39. Anomalie Genetiche

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«Maledizione lo sto perdendo, mi serve subito il sangue!» urlò Abby mentre cercava di fermare l'emorragia schiacciando i palmi delle mani contro il corpo sanguinante del terrestre.

«Devi restare con me, combatti avanti» lo pregò la donna afferrandogli il viso, ma il terrestre roteò gli occhi all'indietro e si accasciò sul lettino: aveva perso troppo sangue.

La donna si allontanò dal corpo informando tutti che era morto ed Indra gli si avvicinò e gli tagliò una treccia dai capelli, da come avevo capito era una specie di rituale per onorare i morti «yu gonplei ste odon».

«Quindi è così che fate? Un assassino vive e un guerriero muore?» domandò lei con voce carica d'odio.
«Mi dispiace Indra, ma ci può aiutare contro Mount Weather» si giustificò Clarke.
«Allora permetti che lo faccia parlare io»
«No, non lo tortureremo» esclamò la ragazza con voce dura.

«Clarke ha ragione, parlerà perché noi gli abbiamo salvato la vita» la appoggiò Abby «ma in caso non lo faccia e sicuramente non lo farà, io appoggerò Indra» esclamai io, guadagnandomi uno sguardo piacevolmente stupito dalla donna in questione.

«Come puoi dire una cosa simile?» domandò Clarke indignata «Clarke, hai idea di come stiano torturando il nostro popolo senza pietà? Sai quanto nostro sangue ha nelle vene?!» dissi io a voce alta ed Indra mi appoggiava a pieno «voialtri siete così deboli» esclamò lei con voce dura, per poi uscire dalla stanza.

«Octavia, riposati un attimo, prendo io il tuo posto» esclamai io andando nella stanza della radio e cercando di sedermi al suo posto «ma non sono stanca...» esclamò lei sollevando un sopracciglio.

«Non farti pregare» sussurrai io con un sospiro stanco mentre la ragazza si alzava.
«Hai un aspetto orribile, cosa ti è successo?» mi domandò la mia amica dopo avermi rivolto una lunga occhiata.

«Oh, intendi dopo che mi hanno quasi pugnalata a morte? Stavo per essere mangiata da un fottuto gorilla gigante, Mount Weather mi ha trovata di nuovo ed ha provato ad uccidermi e una delle persone più importanti della mia vita si sta andando a suicidare quindi sì, sono leggermente nervosa» risposi io con voce secca e sarcastica.

«Hai ragione, scusa... Ma vedrai che Bellamy ce la farà, è un uomo molto forte» mi rassicurò la ragazza castana.
«Spero di esserlo quanto lui» risposi io, mettendomi le mani nei capelli.

«Dovresti riposarti un po' ora che ne hai l'occasione» mi propose lei ma io scossi la testa «no, voglio essere qui in caso Bellamy o qualsiasi altro vi contattasse» esclamai io e lei sospirò, sapeva che non mi avrebbe convinta.

«Facciamo così: io ti lascio stare qui ma tu ti riposi un po', okay? Ti sveglierò nel caso senta qualcosa oltre il silenzio radio» mi propose ed io annuii, mettendoci due secondi ad addormentarmi usando le mie braccia come cuscino.

***

Dopo poco mi risvegliai e Octavia non c'era ovviamente.
Cavolo quindi se qualcuno avesse chiamato io non avrei sentito perché sarei stata addormentata!

Mi alzai di scatto «Octavia!» esclamai io stringendo i denti dal nervoso ed alzandomi di scatto dalla sedia.
Deve solo ringraziare il fatto che devo restare qui incollata e che non la posso andare a cercare.

«Octavia è andata ad aiutare il Cancelliere e Clarke con l'interrogatorio dell'uomo di Mount Weather, stai tranquilla ha chiesto a me di ascoltare. Ma nessuno ha detto nulla» esclamò la voce di un uomo che conoscevo bene. Era un ingegnere dell'Arca con la quale avevo un rapporto odio-amore : il suo nome è Kyle Wick.

«Oddio- esclamai io guardandolo in faccia -da quanto tempo!» esclamai io, abbracciandolo.
Eravamo come cane e gatto, ma sotto sotto ci volevamo bene, molto in fondo.

«È da tre anni che non ci vediamo» esclamò l'uomo biondo con gli occhi castani mentre mi abbracciava con delle braccia che conoscevo bene «pensavo fossi morto per risparmiare ossigeno» gli dissi io.

«Pensavo fossi morta già da quando ho saputo che eri andata sulla terra, e l'ho pensato anche quando sono venuto qui mi hanno detto che eri morta nella guerra con i terrestri» mi informò lui.

«Morta no, ma mi hanno lasciato una bella cicatrice» esclamai io alzando la maglietta fino all'ombelico «e le altre?» mi domandò lui, si preoccupava ancora per me come una volta.
«È una lunga storia: pensavano che avessi cercato di uccidere il Comandante e mi sono beccata una pseudo-esecuzione» risposi io.

«Ah... Non ti posso lasciare da sola neanche per un secondo eh?» mi domandò lui sorridendo ed io ricambiai.
Ma in quel momento arrivarono Clarke e Raven, quest'ultima aveva una torcia blu simile a quella del figlio di Wallace.

Lei si sedette al tavolo, dove la voce di Jasper continuava a ripetersi e accese la luce, facendomi sentire il rumore fastidioso che avevo già sentito.
«Sì, posso riprodurre la sequenza» esclamò poi la ragazza.

«bene, neutralizzando i Mietitori avremo via libera per i tunnel, datti da fare» le ordinò Clare.
«Lo farebbe anche senza che tu glielo ordinassi» precisai io con una faccia stranita, Clarke era diversa dal solito.

«Raven!- urlò Octavia precipitandosi nell'ingegneria -notizie di Bellamy?» domandò lei.
«Ancora niente» rispose lei.
«Neanche di Lincoln si sa niente... Dovrebbe essere già tornato» esclamò lei, facendomi venire un groppo in gola.

«Avranno avuto un imprevisto, lui tornerà tra poco» risposi io facendola voltare nella mia direzione, qualcosa mi dice che si era accorta solo ora che fossi sveglia e non voleva dirlo di fronte a me.
«Lo spero tanto- esclamò Raven -la riuscita del piano dipende da Bellamy».

«Ce la farà» rispose Clarke al mio posto, sentire me dirlo con quel tono acido è normale, ma sentire lei... Non proprio.
«Il Cancelliere Kane e Clarke Griffin devono recarsi immediatamente alla camera stagna sud» disse una voce nell'altoparlante, probabilmente l'uomo di Mount Weather si era svegliato.

«Finiremo più tardi» esclamò la ragazza bionda andandosene dalla stanza seguita dalla sottoscritta, non mi sarei persa una bella chiacchierata con quel bastardo.

«Che succede?» domandai io quando arrivai e vidi Abby in piedi davanti alla camera.
«Ha detto qualcosa?» domandò Kane «lui no, ma il suo sangue si. Jackson ho trovato delle anomalie nei marcatori genetici presenti solo in persone nate sull'Arca».

«Hanno già iniziato...» sussurrò Clarke aggiudicandosi un'occhiata confusa del 'Consigliere'.
«Non dipende dalla trasfusione che gli abbiamo fatto?» domandò quest'ultimo.
«No, gli ho preso un campione prima».

«Stanno dissanguando i miei amici» sussurrò ancora Clarke, facendomi ribollire il sangue nelle vene.
«Non ne siamo sicuri» esclamò lui.

«Sì invece, è ovvio- lo contraddii io -i nostri geni sono stati modificati per resistere alle radiazioni, i loro no» risposi con voce dura.
«Chissà quanto nostro sangue hanno in corpo» esclamò Clarke ed io scoppiai.

Mi buttai sul pulsante per interrompere le ventole, ma 'mio padre' me lo fece solo sfiorare afferrando i per i fianchi «che cosa vuoi fare?» mi domandò lui con quella voce, quella che usava quando rientrava.

«Ha dentro di sé il sangue di Monty e Jasper e chissà chi altro!» urlai io riprovando ad andare verso il pulsante ma lui mi bloccò di nuovo.
«Levati dai piedi Kane» lo minacciai io «devi calmarti» mi rispose lui.

«Alyx, non sei tu che comandi qui. Agiamo a modo mio» mi disse poi il Cancelliere mentre Clarke stava a guardare con gli occhi lucidi ed io mi trattenevo dall'urlarle in faccia.

Ma che bella famiglia felice.

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