26. Nessuno è te

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Timothée

16.03

Ce l'ha fatta. Victor ce l'ha fatta. Ha passato quel dannato traguardo davanti a tutti.
Il box è letteralmente esploso durante quel magistrale sorpasso, anche se poteva evitarsele le due ruote sull'erba, ma non penso ne fosse totalmente consapevole.
Papà non l'ho mai visto così teso e, ora, così felice.
Si è alzato sollevando mia mamma dalla felicità, mentre io mi ritrovo sommerso dagli abbracci delle gemelle.
È tutto così folle e bello allo stesso tempo.
Forse ora, per la prima ed unica volta in vita mia, sto invidiando la carriera di Vic. Insomma, forse se avessi corso avrei potuto provare quello che vive lui ora, ma in fondo a me basta molto meno per essere felice, tipo la felicità di mio fratello.

Usciamo tutti verso il park dove ben presto vedremo arrivare la rossa numero 16, con il nostro pilota preferito.
Schiacciati fra le barriere e tutto il team alle nostre spalle, lo osserviamo scendere lentamente dalla macchina, risistemare il volante, poi salire sul muso e urlare così forte da coprire qualsiasi altra voce.
Un urlo indubbiamente liberatorio, così come le braccia alzate al cielo e il salto sul cemento.
Stringe la mano ai suoi avversari per poi correre da noi, sommergendoci letteralmente con un abbraccio.
"Ce l'ho fatta" Continua a ripetere, quasi incredulo, finché non viene taciuto dal bacio datogli da Marina, che ho scoperto da poco non essere nostra sorella.
Diciamo pure che la confusione di questi giorni non la scorderemo facilmente.

Dopo qualche minuto viene trascinato quasi a forza verso il retro podio e, poco dopo, sul podio stesso.
Non oso nemmeno immaginare cosa si provi a stare lassù, sopra tutti, sul tetto del mondo per qualche istante.
L'inno italiano risuona subito dopo quello monegasco, facendo scaldare il cuore di tutti.
Victor ancora non lo sa, e nemmeno noi, ma questa vittoria per i tifosi Ferrari finirà per significare ancor più di quella di papà, perchè oltre a tutto il resto Vic ha una cosa che Leclerc senior non aveva: il sangue italiano, e la conseguente cittadinanza a Monza.

Proprio così, noi non lo sappiamo ancora ma quel ragazzo che tanto temeva un confronto con suo padre oggi non lo ha solo raggiunto, probabilmente l'ha anche superato. Magari in staccata, in curva uno, all'ultimo giro.

I festeggiamenti sembrano non finire mai, non solo su quel grande spazio rialzato ma anche, e soprattutto, dopo nei box.
È ormai sera inoltrata, quasi ora di cena, quando decido di allontanarmi qualche minuto.
"Ehy TT dove sparisci?" Mi urla il festeggiato, già brillo "Torno subito" Rispondo sorridendogli ed uscendo nella pitlane deserta.
Mi siedo su una grande scatola metallica presente fuoei dal box Mercedes, osservando il cielo di Monza scurirsi ogni istante un po' di più.
"Tutto bene?" Alzo lo sguardo verso Melissa, in piedi davanti a me.
So che è felice tanto quanto noi altri per la vittoria di Victor, specialmente vista quella breve storia che hanno avuto, per questo mi stupisco nel vederla qua fuori.
"Certo, tutto benissimo. Come non potrebbe" Mi chiede di farle spazio e si siede al mio fianco, posando la testa sulla mia spalla.
"TT tu ce l'hai un obiettivo?" Mi volto verso di lei un pò confuso "Certo" Rispondo impulsivamente, pensando solo poi che effettivamente non sia la risposta più corretta.
"Anche io" Dice lei, sospirando.
"Mel invece tu, sei sicura di star bene?".
Annuisce abbassando la testa per nascondere un sorriso improvviso. Ok, sono ancora più confuso di prima ora.

Si lascia lentamente scivolare giù dalla cassa, girandosi verso di me e afferrandomi la mano. "E ora cosa fai?" Chiedo ridendo mentre mi trascina iniziando a correre nella direzione opposta al box Ferrari, da cui arrivano costantemente urla di gioia e canzoni a squarciagola.
"Corri un pò TT, andiamo!" Mi lascia facendo una piroetta su se stessa e continuando a muoversi rapidamente lungo il rettilineo ospitante i vari box.
Non facendomelo ripetere ulteriormente inizio ad inseguirla, ridendo e sentendomi libero come non mai.
È assurdo no? Ho passato tutta la vita a cercare di starmene ben lontano da questo cemento ed ora mi sembra di non essermi mai allontanato, di essere lo stesso bambino che inseguiva questa stessa bambina.
Si ferma solo una volta uscita dalla pitlane e arrivata sul circuito vero e proprio, affaticata.
"Vieni con me" Le dico prendendole nuovamente la mano e conducendola lentamente verso la parabolica.
Una volta arrivati ci sediamo stanchi sul cordolo, osservando il rosso tramonto calare sul traguardo.
È uno spettacolo così bello, così perfetto, eppure io ho occhi solo per lei.

O ora o mai più.
Mi dico ammirando ogni suo piccolo gesto, mentre si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre estrae il cellulare per fare una foto, mentre respira ancora profondamente e pesantemente.
"Ti devo dire una cosa" Diciamo in coro, scoppiando poi a ridere.
"Vai prima tu" Le concedo, cercando di non dimenticare quel discorso ripetuto così tante volte nella mia testa.

Si sposta un pò così da essere frontale davanti a me, mi prende una mano mentre con l'altra pettina i miei indomabili capelli.
Abbassa lo sguardo, poi lo alza al cielo mordendosi il labbro ed infine cade finalmente nei miei occhi.

Schiude le labbra per parlare, poi le richiude. Così per qualche secondo, come a trovare la forza per dirmi qualcosa che sente veramente molto, o perlomeno così appare da fuori.
"Timothée siamo amici da una vita io e te".
Bene, ci siamo. Ha appena demolito ogni mia speranza in una semplice frase.
Sei uno stupido Leclerc, fattelo dire.
Annuisco sconsolato temendo il peggio da questo stupido discorso.
"E ci siamo sempre detti tutto, quindi non sarebbe giusto nascondere una cosa così importante".
Prendo una grande boccata d'aria, ancora calda, stringendomi nelle spalle. Vorrei commentare, dire un qualcosa, ma preferisco tacere e lasciarla andare dritta al punto, senza interruzioni.

"Io non posso più continuare così. Ho provato a far finta di niente, a convincermi di essere sbagliata, di essere uscita di testa. Ho persino provato a farmi piacere l'idea di te e Karen insieme. Dio non voglio parlare male di chi non c'è più ma-" La blocco prima che si impappini come suo solito quando è agitata. Cosa c'entra Karen poi?
"Mel dimmi quello che devi, senza paura" Cerco di sfoderare il migliore dei sorrisi ma più che tranquillizante temo sia uscito inquietante.

"Tu mi piaci TT. Mi piaci in quel senso. E so che ora non potrai più essermi amico, anche perchè stavo con Vic, ma insomma lui non era te. Nessuno è te".

TT. /Sequel "Irene"/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora