Charles
Charlotte è sempre uguale, è davvero impressionata. Certo oggettivamente nessuno di noi è particolarmente cambiato ma lei, lei è stata come un tuffo nel passato.
Ora siamo seduti in un altro bar, meno inquietante di quello di prima e sul lungo mare.
"Allora, adesso mi dici veramente come và?" Le chiedo e un sorriso compare istantaneamente sul suo viso, facendole socchiudere gli occhi ancor di più rispetto alla normalità.
"Và bene, insomma ho una casa fuori città, sono un architetto e poi ho Marina, che è la cosa più importante del mondo" Mentre ne parla ha gli occhi lucidi ed emozionati, e gioca con i vari anelli che ha da sempre alle dita.
"E il padre? Che fine ha fatto?" Continuo a porle domande, sinceramente interessato alla sua vita. Ho voluto davvero bene a Charlotte e ho sperato potesse avere una vita felice, come poi si è rivelata la mia con Irene. Ero davvero convinto che lasciarla fosse la cosa più corretta non solo per me ma anche per lei.
"È una questione un pò delicata" Afferma alzando gli occhi al cielo quasi a trattenere le lacrime, così istintivamente le afferro la mano posata sul tavolo e le sorrido. "Se te la senti io sono qua" Annuisce mordendosi il labbro inferiore e stringendo un pò ti più la mia mano "Sei sempre stato speciale Charles, Irene è davvero fortunata" La frase termina con una lacrima che cade lentamente sulle sule guance, mi allungo e gliela asciugo delicatamente. Mi fa male vederla star male, è come se fosse sempre stata così indifesa, così fragile da dover essere necessariamente protetta.
"Marina è nata nel 2020 - inizia a spiegarmi, cercando di trattenere le lacrime - Era bellissima, veramente bellissima. Non che ora non lo sia, ma appena nata era un piccolo angioletto biondo. Anche se una parte di me odiava la nostra somiglianza, l'avrei voluta più simile al padre, per averlo in qualche modo sempre con me. Crescendo però qualcosa l'ha preso, le sono comparse le fossette e un carattere decisamente più duro del mio" Sorride sospirando e spostando lo sguardo da me al mare alla sua sinistra.
"Quindi dopo di me è arrivato lui?" Chiedo capendo che effettivamente abbia gli stessi anni di Victor, quindi è probabile Charlotte si sia rifidanzata poco dopo la nostra rottura.
"Dopo di te" ripete sottovoce chiudendo gli occhi e scoppiando in un pianto liberatorio. "Charles dopo di te è arrivato qualcuno, sì, ma non c'entra nulla con Marina. Vedi lei è-è tua figlia, nostra figlia".Victor's story
TimothéeSorrido nel vedere la storia di Vic, scuoto la testa e penso che vorrei davvero conoscere il segreto della sua sfacciataggine. Alla fine ho deciso di tornare a casa prima, onestamente non mi trovavo a mio agio con quei due, mi sentivo, come dire, di troppo.
Apro la porta cercando di non fare troppo casino, è pur sempre abbastanza tardi, ma con mia sorpresa trovo mamma ancora sveglia, seduta sul divano con un album in mano "Già qui?" Mi chiede invitandomi a raggiungerla, annuisco e mi siedo al suo fianco portando lo sguardo sul libro plasticato aperto sulle sue gambe "E quello?" Me lo passa accarezzandomi poi la guancia dolcemente "È l'album fotografico mio e di papà, era sepolto da qualche parte in cantina, pensavo l'avessimo perso nel trasloco". Inizio a sfogliarlo divertito, gran parte di queste sono foto direi inedite di loro molto giovani e, come traspare, molto innamorati.
"Ma quella Charlotte, quando sono stati insieme? Cioè pensavo tu e papà steste insieme tipo da...sempre" Ridiamo entrambi soffermandoci poi su una particolare foto che li ritrae sul rettilineo di Monza prima di una gara.
"Non sono stati insieme molto, ed io ero a mia volta fidanzata con un altro. Nulla di importante comunque" Svia riafferrando l'album e invitandomi ad andarmi a lavare.
Accetto senza ribattere, anche perché sono decisamente stanco, le lascio un rapido bacio e salgo velocemente al piano di sopra.
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TT. /Sequel "Irene"/
FanfictionNon ho preso nulla da papà, fuorchè gli occhi, quelli sono i suoi. Ma forse era scritto dovesse essere così perchè, come dice mamma, gli occhi non mentono mai. SEQUEL DI: "Irene /Charles Leclerc/"