37. I Pauna

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Quando continuai a scappare un po' spaventata per Burn e un po' per Quint, il diretto interessato mi fece cadere a terra.
«Questo è per mio fratello» esclamò lui alzando la mano con il coltello.

Ma improvvisamente un altro coltello tirato con una precisione madornale gli si conficcò nel polso, facendolo gridare da dolore.
Io lo scansai da me e gli puntai il coltello addosso, ma mi calmai quando vidi Lexa, Clarke ed un soldato terrestre venire nella mia direzione.

Il Comandante si piegò su Quint e gli estrasse il coltello dal braccio mentre il terrestre estraeva la spada.
Lexa gli disse qualcosa nella loro lingua ed io la ringraziai, guadagnandomi i suoi occhi nei miei, facendomi ancora sentire quel brivido elettrico nella schiena.

«Se attacchi una di loro, attacchi me- lo minacciò lei per poi parlare nella mia direzione -dov'è la tua guardia?» mi chiese lei.
«L'ha uccisa lui» risposi io.

«No non è vero, sta mentendo. La mia battaglia è solo contro di lei» rispose lui ed io lo guardai male, pensa davvero che il Comandante se la sarebbe bevuta così facilmente?
«Yu gonplei ste odon- disse Heda e Quint la guardò con un leggero velo di paura -Clarke, uccidilo tu» rispose poi nella sua direzione mentre Clarke stringeva il manico della pistola.

Lei fece per alzarla ma in lontananza sentimmo una specie di ruggito in lontananza non molto amichevole.
«Che cos'era?» domandammo in coro io e Clarke «Pauna» rispose il Comandante, estraendo la sua spada e facendo un taglio alla gamba dell'uomo che aveva provato ad uccidermi.

«Correte!» urlò poi ancora ed io e Clarke iniziammo una nuova e spericolata corsa sperando di non essere raggiunte.
«Dobbiamo nasconderci da qualche parte» esclamò Clarke con il fiatone mentre sorpassavamo una specie di grata rotonda.

«Ehy guardate lì, da quella parte c'è qualcosa!» urlai io, aprendo poi quella grata e tutti entrammo in un tubo scuro.
Spuntammo in un insieme di pietre e piante incolte ma la cosa meno rassicurante era il sangue sparso un po' ovunque e la miriade di scheletri di animali e umani.

«Che cos'è questo posto?» domandò Clarke con faccia spaventata «è qui che vengono a mangiare. Andiamo» le rispose Lexa.

Clarke e tutti noi salimmo in cima alla torre di pietre grosse quanto un campo da calcio ed io dovetti evitare di rimettere alla vista di una mezza carcassa mangiata di un animale simile ad un'alce.

Sentimmo un altro ruggito e ci mettemmo tutti in guardia, ma in quel momento degli alberi caddero a terra ed un enorme gorilla saltò fuori dal nulla, aggredendo il terrestre che faceva da guardia personale a Lexa e poi lanciandolo su una parete lì vicino.

Clarke gli sparò alcuni colpi in faccia ma sembravano solo infastidirlo, ma finalmente dopo una ventina di colpi riuscì a farlo cadere.

Solo il tempo di riprendere fiato che il gorilla tornò subito all'assalto «corri!» urlò di nuovo Clarke ed io non potei che notare la sua mano sulla schiena di Lexa.

Superammo un portico rialzato come se fosse una tribuna: era un vicolo ceco, l'unica opzione era saltare di sotto.
Mi voltai indietro e vidi che il gorilla si era tirato in piedi ed ora ci stava raggiungendo.

In meno di un secondo io e Clarke fummo saltate giù per raggiungere un portone alzato, ma Heda cadde male ed urlò di dolore, probabilmente si era rotta il braccio e slogata una caviglia.
Io e Clarke la prendemmo sotto braccio e la trascinammo fino al portone, ma anche il gorilla era saltato ed adesso stava afferrando la gamba del Comandante.

La ragazza bionda ed io le afferrammo immediatamente le mani «lasciatemi andare» esclamò lei «neanche per idea!» urlò Clarke mollando la mano e sparando alcuni colpi al gorilla fino a quando non la lasciò.

Io la trascinai verso di me e Clarke diede un calcio al palo che teneva aperto il portone.
Aiutammo Lexa a camminare fino ad una stanza con alcuni intrecci di tubature al posto del soffitto ed io afferrai la spada di Lexa per bloccare la porta.

***

Ero sdraiata in un angolo in attesa di addormentarmi mentre Clarke cercava di medicare Lexa, ma iniziarono a parlare.
«Dovevi lasciarmi là, ora tre moriranno al posto di uno» esclamò Heda.

«Non conosco la tua cultura, ma quando qualcuno ti salva la vita da noi si dice 'grazie'» esclamò in risposta Clarke.
«Parlo sul serio Clarke, per comandare bene devi fare scelte difficili» le disse la donna mentre Clarke cercava di aprire le sbarre della 'prigione' per cercare un'uscita alternativa.

«Scelte difficili? E lo dici a me?»
«Ho visto la tua forza è vero, ma ora vacilli: non hai ucciso Quint, non mi hai lasciata morire. È stata una debolezza»

«L'amore è una debolezza»
«Schernire non è segno di una mente forte, Clarke»
«Vuoi sapere perché ti ho salvata? Perché ho bisogno di te. Non sia mai che uno dei tuoi generali diventi Comandante... Sarai anche spietata Lexa, ma sei intelligente».

«Non temere, il mio spirito sceglierà con molta saggezza»
«Il tuo spirito?»
«Sì, quando morirò il mio spirito sceglierà il nuovo Comandante»

«Reincarnazione? È così che sei diventata Comandante?» domandò Clarke.
«Sì, è ovvio. I vostri leader come sono scelti?» domandò la donna, ma i ruggiti del gorilla mi fecero alzare di scatto e mi trovai per un paio di secondi a fissare la porta che ora stava per essere scardinata dal Pauna.

«Cazzo ci ha trovate» esclamai io con la schiena contro le sbarre in mezzo a Lexa e Clarke.
«Non aver paura Alyx, la morte non è la fine» mi disse Heda ma non mi rassicurò proprio per nulla.

«No... No, non moriremo qui, il tuo spirito deve restare dov'è» rispose Clarke al mio posto, mentre guardavamo la spada piegarsi.
«Allora preparatevi a combattere» ci rispose il Comandante.

«Facciamolo entrare» disse Clarke avvicinandosi alla porta mentre io e Lexa estraevamo le armi, provai a fidarmi della ragazza bionda e non dissi nulla.
«Venite qui» ci disse e noi ubbidimmo, schiacciandosi contro al portone «ora!» esclamò Clarke ed io tolsi la spada, facendo entrare di scatto il gorilla che scivolò sul pavimento.

Approfittammo della sua distrazione per uscire da lì e poi abbassai una leva che attivò la chiusura automatica del portone.
«Andiamo» esclamò poi la ragazza dagli occhi verdi, correndo poi nella direzione opposta al gorilla, che stava dando dei pugni alla porta e non ci sarebbe mancato poco prima che riuscisse ad aprirla.

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