in ogni singola cosa.
"Senti TT, che idee hai per sta mattina?" Alzo gli occhi verso Vic, la sua domanda non mi fa presagire nulla di positivo, almeno non per me "Non lo so, nessuno. Perchè?". Un sorriso compare sul suo volto, si alza e mi prende le spalle con le mani "Ottimo, vieni a correre con me allora" Vorrei replicare ma non me me dà il tempo, lascia un bacio sulla guancia a Julia e sparisce anche lui al piano di sopra. "Fatica inaspettata eh?" Commenta mia sorella sorridendomi malignamente "Tu oensa ad andare a scuola diavoletto" Mi alzo finendo il mio caffè e vado anch'io, a malincuore, a prepararmi per questa mattinata che già risulta essere più impegnativa del previsto.

Usciamo di casa insieme alle gemelle e sfruttiamo mia mamma come passaggio fino alla costa, dove ci salutiamo e iniziamo questa fantomatica corsa. Io, a differenza di Victor, non sono per niente un tipo atletico, ho un metabolismo che per qualche motivo mi permette di rimanere magro nonostante mangiare sia la mia attività preferita, perciò non mi sforzo più di tanto per allenarmi e farmi venire que i muscoli che tanto costituiscono mio fratello. Fortunatamente ha pietà di me e quando mi vede praticamente arrancare al suolo decide di fermarsi, ci troviamo in uno dei più bei parchi di tutta Montecarlo, e di sederci su una panchina a parlare un pò.
"Allora come và con Melissa?" Mi chiede facendomi l'occhiolino ed io sono sicuro di essere arrossito all'istante "Oh no beh come dovrebbe andare. È la mia migliore amica quindi tutto bene" La mia espressione già di per sè non è convincente, se poi il mio interlocutore è la persona che mi conosce meglio al mondo allora non è difficile leggere fra le righe.
"Senti TT, nulla da dire ma le sbavi dietro da quando hai capito cosa fare di quella cosa che hai nei pantaloni" Scoppiamo entrambi a ridere mentre io non smetto ti tormentarmi le mani "Vic senti posso ammettere che è una bella ragazza, ma è la mia migliore amica e non potrei mai-". Mi interrompe dandomi una pacca sulla gamba facendomi alzare lo sguardo di scatto e salvandomi così da fare una pessima figura "Mel! Che ci fai qui?" Le chiedo con nonchalance lasciandole due baci sulle guance "Facevo un giro, e voi? Victor mica vorrai trasformarmi tuo fratello in un bodybuilder". Ride con quella sua contagiosissima maniera passando lo sguardo divertito tra me e mio fratello "Penso sia una causa persa" Risponde Victor ricevendosi un bell'insulto come risposta.
"Beh ma ormai che Melissa è qui tanto vale che andiamo a prenderci qualcosa da bere con lei no?" Propongo lanciando a mio fratello un'occhiata assassina e lui alza le braccia in segno di resa "Per me va bene, Mel?" Si rivolge ora direttamente l'australiana che ci guarda allegramente, annuisce e prendendoci a braccetto si incammina verso l'uscita del parco "Certo che così accompagnata non mi può succedere" Dice dopo qualche istante sorridendoci.
Non posso dire che mi piaccia, non in quel senso, ma la trovo più intelligente e simpatica di tutte le altre ragazze che io abbia mai conosciuto. Ecco è una di quelle persone meravigliosamente indefinite e che devono rimanere tali, per forza.

Usciamo dal bar che è ormai ora di pranzo, salutiamo la ragazza e ci avviamo nuovamente verso casa. Quando entriamo un profumo inconfondibile ci pervade facendoci spuntare un sorriso "Pizzaaa" Urlo correndo in cucina e trovando i nostri genitori che le tolgono dai cartoni.
"Che si festeggia?" Domanda Polly entrando a sua volta nella stanza e abbracciando Vic "Perchè, bisogna per forza festeggiare qualcosa per mangiare pizza?" Risponde mamma facendo annuire tutti poco convinti prima di spedirci a lavarci le mani.
"Mio Dio quanto posso amare la pizza" Affermo dopo aver deglutito il primo squisito boccone ma rischiando di soffocarmi con il secondo a causa delle parole di Victor "Già, e non solo quella".
"Cosa? Chi?" L'urlo di Julia, seduta alla mia sinistra, fa cadere l'intera attenzione sul sottoscritto "Non so di cosa stia parlando" Borbotto bevendo un sorso di Coca ma papà rincara la dose, come suo solito "Andiamo Timothée, dicci tutto!" Sospiro passandomi una mano fra i capelli e fulminando con lo sguardo mio fratello "Non mi piace nessuno, mi dispiace". Questa volta a respirare profondamente è mia mamma, l'incurabile romantica "Peccato, da quando ti sei lasciato con Karen mi sembri più triste piccolo" Alzo gli occhi al cielo al sentir nominare la mia ex, diciamo che non è finita nel migliore dei modi. Fortunatamente a spezzare l'argomento ci pensa il cellulare di Victor che squilla improvvisamente, non riesco a vedere di chi sia la chiamata ma si alza rapidamente sparendo per qualche minuto.
Al suo ritorno non apre più bocca fin quando non ci ritroviamo noi due soli nella mia stanza "Chi era al telefono?" Domando curioso e lui si siede sul mio letto guardandomi seriamente "Devo farti una domanda e voglio la tua totale sincerità fratello" Annuisco preoccupato prendendo la sedia della scrivania e posizionandomi davanti a lui. Quei suoi dannati occhi color ghiaccio mi hanno sempre messo un disagio incredibile, specialmenre quando sono fissi nei miei. "Tu e Melissa?". Sbuffo per la centesima volta stufo di questo argomento "Vic te l'ho già detto, non c'è nulla, non ci sarà nulla e non potrebbe mai!" Lo vedo annuire e alzarsi più tranquillo, mi abbraccia fraternamente dandomi una pacca sulla spalla "Ora sto più tranquillo" Dice sullo stipite della porta ma lo blocco prima che esca "Perchè?" Domando e la sua risposta non tarda ad arrivare "Ieri sera alla festa, abbiamo parlato un pò. Non so esattamente cosa succederà ma mi ha chiesto di andarci a bere qualcosa solo noi due" Fa spalluce sorridendomi e lasciandomi solo nella stanza.
Non sono sorpreso dalle sue parole, nel bene o nel male la fama di Victor lo precede, una specie di Casanova moderno, sempre sotto gli occhi di qualche splendida ragazza ma mai impegnato seriamente. Non lo fa con cattiveria è semplice natura, quando la vita ti dà la simpatia, la bellezza e la fama è naturale cadere in un certo stile di vita, l'unica cosa che mi resta è sperare Melissa non venga travolta da tutto questo.

TT. /Sequel "Irene"/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora