Capitolo 12

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Il mattino seguente mi sentivo diversa, solo ora potevo davvero assaporare la libertà, il poter fare tutto ciò che mi passava per la testa senza il bisogno del consenso di nessuno, comprese le giustifiche delle mancanze a scuola. Da bambina, ma anche fino a pochi anni fa, dicevo sempre che alla mia maggiore età sarei andata via di casa ma ora non ne ero per niente sicura.

La mia testa era affollata da pensieri piacevoli, finché il ricordo del mio compleanno non cominciò a farsi spazio tra di essi.

Ero preoccupata per non aver né visto né sentito le mie amiche il giorno precedente, per questo non avevo neanche la minima idea di quello che mi sarebbe aspettato; e poi a che ora era la festa? L'orologio della mia stanza segnava già le dieci.

Il mio cellulare era invaso dagli sms di auguri di amici e parenti, tra cui anche quelli di Ilaria e Silvia che mi avvertivano di esser pronta per le 10.30, perché sarebbero venute a prendermi per andare a farci un giro, dato che Ilaria qualche giorno prima aveva preso la patente e le avevano regalato per i suoi diciott'anni una macchina.

Mi alzai dal letto come un fulmine e dopo aver preso un paio di jeans e un maglioncino, mi fiondai nella doccia; dopo essermi lavata e aver legato i miei capelli in una treccia laterale, mi accorsi che erano le 10.40, avevano ben 10 minuti di ritardo, ma c'era d'aspettarselo da Ilaria.

Il clacson della macchina m'invitò a prendere le ultime cose che mi servivano e ad entrare in auto.

''Ehi festeggiata, come ti senti oggi?'' mi domandò Ilaria con un sorrisetto sulle labbra.

''Bene, per adesso. Ora manca solo Silvia e poi faremo il trio delle maggiorenni!'' risposi elettrizzata.

''Tra due settimane li compio anch'io ragazze, tranquille'' disse Silvia.

A quanto pare quella mattina, non c'era una meta precisa, passammo da paese in paese silenziosamente mentre le ore sembravano passare in fretta; amavo guardare il paesaggio dal finestrino, era una cosa che mi affascinava già da bambina. All'ora di pranzo ci fermammo a prendere qualcosa di veloce da mangiare da un bar.

4 ore dopo

Le ore sembravano essersi volatilizzate e al ritorno da quel 'giro' in macchina, con mia sorpresa non mi portarono a casa mia, ma ci fermammo a casa di Ilaria.

''Ragazze, secondo me è arrivata l'ora di darmi qualche spiegazione''.

''Oh ma come sei impaziente Alice, aspetta e vedrai!'' mi rispose Silvia.

''Adesso faremo una cosa: tu Alice vai in camera mia dato che c'è il bagno comunicante, vestiti che poi arriviamo noi ad acconciarti e truccarti, mentre io e Silvia ti aspetteremo nella camera di mia sorella. Appena sei pronta, chiamaci. Chiaro?''

''Chiaro!'' dissi solo.

Entrai nella stanza e chiusi la porta; sul letto era presente uno scatolo con un fiocchetto rosso e un bigliettino 'Questo è il tuo vestito'.

Aprii la scatola e alzai il vestito; non era uno dei soliti che avrebbe scelto Ilaria, era un vestito lunghissimo e nero, con uno spacco che arrivava fin sopra la coscia e la scollatura a cuore, mentre la parte superiore della scollatura, la schiena e le maniche erano di pizzo nero.

Sulla scrivania era appoggiata la seconda scatola, anch'essa con un fiocchetto rosso e un bigliettino 'Ecco le scarpe'.

Avevo un po' di paura ad aprire quella scatoletta malefica, non sopportavo i tacchi altissimi e già immaginavo ciò che mi aspettava: un paio di decolté con plateau, di un argento chiaro e interamente brillantinate; erano bellissime, ma speravo che fossero anche comode.

Sul comodino, invece, c'era la terza scatola, anche se più piccola; all'interno c'era un bracciale, una collana e degli orecchini con dei diamantini e accanto all'armadio era presente l'ultimo pacchetto, contenente una bella pochette anch'essa argentata.

Ok, avevo tutto ciò che mi serviva, cosi andai nel bagno e mi cambiai; il risultato finale era davvero strabiliante, amavo abbinare ogni minimo particolare e in quest' outfit era davvero tutto molto abbinato.

Quella era una delle pochissime volte che mi sentivo bellissima, proprio come una principessa e ora mancava solo il principe.

''Silvia, Ilaria, venite'' gridai in modo da farmi sentire, uscendo lentamente dal bagno, dato che dovevo ancora prendere confidenza con quei tacchi, a dir poco, vertiginosi.

Spalancarono la porta e rimasero letteralmente a bocca aperta.

''Alice, sei proprio uno schianto!'' esclamò a gran voce Silvia.

Nel frattempo anche loro si erano cambiate d'abito: Silvia indossava un vestito lungo di un blu scuro e Ilaria indossava lo stesso vestito, ma rosso; erano favolose e mentre stavo per fare i complimenti ad entrambe, Ilaria mi spinse sulla sedia della scrivania ed iniziò ad aprire i suoi bauletti del make up e dopo avermi truccata, mi acconciò i capelli in uno chignon ben ordinato.

L'orologio segnava le 19.15, per cui cominciammo ad andare verso casa mia; nessuno di loro due aveva pensato agli addobbi o ad un buffet, per cui non sapevo se era ancora tutto da ordinare o se la casa era già addobbata.

Sotto il portone di casa mia erano già presenti un paio di macchine degli invitati in attesa del mio arrivo, erano due dei gruppi più popolari della scuola con cui non avevo mai avuto niente a che fare, ma allora ci sarebbe stato anche Christopher o Loris?

Dopo aver aperto la casa agli invitati (che era già sistemata con cibo, cocktail e musica) e dopo aver ricevuto gli auguri e i regali da alcuni di loro, Silvia mi prese per un braccetto e mi trascinò in cucina, con l'intento di bere un bel cocktail insieme.

''C'è solo un quarto della gente ancora, piano piano stanno arrivando sempre più persone, la festa era fissata per le 20.30 mentre sono ancora le 19.45'' m'informò Silvia.

''Ma avete invitato mezza scuola?'' chiesi allibita, mentre sorseggiavo il mio drink.

''Mezza? L'abbiamo invitata tutta!'' rispose Silvia facendo l'occhiolino e allontanandosi da me.

Notai vicino all'ingresso qualcuno che bussava alla porta, con una dozzina di rose in una mano e un pacchettino in un'altra; era proprio mio cugino Riccardo, cosi mi precipitai tra le sue braccia.

Era molto più muscoloso e più bello, rispetto a tre anni prima.

''Ehi principessa, come stai?'' mi disse, dandomi un bacio sulla guancia e porgendomi le rose e il regalo.

''Tutto bene Ricky, sei diventato davvero un bel ragazzo, sai''.

''Senti chi parla! Sei incantevole stasera'' mi rispose sorridendo.

Eravamo ancora vicino alla porta d'ingresso e quando lo abbracciai, i miei occhi andarono a finire su una moto che stava parcheggiando nel vialetto, dietro le altre auto.

Era la moto di Christopher, era arrivato anche lui.

#ANGOLO SCRITTRICE

Questo capitolo forse non è il massimo, ma spero che vi piaccia ugualmente. Inoltre avevo pensato di pubblicare i nuovi capitolo due volte a settimana, il giovedì e la domenica (sperando di non avere imprevisti).

Che ne pensate?

Amore a prima vistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora