42. Devo Salvarli

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«Ce l'avete fatta!» esclamò Octavia quando ci vide, era al cancello insieme a due guardie Trikru «si, dobbiamo però vedere Heda immediatamente» esclamò Clarke.

«È successo qualcosa?» domandò ancora e Clarke mi battè sul tempo «no, nulla» rispose, perché non voleva dirlo?

«Bellamy ha disattivato la nebbia acida?» chiese lei «ci sta lavorando. Notizie di Lincon?» domandai io e lei scosse la testa per poi portarci dal Comandante.

Svoltammo in mezzo alle case di Tondc e vedemmo Lexa che stava parlando a Kane ed Indra, ma si voltò subito quando ci vide «Alyx e Clarke del popolo del cielo ci hanno onorate della loro presenza» ci salutò lei con un sorriso rispettoso.

«Ci scusiamo per il ritardo Comandante» esclamò Clarke «siete arrivate giusto in tempo- ci smentì il Consigliere Kane -presumo che a Mount Weather stiano bene» continuò lui «sì, per ora» rispose Clarke.

«Potremmo parlarle in privato, Heda?» le chiesi io e vidi un bagliore di soddisfazione passare per i suoi occhi quando la chiamai in Trigedasleng.
«Certamente, seguitemi» esclamò lei uscendo poi dalla stanza e scortandoci in un vecchio edificio.

Clarke le spiegò la situazione, che avevano un missile contro e che dovevano scappare «un missile, ne sei sicura?» chiese il Comandante, stupita.
«Sì, dobbiamo iniziare l'evacuazione» esclamai io.

«No, se ce ne andiamo tutti capiranno che c'è una spia tra di loro» si rifiutò Heda.
«Non necessariamente»
«Non possiamo rischiare» mi rispose ancora.

«A che ci serve avere un infiltrato se non possiamo agire in base a quello che ci dice?» domandò Clarke, quasi disperata.
«La nebbia acida è stata disattivata? Il nostro esercito è stato liberato?- Clarke scosse la testa -allora il compito di Bellamy non è finito, senza di lui non possiamo vincere questa guerra».

«E quindi cosa pensi di fare? Vuoi restare solo a guardare mentre ci bombardano?» domandai io.
«Ci sarà un'esplosione, ma l'esercito sarà al sicuro nella foresta, questo li ispirerà» esclamò il Comandante.

«Sì, in effetti sarei davvero molto ispirata se sapessi che fra poco salterei in aria, che idea geniale» commentai io con un'espressione sarcastica in volto.

«E non pensi a noi?» domandò poi Clarke, voleva davvero scappare e salvarsi la pelle?
«Noi andiamo via, adesso» esclamò la ragazza prendendo qualche straccio per mischiarsi in mezzo alla folla e ce li mise in mano.

«No, sarebbe da codardi abbandonare tutti per salvarsi, l'ho già fatto più di una volta e non mi da onore» puntualizzai io cercando il suo punto debole, ma a quanto pare non era la sua dignità.
«S volte devi perdere una battaglia per vincere la guerra» esclamò lei con occhi irremovibili.

«Questa non è una battaglia, ma una strage, tutti le nostre risorse migliori sono qui» provai ad oppormi io ma Clarke mi infilò uno straccio per coprirmi i capelli già corti e mi spintonò verso il cancello che dava sul retro della casa.

«È ora di andare- esclamò poi Lexa quando fummo attaccate all'uscita -muoviti Alyx» mi disse lei vedendo che non mi muovevo.

Ma io continuavo a pensare a tutti i volti dei ragazzi rimasti a Muont Weather e mi convinsi che questa volta non sarei scappata.
«No Heda, io non posso abbandonarli, loro sono la mia gente» esclamai io togliendomi gli stracci di dosso.

«Alyx, ho promesso a Bellamy che non ti avrei fatto fare nulla di stupido»
«No Clarke, non l'hai fatto e non ce n'è bisogno, sono sopravvissuta a disastri peggiori» cercai io di rassicurarla con un piccolo sorriso.
«Ma mai ad una bomba».

«Tranquilla, me la caverò» esclamai io andandomene ad aiutare gli altri, mentre Lexa fermava Clarke e le diceva che ormai avevo fatto la mia scelta.
E non sarei tornata indietro. Non questa volta.

***

«Octavia, Octavia!» urlai io in preda al panico, cercando la chioma intrecciata e gli occhi verdi di Octavia.

Passai davanti alla nazione del ghiaccio, Azgeda, secondo Lexa erano loro quelli che avevano causato l'ultima loro guerra.
Passai davanti alla loro regina che mi stava guardando con aria di superiorità ed io la sfidai con lo sguardo, non mi sarei lasciata intimidire da una donna solo perché la chiamavano regina.

Lì accanto a lei potevo sentire gli occhi azzurri come il mare del principe dei ghiacci, mi stavano guardando da lontano ed era come se mi stessero studiando.
Io guardai anche i suoi occhi stupendi ed ipnotici e sapevo benissimo che lui stava fissando i miei azzurri, se avesse continuato così mi avrebbe consumata.

Voltai la testa alla ricerca di Octavia e la trovai poco distante da lì, dietro una grande roccia «Octavia cosa stai facendo?!» urlai io e lei si voltò, aveva Lincoln appeso a lei e lo stava reggendo.

Ero combattuta tra la gioia di vederlo di nuovo e la paura di perdere tutti «Lincoln!» lo chiamai io con l'accenno di un sorriso «sto bene» mi disse lui «no, fra poco non starà bene nessuno» dissi io con una faccia dispiaciuta.

«Cosa è successo?» domandò Octavia con aria spaventata mentre da lontano qualcosa iniziava ad avvicinarsi «merda» esclamai io guardando la palla un po' allungata che si dirigeva nella nostra direzione.

«È... È un missile quello?» mi domandò Octavia con gli occhi a palla.
«Sì, l'ha lanciato Mount Weather» risposi io senza staccare lo sguardo dalla bomba era vicina, troppo vicina.

«E tu come fai a saperlo?» mi chiese la ragazza.
«Me l'ha detto Bellamy» esclamai io mentre le mani iniziarono a sudare ed l'ansia si impadroniva di me.

«Dobbiamo avvertire Lexa e gli altri» disse Octavia alzandosi, ma io la fermai «Lexa starà bene, ma tu promettimi che sarai lontana da qui, vado io ad avvisare gli altri».
«Ma-»
«niente ma Octavia, devo salvare più persone possibili» esclamai io andando nella piazza.

Ma quando arrivai era già troppo tardi, il mossile era maledettamente vicino e lì c'era il panico «Marcus, Marcus ti devi salvare» dissi io trovando mio padre che cercava un nascondiglio per alcuni bambini «Alyx, cosa ci fai qui? Devi scappare, quel missile sarà qui a momenti» mi disse lui prendendomi per le spalle.

«È stato Mount Weather, i bersagli eravamo io, Clarke e Lexa... Mi dispiace così tanto» esclamai io, stavo per crollare.
«Non è colpa tua okay? Ora scappa e mettiti in salvo, come stanno facendo tutti» mi disse lui.

«No, non posso lasciarti qui da solo a morire» esclamai io con gli occhi lucidi «starò bene, non preoccuparti per me. Ti voglio bene» mi disse lui abbracciandomi rapidamente e correndo verso l'edificio in cui stava entrando Abby, peccato che il missile fosse diretto proprio lì.

«Papà!» urlai io a pieni polmoni, venendo poi scaraventata ad una ventina di metri più in là.
L'unica cosa che vidi fu una casa già traballante cadermi addosso per colpa dell'impatto che aveva causato il missile.

-8!

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