20. Sensi Di colpa

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«Oddio... Tu... Sei davvero Alyx?- mi domandò lei, come se stesse guardando un fantasma -noi... Cavolo noi pensavano che fossi morta da qualche parte e che ti avessero trovato i terrestri» continuò lei.

«Aspetta, 'noi'? Questo vuol dire che ci sono altri sopravvissuti?» domandai io speranzosa e la ragazza annuì scrutandomi con i suoi occhi verdi.
«Mio Dio Octavia, non sai quanto io sia contenta di saperlo» esclamai io abbracciandola un po' goffamente e lei ricambiò l'abbraccio.

«Ma tu... Come hai fatto a sopravvivere? Io... Anzi, noi avevamo visto tutti la tua ferita allo stomaco» esclamò ancora Octavia.

«Bhe, dopo che Bellamy fu scappato nella navicella mi strisciai avanti per la galleria finché non giunsi in un prato e lì sentii l'esplosione, però mi trovarono gli uomini della Montagna... Ma Clarke non vi ha detto nulla?» chiesi io leggermente allarmata perché questo voleva dire che nessuno sapeva una di Mount Weather e nessuno li avrebbe salvati.

«Sì, ci ha parlato degli uomini della montagna ma ha accennato solo a Monty e Jasper e gli altri, ma non ha detto nulla di più, anche perché sono successi un paio di 'episodi' da quando tu eri... Bhe, morta» mi spiegò lei ed io mi corrucciai, preoccupata.

«Allora, cercherò di fartela il più breve possibile: l'Arca è atterrata sulla terra e vi sono stati molti sopravvissuti, tra cui tuo padre, Abby e Jaha, il primo è diventato Cancelliere ma siccome poi Jaha e tuo padre sono scomparsi lo è diventata Abby. Finn era corso a cercare Clarke e, insieme a Murphy è andato al villaggio di Lincoln, lì Finn ha dato di matto ed ha ucciso 18 persone innocenti così i terrestri ci hanno dichiarato guerra. Poi gli uomini della montagna hanno preso Lincoln e lo hanno trasformato in un Mietitore, però Clarke ed Abby hanno trovato un modo per curarlo, quindi ora il capo dei terrestri è venuta qui assieme ad un piccolo esercito per attaccarci in caso Lincoln non si fosse svegliato, ed in questo momento hai deciso bene di spuntare tu» mi disse lei.

«Aspetta... Cosa?» esclamai io, completamente paonazza per tutte quelle informazioni spiazzanti.
«Capisco che sono tante cose contrastanti, ma ora davvero non è tempo per le spiegazioni: dobbiamo andare a vedere come sta Lincoln. Ma prima prenditi la mia giacca, quella pelliccia di cervo è orribile» mi disse mentre si alzava in piedi, mi tendeva una mano che per farmi alzare e mi lanciava la sua giacca in pelle che indossai e chiusi con la cerniera.

Mi accompagnò fino alla navicella ma, prima di salire le famigliari scalette, decisi si stare al piano di sotto ad aspettare Abby e Finn.
Quando anche loro pochi minuti dopo entrarono nella navicella ebbero la stessa espressione stupita di Octavia «ciao...» io salutai Finn sorridendogli, andando poi verso di lui ed abbracciandolo, sapevo che aveva fatto un gran casino ammazzando tutti quei terrestri e che aveva scatenato un'altra guerra, ma questo non toglieva il bene che gli volevo.

«Alyx... Ma, come hai fatto a sopravvivere?» mi domandò Abby ed io mi presi qualche attimo per osservarla in silenzio prima di risponderle «gli uomini della montagna mi hanno recuperata e operata, ma oggi sono scappata» esclamai io come voce dura mentre la guardavo.

'Mia madre' aveva i capelli chiari pettinati a lato, gli occhi color miele e dolci mi stavano guardando come se le avessi detto che sarebbe diventata miliardaria, le labbra costantemente dipinte di rosa erano schiuse in un mezzo sorriso mentre il fisico alto e troppo magro era coperto da abiti scuri tipici della gente dell'Arca.

«Andate, Octavia vi aspetta. Io resterò qui ad aspettare Clarke» dissi io mettendo una mano sulla scala e attendendo che Finn e Abby siano saliti, dopodiché mi precipitai verso l'entrata decisamente in ansia per l'arrivo di Clarke e il Comandante.

Un riflesso di luce accecante attirò la mia attenzione, così mi voltai a guardare indietro e notai un vetro rotto che rifletteva l'immagine traballante di Abby, così ne approfittai per far saettare lo sguardo da Lincoln alla foresta. Non era mai stata così tranquilla.

«Oh, grazie a Dio- sentì Octavia esclamare mentre lavava un panno probabilmente sporco di sangue in un secchio d'acqua lì vicino -dov'è Clarke?» domandò poi lei.
«A cercare di evitare un'altra disastrosa guerra» rispose Finn.

Vidi Abby chinarsi su di Lincoln ed alzargli delicatamente la palpebra, i suoi occhi normalmente castani sicuramente ora saranno contornati dal rosso tipico dei Mietitori «le pupille non reagiscono- esclamò il Cancelliere o Dottoressa o qualsiasi cosa sia -legagli il braccio il più stretto possibile» ordinò poi ad Octavia che eseguì l'ordine legando un laccio emostatico intorno al braccio di Lincoln.

«Grazie alle scorte trovate da tuo fratello, potrebbe avere una speranza» spiegò ancora Abby alla ragazza mentre sentivo il rumore di plastica che sbatteva, stava prendendo una siringa.
«Che cos'è quello?» chiese Octavia mentre guardavo un po' di liquido uscire dall'ago ed improvvisamente sentii come se quella siringa stette entrando dentro di me, ma cercai di scacciare il pensiero.

«Gli abbasserà la febbre» rispose il Cancelliere ma, pochi secondi dopo sentii Lincoln gemere dal dolore e le catene muoversi.
«Tenetelo fermo!» ordinò la dottoressa mentre sentivo le cinghie che si tiravano.

«Va tutto bene?» urlai io dal piano di sotto in preda all'ansia e, per fortuna, Finn scese dalle scale proprio in quel momento venendomi.
«chi era?» esclamò una voce maschile che non riconobbi.

«Nessuno» rispose poi Finn guardandomi e facendomi arretrare.
«Octa-» provai a chiamare la mia amica ma la canna del fucile di Finn contro il petto mi fece zittire e sbarrare gli occhi, difatti poco dopo si mise un dito sulle labbra come per dire di fare silenzio.

Ok, chi è lui? Riportatemi indietro il ragazzo gentile che si era offerto di portarmi in braccio quando ero stata ferita per favore!

Sentii Lincoln urlare a squarciagola e lo vidi sbattere contro al pavimento, probabilmente stava avendo delle convulsioni.
«Che c'è? Che succede?» domandò Octavia dopo che non sentii più nulla.

«Il cuore si è fermato» esclamò Abby e lì allora la mia testa non pensava più lucidamente.
Io corsi verso la scala e feci per salire, ma sentii il mirino del fucile puntarmi sulla nuca, mi girai perché era più rovente di qualsiasi canna premuta contro la pelle, voleva spararmi dritto in fronte.

«Fallo se hai il coraggio! Forza Spacewalker dei miei coglioni, se vuoi sparami pure ma spero che ti sentirai direttamente responsabile se scoppierà un'altra guerra con i terrestri» esclamai e lo vidi abbassare un po' la canna, avevo fatto centro sul suo punto debole: i suoi sensi di colpa.

Salii la scala a pioli e mi buttai al piano superiore dove incrociai un uomo un po' bassino ed in carne che non avevo mai visto prima.

Sostenni il suo sguardo indagatore fino a quando non raggiunsi il terrestre legato al pavimento.

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