30. La radio di Raven

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Entrai di fretta nella tenda dove Clarke si stava compulsivamente sfregando la maglietta contro la mano per levarsi il sangue di Finn mentre piangeva.

Io mi fiondai davanti a lei e presi le sue mani nelle mie, cercando di non scoppiare a piangere davanti a lei «lo avrebbero torturato, ho dovuto farlo» mi disse lei mentre piangeva.

«Lo so, ma è tutto okay ora...» esclamai io abbracciandola mentre lei si aggrappava a me con tutte le sue forze, come se fossi la sua ancora di salvezza.

«Ho dovuto farlo... Ho dovuto farlo...» continuò a piangere lei mentre i miei genitori entravano nella tenda.
«Va bene, calmati ora, va tutto bene» sussurrai io.

«Che cosa ho fatto?» mi chiese poi lei «hai fatto bene, era la cosa giusta da fare» sussurrai io mentre un terrestre massiccio e barbuto era entrato nella stanza.

«Il Comandante è pronto a parlare» esclamò lui con voce profonda mentre scioglievamo il nostro abbraccio e Clarke si asciugava le lacrime mentre annuiva.

«Lasciala entrare» esclamai io e lui annuì, tornando poco dopo con Lexa ed una Indra su tutte le furie, il Comandante si sedette sul suo trono di legno seguita poi dal suo secondo e dal terrestre.

«Sangue chiama altro sangue, per alcuni dei miei uomini questo non basta, vogliono che l'assassino soffre come traduzione impone» esclamò lei ed io iniziai a scaldarmi.

Lei capì che volevo parlare, quindi mi degnò solo di una rapida occhiata prima di riparlare, andando dritta al punto «quello che non sanno è che la tua sofferenza sarà la più grande, quello che hai fatto stanotte ti perseguiterà per sempre».

«Ha finito?» risposi io amareggiata appoggiando una mano sulla spalla di Clarke e vedendo Indra scomporsi un po' «comunque ci sarà un risarcimento: il corpo dell'assassino sarà mandato agli abitanti di Tondc in modo che il fuoco unirà l'assassino alle sue vittime, solo dopo allora avremmo la nostra tregua».

Mio padre mi tappò la bocca prima che Indra mi conficchi un coltello nel petto «no, abbiamo fatto abbastanza. Il ragazzo avrà la nostra sepoltura» esclamò lui dicendo molto più cordialmente ciò che avrei detto io.

«Abbastanza?! L'assassino doveva ricevere il dolore di 18 morti, ci aspettava una degna sepoltura, il mio villaggio merita giustizia» esclamò la donna con voce minacciosa.

«Tu vuoi solo vendetta non giustizia, è molto diverso il concetto» replicai io.
«Tu, sciocca ragazzina, non sai neanche cosa sia la mia vendetta» mi minacciò vendendomi in contro.

«Lo faremo- esclamò Clarke lasciandomi spiazzata e la guardai con una faccia come per dire 'ne sei sicura?' -ma poi parleremo di come liberare la nostra gente da Mount Weather. Tutta la nostra gente» esclamò lei, facendo un patto.

«Vogliamo le stesse cose Clarke» rispose il Comandante.
«Va bene, allora quando partiamo?» domandai io quasi per sfidarla.

«Subito- esclamò lei stupendomi ed alzandosi -scegliete i vostri uomini» esclamò poi Lexa, uscendo insieme a Indra e all'uomo dalla tenda, lasciandoci da soli.

«Non devi farlo per forza Clarke» le disse sua madre, anche se sapeva pure lei che in realtà era costretta.
«Sì invece- rispose lei dirigendosi verso la porta -se questa tregua non regge, avrò ucciso Finn invano».

***

Io e Clarke uscimmo dalla tenda mentre io ero in preda ad una crisi di rabbia. «tu va' ad avvertire Bellamy e gli altri che dobbiamo partire, io vado a cercare di far riprendere la radio a Raven» esclamai io con tono autoritario, mentre Clarke annuiva e se ne andava.

Avrei preferito di gran lunga andare io da Bellamy, ma sapevo che Raven avrebbe ammazzato Clarke a mani nude se l'avesse vista anche solo per un secondo.

La raggiunsi a passo lento, il leggero vento che si era alzato mi stava portando tutti i capelli a sinistra e mi rinfrescava un po' le guance calde e la testa che mi faceva male per il pianto.

«Raven...» la chiamai piano io, stava ancora piangendo mentre era china sul corpo inerme di Finn sdraiato a terra.
«Tu... Vattene via» mi disse, cercando di non mostrare troppo la sua voce ferita.

«No Raven, so che sei scossa e ammetto di esserlo anche io, ma ora-» provai a dire ma lei mi interruppe alzandosi velocemente da lì ed andando verso di me.

«No, tu puoi essere semplicemente scossa perché Finn era tuo amico, ma io non lo sono. Finn era tutta la mia vita e tu... Tu avevi detto che lo avresti protetto tu... Tu me l'avevi promesso ed ora guardalo! Ti sembra che stia bene!?» mi domandò lei urlando e continuando a piangere a fiumi.

«Stiamo andando a salvare i nostri amici a Mount Weather, dovresti riprendere il lavoro con la radio» esclamai io meccanicamente ma senza guardarla negli occhi, non riuscivo.

Lei aveva ragione... Avevo promesso di proteggerlo anche se invece non ho fatto assolutamente nulla.

«No...no!» continuò lei a urlare mentre avanzava e mi tirò un pugno sullo stomaco, io andai leggermente indietro perché aveva fatto molto male per colpa ancora della ferita non proprio cicatrizzata ma mi limitai a chiudere gli occhi ed incassare il colpo, era normale si stava solo sfogando, ed io me lo meritavo.

«Che fate? Cosa stanno facendo?!» urlò lei quando arrivarono due terrestri per afferrare il corpo di Finn «devono prenderlo» spiegai io afferrandola per un braccio e lei cercò di liberarsi ma la mia presa era troppo salda.
«Cosa? Neanche per sogno!».

«Raven, Raven guardami cazzo- la fermai io afferrandola per le spalle e girandola verso di me, aveva il fiatone per il pianto e lo sforzo -anch'io non sono d'accordo ma pensaci: già non lo hanno ucciso come volevano loro ma l'abbiamo fatto morire senza che soffrisse, se ancora gli impediamo di fargli la loro sepoltura la tregua sarà andata» le spiegai io guardandola negli occhi.

Lei mi guardò con occhi carichi di odio «allora verrò anch'io con voi, non voglio sentire storie» mi sputò addosso come se fossi la persona più inutile e indegna di questa terra.

«Va bene ma mi starai-» provai a dirle che sarebbe però rimasta attaccata a me, ma come al solito nessuno mi lascia finire una maledetta frase.
«-E non preoccuparti, porterò con me la vostra stupida radio».

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