Gli esami scritti, nei giorni precedenti, erano filati lisci come l’olio, ancora poche ore e avrei dovuto affrontare la mia paura più grande: gli orali. Nonostante sapessi a memoria la mia tesina e avessi studiato parecchio, era come se la mia mente soffrisse di un’amnesia temporanea. Non ricordavo assolutamente nulla e l’ansia era alle stelle; in più, il caldo di fine Giugno, era fin troppo afoso e quasi non riuscivo a sopportarlo.
Quella mattina ero anche in ritardo, così presi al volo una maglietta larga bianca, con delle stampe blu e un paio di leggings dello stesso colore delle stampe e corsi in bagno ad aggiustarmi; quando finii, mi guardai allo specchio e facevo davvero pena, dato che il trucco era uscito malissimo e il mio fisico era ormai in sovrappeso. A furia di ingozzarmi di cibo, ero diventata una mongolfiera.
Salii in auto e sfrecciai veloce a scuola; nonostante la pancia, ero ancora in grado di guidare. Mi accomodai su una delle sedie presenti in atrio, tra Ilaria e Silvia che mi avevano tenuto il posto occupato.
‘’Ciao ragazze, tutto ok?’’ chiesi con il fiatone. Era da un po’ di tempo che faticavo a salire le cinquanta scale che portavano alla parte superiore dell’edificio.
‘’No, per niente. Stanno procedendo in ordine alfabetico e tra poche persone tocca a me. Non mi sento per niente pronta’’ si lamentò Ilaria, sfogliando freneticamente le pagine della sua tesina.
‘’Per me, invece, va tutto a gonfie vele. Non vedo l’ora di essere chiamata, per togliermi questo peso dallo stomaco’’ rispose Silvia sorridendo.
‘’E tu?’’ chiesero in coro, voltandosi nella mia direzione.
‘’Ed io?! Beh..ho studiato parecchio, ma il mio cervello non vuole collaborare, spero di ricordarmi tutto una volta che mi troverò davanti alla commissione’’ risposi, facendo spallucce.
Ilaria fu la prima a entrare nella stanza delle ‘torture’, ancora tre persone e sarebbe toccato a me, così mi concentrai sulla mia tesina e sui libri che avevo in mano. Poi arrivò anche il mio turno.
Con le gambe tremanti e il cuore a mille, entrai nella stanza e mi accomodai alla sedia, di fronte ai professori. Erano uno accanto all’altro e mi guardavano.
‘’Allora signorina Rossi, vuole cominciare a parlare di un suo argomento a piacere?’’ mi chiese la professoressa De Monte, con il suo sguardo da sfida. Quanto la odiavo.
‘’Certo, qui ho la mia tesina’’ consegnai le pagine scritte al computer e cominciai a parlare. L’amnesia era sparita e dopo aver discusso su degli argomenti a mio piacimento, arrivarono le domande dei professori. Fortunatamente riuscii a rispondere per bene a tutte quante, così dopo una cinquantina di minuti, quel calvario finì.
Uscii da quella stanza, tirando un sospiro di sollievo, salutai Silvia e le augurai buona fortuna; poi intravidi Ilaria ad un angolo con un ragazzo. Era alquanto misteriosa negli ultimi tempi, ma per non disturbarla, non andai nemmeno a salutarla.
Mentre ritornavo a casa, presi il cellulare dalla borsa e chiamai Christopher.
‘Ehi amore, come va?’ gli chiesi.
‘Tutto bene, tu? L’esame com’è andato?’
‘Abbastanza bene, non è stato molto difficile’
‘Te lo avevo detto’ rispose con il suo tono da saputello. Lui aveva sostenuto l’esame orale il giorno prima e me ne aveva parlato ‘Vabbè, ora devo proprio scappare tesoro. Ci sentiamo più tardi’ aggiunse, riattaccando il telefono subito dopo, senza darmi nemmeno il tempo per rispondere e salutarlo. La cosa m’irritava parecchio, ma sapevo che era impegnato con la nuova casa, così lasciai quest’ultimo dettaglio da parte.
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Amore a prima vista
RomansaAlice, un nome non tanto comune. Frequenta il quinto del liceo linguistico ed è alle prese con la vita: scuola, ragazzi, social network, disturbi causati da quel cazzo di ciclo, genitori assillanti, un fratellino impiccione e rompipalle. Cosa si pot...