8. Tra i boschi

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Imbarazzante. 

Imbarazzante, imbarazzante, imbarazzante.

Ok, forse avrei potuto evitare di fare questa imbarazzante scoperta se non avessi reclamato tutte le coperte per me, ma non ne avevo idea! Ho solo pensato a coprirmi il più possibile, per scappare dalle temperature fredde di questo posto. Accanto a me Shawn sta ancora dormendo, ma non si può dire lo stesso del suo corpo. C'è una parte di lui che è molto sveglia. Capisco che sia una cosa normale, ma personalmente non so come comportarmi. Mi alzo dal letto e cerco di uscire dalla camera cercando di non svegliarlo? Torno a dormire? Beh potrei almeno fare finta. In ogni caso non ho molte alternative, dato che il ragazzo al mio fianco si sta svegliando. Serro gli occhi, sperando di essere abbastanza capace di portare avanti questa messinscena.

Shawn si stropiccia gli occhi e lo sento distirarsi sul letto, ma il suo risveglio è presto seguito da un'imprecazione.

«Merda!» sussurra, alzandosi ad una velocità stratosferica e fiondandosi fuori dalla stanza. Tiro un sospiro di sollievo dopo aver evitato una situazione palesemente imbarazzante. Aspetto qualche minuto - anzi più di qualche minuto - e poi esco dalla camera. Scendo in cucina e preparo la colazione per entrambi. Dopo circa mezzora sento la porta d'ingresso aprirsi, e nel salone entra il ragazzo ricoperto di sudore. Toglie le cuffiette e mi saluta sorridendo.

«Già sveglia questa mattina?» mi chiede riprendendo fiato.

«Eh già...» rispondo evitando il suo sguardo. «Anche tu, vedo».

«Si, sono andato a fare una corsa qui attorno. Avevo bisogno di... sfogarmi».

Si, avevi sicuramente bisogno di sfogarti Shawn. «Dato che oggi non piove, magari potremmo fare un giro nei boschi» chiedo cambiando discorso.

«Si, perché no» dice salendo le scale. «Scendo tra poco, tu fai pure colazione» mi avverte dal piano superiore. 

*

Nel pomeriggio indosso le mie scarpe da ginnastica e uno dei vecchi maglioni di Shawn. Nonostante sia un indumento che portava quando era più giovane, mi sta comunque molto grande. Ne indosserei uno dei miei, se solo li avessi portati con me in questo posto sperduto! 

Assieme ci incamminiamo per il sentiero fangoso, e fatico a mantenere il suo ritmo, dato che un passo dei suoi equivale a tre dei miei.

«Sei davvero bassissima!» mi deride scherzosamente.

«Dici davvero? Non ci avevo mai fatto caso, grazie per avermi aperto un mondo!» rispondo ironica. «Piuttosto, hai mai pensato che forse sei tu quello esageratamente alto?».

«Fin'ora nessuno se ne è mai lamentato, quindi non mi pongo questo problema». Questo ragazzo ha davvero un ego spropositato. 

Marciamo a passo piuttosto spedito, o almeno ci provo, e mi godo lo spettacolo che mi circonda. Dopo due giorni di pioggia, la natura ritorna a vivere e tutt'intorno si sentono gli uccellini cinguettare. Di tanto in tanto si vedono degli scoiattoli saltare da ramo a ramo, e la scoperta mi mette di buonumore. «Ci sono molti animali da queste parti?» gli domando.

«Si, spesso si tratta soprattutto di animali piccoli, come volpi o roditori. Ma se siamo fortunati potremmo imbatterci in qualche cerbiatto, o qualcosa di simile». Mi si illumina lo sguardo. «Ma dobbiamo essere silenziosi. Sai, per evitare di disturbare gli orsi». Mi blocco sul posto.

«Stai scherzando giusto?» chiedo terrorizzata. Shawn cerca di restare il più serio possibile, ma alla fine la sua risata riecheggia per la foresta. «Sei davvero pessimo, lo sai?» dico con dignità offesa. 

«Avresti dovuto vedere la tua faccia! Non ho mai visto nessuno così spaventato ma allo stesso tempo buffo» dice tra una risata e l'altra.

«Ah quindi io sarei buffa? Buono a sapersi». Vorrei tenere una facciata seria, quasi offesa, ma presto mi ritrovo con il sedere a terra. Shawn ha ragione, sono davvero una buffona. Il sentiero ricoperto di fango è particolarmente scivoloso, e imbranata come sono, ho appoggiato male il piede, inciampando e finendo sul suolo.

«Tutto bene?» mi chiede aiutandomi ad alzarmi. Vorrei rispondere di si, ma una scossa alla caviglia mi fa sussultare.

«Non proprio. Credo di essermi fatta male alla caviglia».

«Ce la fai a camminare?». Provo a fare un passo, ma il dolore mi fa rabbrividire. Shawn si abbassa e passa le dita callose sul mio legamento. «Probabilmente l'hai storta. Non è niente di grave, con un po' di ghiaccio si sistema tutto, ma dobbiamo tornare indietro». Senza darmi il tempo di dire una parola, mi solleva da terra e si avvia verso la strada del ritorno.

«Shawn mettimi giù! Posso fare qualche passo fino alla casa» obbietto.

«Camila, per una volta chiudi la bocca e accetta il mio aiuto. Non mi costa niente» risponde infastidito, e io mi cucio la bocca. Dopo qualche attimo di silenzio riprende a parlare, con voce più rilassata. «Le pensi davvero tutte per finire tra le mie braccia, non è così?» dice con un ghigno divertito e provocante sul volto. 

Alzo gli occhi al cielo. «A me sembra che sia l'esatto opposto, ma non voglio intaccare il tuo orgoglio, quindi fingerò che sia così» rispondo stando al gioco. Entrambi ridiamo, e sento il suo petto vibrare sotto di me. Mi fermo a riflettere: negli ultimi giorni c'è effettivamente stato parecchio contatto fisico tra di noi. Il bagno al lago, la vicinanza sul divano, la condivisione del letto, ed ora questo. Mi sorprendo di me stessa, dato che solitamente evito questo tipo di situazioni. Ma con Shawn sembra tutto così facile. E' vero, ci mette un secondo ad escluderti dalla sua vita se lo vuole, ma quando non è così, è un ragazzo piuttosto affettuoso. Non ho mai avuto con nessuno questo tipo di amicizia. 

A casa, a l'Avana, Miguel era il mio migliore amico, ma con lui non mi sono mai trovata in questo tipo di situazioni. Non ho mai dormito con lui, o non mi sono mai lasciata stringere tra le sue braccia. L'ho sempre visto come il fratello che non ho mai avuto, tralasciando quel breve periodo in cui ero perdutamente innamorata di lui. Ok, se devo essere sincera, non è stato proprio un breve periodo. Diciamo più qualche anno. Gli ultimi due anni di liceo li ho vissuti sbavandogli dietro, ma non ho mai fatto alcuna mossa per fagli capire i miei sentimenti. C'era stato anche un bacio, durante una festa, ma quello non conta. Le cose che si fanno da ubriachi non contano mai. Prima che mia madre decidesse di spedirmi qui in Canada, io immaginavo il mio futuro con Miguel. Probabilmente era una fantasia che non si sarebbe mai avverata, ma era piacevole pensarci. 

In poco tempo arriviamo allo chalet, quindi prima ero io che rallentavo il passo. Entriamo in casa e Shawn mi adagia sul divano.

«Togli la scarpa, io nel frattempo vado a prendere del ghiaccio». Faccio come dice  e subito dopo ritorna da me. «Adesso la caviglia si gonfierà un po', ma vedrai che per domani sarà tutto passato». Gli sorrido e lo ringrazio, appoggiando il ghiaccio sulla parte dolorante. Shawn mi fa compagnia per il resto della giornata, insistendo a farmi rimanere seduta il più possibile. Quando arriva sera, mi riaccompagna a letto, e dopo essersi cambiato, senza che io glielo chieda, si corica al mio fianco, ed entrambi cadiamo nel mondo dei sogni. 


Ai confini del mondo || ShawmilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora