21. La cura da Mount Weather

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Incrociai le dita ed iniziai a fargli il massaggio cardiaco «dai su...» dissi io mentre mi alzavo e mi abbassavo per risvegliargli il cuore.

Ma dopo un po' non dava nessun segno di vita, quindi mi misi sulla sua pancia per cercare di avere più successo.
«Forza Lincoln, resisti» continuai io, ma l'uomo non faceva il minimo movimento.

«Tu sei il loro guaritore?» domandai io con alcune ciocche di capelli davanti agli occhi ad un uomo messo in piedi lì vicino, aveva una folta barba scura e lunga ed un tatuaggio azzurro in faccia.

Lui annuì silenziosamente ed Abby prese la parola «piegagli indietro la testa, aiutiamo ad aprire le sue vie respiratorie» esclamò lei mentre mi diceva con gli occhi di far fare a lei.

«Andiamo» esclamò lei con tutta la forza che aveva in corpo quando prese rapidamente il mio posto.
«Andiamo!» ripeté ancora, mentre Finn si metteva una mano vicino alla bocca per la tensione e ad Octavia venivano gli occhi lucidi.

Ma all'improvviso Abby si fermò e, con ancora tutti i capelli in faccia, si allontanò dal terrestre «perché ti fermi? Che succede?» chiese Octavia con voce rotta a lei.

«Mi dispiace- esclamò il Cancelliere togliendosi i capelli da davanti agli occhi -è morto» disse poi.
«No, ti sbagli. Non è possibile» esclamò lei piangendo e spingendo via la donna, ricominciando disperatamente a fargli la manovra per riattivare il cuore.

«Octavia...» provai a dire io e anche se eravamo in una situazione drastica, le misi una mano sulla spalla come minimo conforto.

«Puoi... Tu puoi fare qualcosa, vero Alyx?... Ti prego, io so che tu mi riesci a capire... Fai qualcosa, ti supplico» mi implorò la mia migliore amica con gli occhi lucidi e aveva ragione, anch'io mi sentivo esattamente come lei quando pensai che Bellamy fosse morto, quindi annuì leggermente.

Finn si mise un attimo ad ascoltare, scambiando un'occhiata strana ad Abby, segno che i terrestri ed il Comandante erano arrivati.

«No no no...- sussurrai io presa da un attacco di panico -ci deve essere un altro modo» esclamai ancora, guardandomi intorno.

Ma anche Clarke salì dalla botola, seguita da una donna di pochi anni più grande di me, aveva i capelli castani pettinati all'indietro, un tatuaggio da guerra in faccia, una runa tra le sopracciglia tipica dei Comandanti e due occhi verdi di una tonalità strana.

Appena scambiò un contatto visivo con me, un brivido che sembrava provenire da dentro le mie viscere si propagò in tutto il mio corpo, lasciandomi una specie di sensazione elettrica che mi fece venire la pelle d'oca.

Scambiò un'occhiata delusa al corpo inerme di Lincoln e poi uno sguardo a Clarke, fra poco sarebbe scoppiato l'inferno.

Ad aggiungersi alla festa arrivò anche una donna di colore con i capelli corti e scuri che incuteva molto timore, ma non doveva essere una tipa particolarmente buona, perché vedevo Finn raggiungere il fucile con la mano cercando di non essere visto.

Io notai una spranga elettrica e, mentre che il Comandante dava un cenno alla donna e lei urlava «uccideteli tutti!» io la afferrai e la rivolsi verso di lei, che a sua volta puntava la spada su di Abby, l'uomo guaritore mi puntava una spada sulla schiena mentre Finn rivolgeva alla donna il suo fucile, un solo passo falso e saremmo morti tutti.

«Vi prego... Non è necessario farlo» esclamò Clarke in direzione del Comandante.
«Tu mi hai mentito ed è scaduto il tempo» rispose invece lei con voce minacciosa.

Vidi Abby che cercava di guadagnarsi il mio sguardo e lo puntò sul corpo di Lincoln ed io allora capii, rivolgendole uno sguardo che speravo le facesse capire che avevo afferrato.

Spostai lentamente il braccio con il bastone, ma la donna allungò un po' la sua spada che adesso aveva fatto un buco sulla giacca di Octavia, ma le rivolsi uno sguardo ammonitore per poi premere il bastone sul terrestre steso a terra.

Lincoln ebbe un piccolo spasmo, ma poi tornò normale «fallo di nuovo» mi incoraggiò Clarke ed io allora mi liberai dal raggio della donna e lo feci ancora, finalmente l'uomo riprese a respirare di nuovo.

Il secondo del Comandante e quest'ultima mi rivolsero uno sguardo stupito, mentre Lincoln mi guardava «è tutto okay... Sei tornato» gli sussurrai io mentre Octavia si avvicinava lentamente «Lincoln...» lo chiamò lei, dopo averlo guardato negli occhi come per accertarsi che fosse ancora vivo.

«Octavia...» rispose lui mentre lei gli metteva le mani sule guance, il Comandante ritrasse la sua spada mentre guardava Clarke che annuiva e Octavia mi ringraziava, mentre due lacrime le solcavano la guancia.

***

«La guarigione di Lincoln è stata... Impressionante- esclamò il Comandante a me e Clarke, eravamo nella sua tenda davanti ad un tavolo con il modellino del territorio, io non ero stata invitata ma ero troppo curiosa e non volevo lasciare da sola Clarke ancora una volta -nessuno era mai sopravvissuto ad un destino de genere» esclamò lei con un piccolo sorriso sul volto.

«In realtà non è complicato: dobbiamo solo tenerli in vita finché la droga non viene eliminata dal corpo. So di poter far lo stesso anche per gli altri, Lexa» disse Clarke.

«Avrai la tua tregua allora» esclamò la cosiddetta 'Lexa'.
«Grazie» mi intromisi io, lieta di non dover combattere un'altra guerra, già dovevamo pensare a liberare i 47 a Mount Weather.

«Voglio solo una cosa in cambio» mi disse poi lei, facendo subito crollare tutte le mie speranze.
«Dimmi...» disse Clarke un po' preoccupata della richiesta del Comandante.

«Portatemi colui che chiamate Finn... La tregua comincerà solo dopo la sua morte» esclamò lei, mentre il mondo di Clarke si sfracellava a terra come un fragile bicchiere di vetro.

«No, non possiamo. La nostra pace non inizierà con una morte» esclamai io con voce dura al Comandante, che a sua volta mi stava guardando dritta negli occhi con una faccia davvero troppo calma per i miei gusti.

«Quel solo uomo ha ucciso 18 dei nostri cittadini, siete fortunati che io vi stia chiedendo solo lui» mi rispose lei con voce calma e profonda, quasi come se mi volesse ipnotizzare.

«E allora se proprio dobbiamo seguire questa logica, anche io dovrei essere uccisa , ho ammazzato una ventina di soldati durante il nostro scontro. Tutti noi dovremmo morire, inclusa te e tutto il tuo esercito. Siamo tutti assassini» esclamai io, non avevo intenzione di lasciargliela vincere così facilmente.

«Ti sei già risposta da sola, Alyx del popolo del cielo. Tu hai ucciso dei soldati mandati ad uccidervi perché eravamo in guerra. Invece colui che chiamate Finn ha ucciso 18 persone innocenti, 18 persone tra cui donne e bambini e padri di famiglia che potevano essere risparmiati».

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