Non c'è scusa che regga, quando qualcuno ti piace non importa se sia il tuo migliore amico o il peggior ragazzo tu abbia mai incontrato.
Quando senti le famose farfalle nello stomaco, i battitti accellerati, le mani sudate e la testa confusa allora sei innamorato, e non puoi farci proprio niente.
E questo Melissa l'ha imparato sulla sua stessa pelle. Per mesi, forse anni, ha cercato di reprimere questi sentimenti, ha cercato di convincersi che la sua vita non potesse proprio essere uno stupido cliché. Eppure quel giorno, seduta al fianco di Timothée, tutte le sue convinzioni erano crollate in pochi, minimi istanti.
Ma la tensione creatasi e il silenzio non potevano più essere sopportabili, non per una ragazza orgogliosa come lei.Dopo aver proferito quelle fatidiche parole si era alzata e, senza voltarsi indietro, era scappata via, da lui e dalle sue emozioni.
Il sole era definitivamente calato sul circuito, la notte era ancora lunga per i Leclerc, e Timothée si sentiva più felice che mai.Già, perchè Melissa non lo sa, ma aveva appena confessato ad un ragazzo follemente innamorato di lei, che ricambiava i suoi sentimenti.
Certo se ne era scappata senza dargli il tempo di proferir parola, ma questo non faceva che aumentare l'ottimo stato d'animo del giovane monegasco.Tornato al box Ferrari aveva poi festeggiato ancora, e ancora, e ancora.
Ovunque si girasse poteva vedere le persone a lui più care felici come non mai, esaltate dalla giornata appena conclusasi e da qualsiasi cosa li aspettasse in futuro.Ma quella felicità, quella immensa allegria, per lui dovuta a mille motivi, pian piano scomparì, lasciando dietro di sé solamente un bel ricordo.
Uno di quelli che riguardi con nostalgia nelle giornate di pioggia Milanesi, quando ti trovi seduto a scrivere un articolo qualunque, bevendo un caffè caldo in un bar del centro.Melissa era tornata a Montecarlo e non si era più fatta viva. Non rispondeva alle chiamate di TT e tantomeno ai suoi messaggi. Voleva dimenticare, lui, i sentimenti che le suscitava e, forse più di qualsiasi altra cosa, la figuraccia fatta quel fatidico giorno.
Sarebbe perfino ricaduta fra le braccia di Victor pur di allontanarsi dal fratello minore, se non fosse stato per la storia del pilota che procedeva a gonfie vele con Marina.È una fresca mattina d'autunno ed io, finalmente, sono a casa. Mi è mancata Montecarlo, mi è mancato il mare, il sole perenne, i colori e i profumi.
Ma più di tutto, indubbiamente, mi è mancata lei.
Dio, mi sento così stupido! Ho passato tutta la mia breve vita ad evitare di ritrovarmi in queste inutili storie adolescenziali ed ora mi ci ritrovo dentro fino al collo.
Con la mia migliore amica per di più.
In questo mese che ci ha divisi ho cercato di rinfrescarmi le idee, di sforzarmi nell'accettare che non può e non potrà mai essere una buona idea vivere sulla propria vita un revival di un qualunque film romantico degli anni 90.
Eppure più cerco di dimenticarla più penso a lei, a quanto sia l'unica persona che voglio al mio fianco e a quanto quello stra maledetto giorno non avrei mai dovuto lasciarla scappare.
Se solo l'avessi fermata.
Se solo l'avessi baciata.
Se solo le avessi detto la verità.Mia nonna Maria dice sempre una frase, che non ricordo bene, tipo 'Con i sè e con i ma...'. Vabbè insomma, il succo è che ormai è tardi per guardarmi indietro perciò, inevitabilmente, posso solo guardare avanti.
Mi siedo al bordo del letto, nella mia tanto amata cameretta, e vengo colpito da tutti i ricordi. Questa volta però, a differenza del passato, non piango, ma guardo tutto con un malinconico sorriso.
Credo di essere appena diventato adulto, in questo esatto istante, sempre che ci possa essere una differenza tra il me di ora e il me di due minuti fa."Posso?" Alzo lo sguardo verso papà, posato allo stipite della porta. Annuisco sorridendogli e lasciandogli spazio al mio fianco, non è solito vederlo qui, quindi deduco essere qualcosa di in qualche modo importante.
"Sono tutti sotto" Si limita in un primo momento a dirmi, facendomi ricordare solo ora dell'esistenza del resto del mondo.
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TT. /Sequel "Irene"/
FanfictionNon ho preso nulla da papà, fuorchè gli occhi, quelli sono i suoi. Ma forse era scritto dovesse essere così perchè, come dice mamma, gli occhi non mentono mai. SEQUEL DI: "Irene /Charles Leclerc/"