Champagne e soldi

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«Buon anno!» Hyunjae alzò il calice in aria appena la tv segnò la mezzanotte del nuovo anno.

Qualche goccia dello champagne cadde a terra a causa del brindisi ma il ragazzo non ci fece caso.

«È un nuovo anno, Yeonhwa! Su con il morale, dai!» Hyunjae poggiò il braccio sulle spalle della sorella più piccola mentre la intimava ad alzarsi dal divano ed a divertirsi con lui ed il padre.

Quest'ultimo tirò su il figlio con un sospiro e scosse la testa «lasciala stare, sta male.»
«Ma è un nuovo anno» borbottò il ragazzo, e Yeonhwa lo guardò non capendo «perché continui a ripetere che sia il primo dell'anno?»

Hyunjae abbassò lo sguardo sulla sorella «perché anno nuovo, vita nuova» scrollò le spalle e diede una pacca al padre sulla schiena «non bisogna abbattersi per una storia finita male, quest'anno andrà meglio.»

Yeonhwa annuì anche se non ebbe il coraggio di dire la verità ai due uomini.
Hyunjae era pieno di aspettative dalla vita, lui si meritava tutte le cose belle che il mondo potesse donare.

«Yeonhwa, c'è qualcosa che non va?» Il padre la fermò per un braccio quando la ragazza si alzò.
La ballerina scosse la testa e tirò le labbra in un sorriso «No, niente. Vado a dormire, sono stanca.»

Si diresse nella propria camera e chiuse la porta, lentamente.
Sapeva che il padre fosse preoccupato per lei, e sicuramente la mattina dopo anche Hyunjae l'avrebbe riempita di domande sul proprio umore e avrebbe cercato di farla ridere con le sue solite cavolate.

Yeonhwa aprì il cassetto delle magliette e vi tirò fuori una busta bianca.
La penna blu segnava il nome della giovane, e l'indirizzo con il francobollo erano posti sul retro.

L'aprì, nonostante le fosse arrivata tre giorni prima e l'avesse letta e riletta all'infinito.

Di nuovo la penna blu su un foglio altrettanto bianco, la calligrafia dai tratti spigolosi e le lettere piccole.
Non ricordava sua madre scrivesse così, in realtà non era sicura di averla mai vista scrivere.

«Cara Yeonhwa, ti ringrazio per i soldi. Sapevo avresti fatto la scelta giusta, pensando e aiutando tua madre. Tuo padre ha fatto un ottimo lavoro nel crescerti, e sono sicura che anche tuo fratello sia un uomo meraviglioso. Spero ci incontreremo presto, Miyoung.»

Alla fine, l'agenzia aveva deciso di pagare la donna in cambio del suo silenzio.
Erano arrivato ad un accordo e avevano stipulato un patto, da cui Yeonhwa era all'oscuro.
Sunwoo non voleva dirle nulla ma aveva sottolineato il fatto che i soldi non fossero molti, almeno non era la cifra chiesta inizialmente.

Yeonhwa ripose la lettera nel cassetto, sotto al maglione celeste, da cui ne uscì una piccola foto leggermente strappata e invecchiata dal tempo.

Miyoung sorrideva spensierata nello scatto e i capelli corvini le ricadevano delicatamente lungo il viso magro.
Yeonhwa aveva sempre pensato che sua madre fosse bella, di una bellezza particolare.
Aveva gli occhi grandi e il naso all'insù, una fossetta sulla guancia sinistra e le labbra piccole.
Hyunjae aveva ripreso dalla donna; gli stessi occhi e le stesse labbra.
Le fossette erano su entrambe le guance e questo gli conferiva un'aria infantile.

Yeonhwa amava suo fratello, che aveva fatto per lei molto più di quanto avesse fatto Miyoung.
E molto più di quanto avrebbe potuto fare anche se fosse rimasta con loro tre.

Strappò la foto e ne buttò i pezzetti per terra, mentre fiumi di lacrime scorrevano sulle guance arrossate.
«Ti odio, ti odio, ti odio. Al diavolo tu e i dannati soldi che desideri tanto. Ti odio, cazzo»

Si trascinò sul letto stancamente, buttandosi sul materasso senza preoccuparsi di indossare il pigiama.
Le bastarono pochi minuti prima di cadere in un sonno profondo, senza sogni.

«Buon anno, Yeo!» urlò il fratello, vedendola entrare in cucina.
«Buon anno» le sorrise invece il padre, impegnato a prepararsi un caffè «Ne vuoi uno anche tu?»

Yeonhwa annuì alla domanda e si sedette sulla sedia, in silenzio.

«Stai meglio?» chiese Hyunjae, guardandola accomodarsi accanto a sé, tenendo la testa sul palmo della mano con aria assonnata.
Yeonhwa assottigliò gli occhi e non rispose e Hyunjae sbuffò «Non puoi rimanere così a triste a vita, sai?»

«Vuoi scommettere?» rispose acidamente la ballerina mentre il padre le posò sotto al naso la tazza di caffè e latte freddo.
«So che sei triste per Minho ma-»
«Non sai niente, smettila di parlare.» continuò, e Hyunjae si ritrovò a rimanere con la bacca spalancata dallo stupore.

Continuarono la colazione senza parlare e Yeonhwa sospirò appagata dal silenzio del fratello.


«Vado a prendere qualcosa al supermercato, cosa volete per pranzo?» chiese il padre dei due ragazzi, entrando in salotto dove entrambi erano seduti a guardare la tv.

Hyunjae rispose vagamente, tornò subito a concentrarsi sul proprio telefono cui stava smanettando.
Yeonhwa scosse la testa e si alzò «Io non mangio qui.»

L'uomo la fermò dall'infilarsi il cappotto, avvicinandosi per parlarle «cosa ti sta succedendo? Puoi dircelo, lo sai, vero? Cosa ti preoccupa così tanto?»

Yeonhwa tirò le labbra in un sorriso finto «nulla, veramente» ma il padre non le credette e la racchiuse in un abbraccio «ti prego parlaci, non ce la faccio a vederti così distrutta.»
Yeonhwa ricambiò l'abbraccio e poggiò il proprio mento sulla spalla del padre, mentre osservava il fratello che stava ricambiando lo sguardo.
«Lei è tornata e mi ha scritto.»

Hyunjae fece cadere a terra il telefono; il rumore rimbombò tra le mura della stanza.
Il padre, ancora stretto a Yeonhwa, si separò lentamente e guardò la figlia con un cipiglio in volto «lei chi?»

«Non è vero, stai mentendo.» mormorò Hyunjae e Yeonhwa spinse leggermente via il padre.
«Miyoung è tornata e mi ha scritto, una settimana fa.»

«Mi- Miyoung?» l'uomo, incredulo, si sedette sul divano con la testa tra le mani.
Yeonhwa gli si avvicinò e lo accarezzò da sopra il tessuto della maglietta. «Mi dispiace»

«Per cosa ti stai scusando, Yeonhwa? Non è di certo colpa tua. Anzi, mi scuso io per non aver capito cosa ti preoccupasse così tanto.» le parlò Hyunjae e la sorella lo guardò trattenendo le lacrime «Non devi, non volevo che vi rovinaste le vacanze così.»

«Lei è tornata, per cosa, esattamente?» alzò la testa e guardò la figlia, i cui occhi erano pieni di acqua salata e una goccia aveva già tracciato la strada fino al mento «voleva i soldi» sussurrò «ha chiamato la mia agenzia e ha minacciato di rivelare la mia relazione»

«Quella stronza!» Hyunjae si alzò e andò ad abbracciare la sorella, passando la mano sulla sua schiena «Yeonhwa sistemeremo tutto, te lo prometto.»
Il padre sospirò e si alzò dal divano «Ha saputo che sei una ballerina famosa e non è tornata per congratularsi bensì per prenderti i soldi.»

«Cos'ha che non va? Perché non è cambiata di una virgola?» urlò Hyunjae, tenendo ancora a sé una Yeonhwa in lacrime.

«La cercherò e la costringerò ad andarsene via da noi.» Disse duramente l'uomo, prendendo le chiavi di casa ed uscendo fuori.

Hyunjae prese la sorella per le spalle e l'allontanò, per poterla guardare in volto «non piangere, va tutto bene.» la rassicurò.
«Niente va bene, Hyunjae. Causa sempre del male, perché?»
«Sembra essere l'unica cosa che le riesca bene»



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Holaaa
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Al prossimo capitolo(:

Ballerina || Lee KnowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora