Capitolo 23

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Fare le analisi era diventata ormai un’abitudine, la prima in assoluto era stata la BETA HCG, la quale mi aveva fatto scoprire da quante settimane, ero incinta. Era stata la prima, sì, ma di una lunga lista; per non parlare del fatto che fin da piccola, avevo la fobia degli aghi. Odiavo vederli e sentirmi pungere la pelle e solo la vista di una goccia di sangue che usciva da una parte del mio corpo, mi provocava dei giramenti di testa, degni di ricevere un premio come ‘giostra più veloce del mondo’.  

La notizia si era sparsa velocemente, soprattutto a scuola e ora tutti gli occhi erano puntati su di me: certa gente mi guardava come se fossi una persona bisognosa d’affetto e mi facevano sorrisi dolci e incoraggianti e spesso anche le ragazze che non conoscevo, si avvicinavano a fare conversazione; altra gente, invece, mi guardava come se fossi una lebbrosa, puntandomi il dito e guardandomi con gli occhi storti.

Christopher passava molto tempo in mia compagnia, nonostante avesse il padre malato di cancro che lottava tra la vita e la morte e ciò m’infastidiva un po’. Suo padre aveva quasi cinquantacinque anni e saperlo malato in un letto d’ospedale senza forze, mi faceva sentire male anche me. Era ancora giovane per morire. Mia madre aveva accettato il fatto che sarebbe diventata nonna e mio padre.. beh, per me lui non aveva voce in capitolo, ma purtroppo quella pettegola della sua compagna, si era informata e gliel’aveva riferito.

FLASHBACK

‘’E’ tutta colpa tua. Lo sapevo che a lasciare Alice nelle tue mani, sarebbe diventata come te. Sei una troia! Ho proprio fatto bene ad andarmene da qui, sei solo una vergogna! E lo è anche tua figlia, che ancora frequenta il liceo ed è incinta’’ mio padre entrò furioso dalla porta d’ingresso, lasciata socchiusa in attesa dell’arrivo di Gabriele da scuola.

‘’Chi ti ha dato il permesso di entrare a casa mia? E come ti permetti a puntarmi il dito, eh? Proprio tu poi! Sei uno schifoso, te la fai con le trentenni senza cervello. Ma come darti torto, infondo. Hai cinquanta anni e hai l’intelligenza di una pecora!’’ sentii urlare forte mia madre, nonostante ero chiusa in camera mia al piano superiore. Scendere o non scendere? Questo era il problema.

‘’Casa tua? L’ho pagata io con i miei soldi. E poi non cercare di cambiare discorso, io sono io. Tua figlia è ancora minorenne’’ ma che cazzo diceva? Ok, ora scendo.

‘’Ma ti rendi conto che non sai nemmeno quanti anni ha tua figlia?! Brutto verme. Tua figlia ha diciotto anni e alla festa dei suoi diciotto, tu dov’eri? Ti sei ricordato di darle gli auguri?’’ ora mia madre singhiozzava.

‘’NOI siamo una famiglia unita. Io, la mamma e Gabriele, ci facciamo forza l’un l’altro da quando non ci sei. Gabriele sta crescendo senza una figura paterna ed io ho avuto lo stesso trattamento. Non vuoi diventare nonno? Bene, esci da questa casa e non farti più vedere. Anzi, vai a mettere incinta quella battona della tua futura moglie! Oh no, scusa, mi ero dimenticata che non sai fare il padre!’’ la mia rabbia non tardò a fare capolino in quella discussione.

‘’Come cazzo ti permetti, eh?’’ si avvicinò a me e mi tirò uno schiaffo in pieno viso ‘’Io ho due case, una Ferrari, una Lamborghini ed una Charger. Io posso permettermi tutto quello che voglio, mentre voi? Siete solo delle povere sciacquette’’ si avvicinò alla porta e fece per uscire.

‘’E dimmi.. che te ne fai di tutte quelle cose materiali, se non hai amore? Se non hai una famiglia calorosa che aspetta a braccia aperte, e non a gambe aperte, il tuo ritorno a casa? Non farti più vedere’’ l’ultima sfuriata di mia madre. Si avvicinò subito a me, accarezzandomi la guancia su cui avevo ricevuto lo schiaffo.

FINE FLASHBACK

Ebbene sì, mio padre era stato un vero e proprio stronzo e se si fosse presentato ancora una volta a casa mia, non ne sarebbe uscito vivo. Parola di Alice.

Amore a prima vistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora