16. Woodstock

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"Buongiorno un cavolo mamma. Vic mi ha tirato giù dal letto e non so nemmeno dove abbia intenzione di portarmi" Sbuffo addentando al volo un cannolo e venendo letteralmente trascinato fuori di casa, mentre le risate di mamma rieccheggiano ancora per tutta casa.
In men che non si dica, o meglio dopo un tormentoso viaggio in auto in cui ho solo cercato di non strozzarmi con la brioche, arriviamo nella famosa meta nascosta.
È più o meno ora di merenda, in realtà, ma come prevedibile dopo la serata abbiamo dormito fino a qualche minuto fa. Ci ritroviamo furoi da questo piccolo locale in una zona non esattamente centrale di Monaco, con gran parte dei ragazzi di ieri "Si può sapere che fretta c'era di arrivare fino a qua?" Domando quasi nervosamente mentre saluto Mel, avvicinatasi a me sorridente "La fretta è quella che non hai avuto tu ieri sera, per questo hai perso la scommessa e per questo siamo qua" Spiega con tutta la normalità del mondo Anna, facendoci ridere.
Ripensare a ieri sera è al quanto strano, non solo perchè non ho ricordi nitidi di tutto il tempo ma anche, e soprattutto, perché quando si fa l'alba solitamente non si ha più la concezione del tempo, perciò per me è mattina e quel che è successo sta notte sembra lontano giorni.
"Molto bene, cosa devo fare?" Chiedo seriamente preoccupato per le malsane idee che avrebbero potuto avere questi 'amici' che mi ritrovo.
"Entrare, organizzare un pò di cose e prepararti" Spiega Melissa eccessivamente entusiasta "Per cosa?" Continuo io guardando interrogativamente l'Asutraliana "Il tuo primo concerto è ovvio!".
Ovvio, già.

Dalle loro spiegazioni seguenti capisco che avessero zero fiducia in me e, ancora peggio, che avessero già pianificato di farmi perdere una scommessa, tanto che Mel era venuta a parlare con il proprietario del locale giorni fa. La situazione è più o meno questa: io entro, saluto uno sconosciuto, osservo una stanza vuota ed esco pieno di dubbi per poi scoprire che oggi alle 21 dovrò cantare di fronte ad una sorta di pubblico. Dei poveri clienti che si dovranno sorbire la mia scadente musica ma, a sentir parlare Morwenna e Melissa, il nuovo Woodstock.
"Sentite ragazzi io apprezzo la vostra buona fede, sperando sia così, ma ho a stento qualche canzone da strimpellare, la gente si stuferà dopo due minuti" Lamento sedendomi a terra e osservando le reazioni divertite dei miei amici "Non sei male" Cerca di consolarmi Morwenna mentre Mel si siede al mio fianco, prendendomi la mano "Ascolta TT, io so che canzoni hai e sono belle, davvero. E poi c'è anche quella lì, quella nuova...Potresti finalmente cantarla a qualcuno di oggettivo, vedrai che piacerà anche a loro" Annuisco poco convinto, più penso a quante cose potrebbero andare male più mi maledico di non aver baciato una qualunque ieri sera. Ma in fondo sono fatto così, mi lamento di tutto ma non so dire di no, probabilmente sono troppo ingenuo o, come dice mamma, troppo buono per natura. Fatto sta che se dopo l'esibizione mi divoreranno, tutti si sentiranno tremendamente in colpa e io potrò tornare a fare la solita vita. Posso solo guadagnarci no?

MelRicciardo

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MelRicciardo Pre live polaroid check.

TTLeclerc 🖤

Morwenna.Sainz Amorini
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TTLeclerc

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TTLeclerc Cute af.

MelRicciardo :)

Victor_Leclerc La prima foto decente sul tuo profilo

Anna_Norris Best friends goals 🥺

21.03
Il locale non è gremito di gente e la maggior parte dei tavoli sono occupati da amici o familiari di Timothée, eppure il giovane monegasco non si è mai sentito così agitato in vita sua.
Certo, ha già cantato davanti ad un 'pubblico', ma farlo quando vieni annunciato, quando solo tu devi tener su la serata beh è completamente diverso rispetto ad una canzone improvvisata in uno squallido ristorantino brasiliano.
Dopo aver trascorso l'intera serata con Melissa ora è solo, completamente solo, e non gli resta che salire su quella piattaforma di legno con la sua chitarra nuova, regalatagli per il compleanno proprio dalla sua migliore amica.

"Buonasera" Esordisco così, imbarazzato, ridendo per l'espressione dei miei stupidissimi amici. Guardo i piccoli tavoli rotondi e noto qualche volto nuovo, qualche persone che effettivamente sta passando la sua serata tranquillamente e si ritrova ad ascoltare un cretino su questa specie di palco amatoriale.
"Non sono esattamente un cantante ma mi piacerebbe suonare qualcosa di mio stasera, spero vi piaccia". Deglutisco sedendomi sullo sgabello, la citarra in mano e il microfono regolato di fronte al mio viso. Guardo le mie mani tremanti e poi alzo lo sguardo verso mamma, mi sorrdie felice, e papà, che se la ride come tutti gli altri, ma in maniera più buona e composta.

Torno a fissare le corde, le dita che lentamente le fanno vibrare, e sento un battito mancarmi. È passato così poco dalla mia ira, dalla mia promessa di non suonare mai più, ma anche dalle parole di Melissa "Si canta quando si vuole comunicare qualcosa a qualcuno, e ora come ora lei vorrebbe davvero tanto sentirti cantare". Sospiro e chiudo gli occhi, iniziando a suonare. Le parole escono dalla mia bocca mentre il mio cuore sussurra piano piano al cielo "Questa è per te, addio K".
E forse ora per davvero sono pronto a lasciarla andare, a vivermi i miei ventunanni come lei vorrebbe, come lei farebbe. Forse è sbagliato, forse è troppo presto, forse non mi potete capire, ma so che lei, ovunque sia, ora sta cantando con me, a squarciagola come sempre, ridendo e facendo smorfie, magari perfino ballando a piedi nudi su una splendida sappia dorata.
È bella, bellissima, anche nei ricordi, e lo sarà per sempre. Probabilmente era solo destinata a sparire così, nella sua più totale perfezione, prima di svilirsi, prima di perdere quella sua unica energia.

Riarpo gli occhi e incrocio quelli di Melissa, che mima le parole delle canzoni che conosce così bene.

"La prossima è una canzone nuova, quindi non so se sia perfettamente orecchiabile ma la musica è anche altro oltre alla tecnica, no? E vorrei davvero dedicarla ad una persona speciale, che me l'ha totalmente ispirata" Faccio l'occhiolino all'Australiana che arrossisce, abbassando lo sguardo e sorridendo.
"Grazie TT!" Urla Tom dal fondo della sala scatenando una risata generale, anche nelle persone che non fanno parte della nostra strana compagnia.
Tutto sommato sembrano apprezzare anche loro, il che mi rende impensabilmente orgoglioso di me stesso.

Ho la macchina senza più freni
nelle casse un blues degli Stones
In discesa si ferma coi piedi
mi sentivo come nei Flintstones
Troppe cose mi sono passate
e non le possiamo cambiare
perlomeno all'età della pietra non guardavi nel mio cellulare

Passiamo i nostri anni
a darci delle colpe
che colpiscono la fronte
tra il cuscino e le coperte
Ma anche Superman
ha le sue debolezze
Tu sei la criptonite
E io uno stupido Clark Kent

TT. /Sequel "Irene"/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora