La maggior parte delle persone pensa che odiare sé stessi sia quasi impossibile, che si tratti di un'iperbole volta ad esaltare una brutta situazione. Ma la maggior parte delle persone si sbaglia: odiare sé stessi è fin troppo facile, e io lo sto sperimentando sulla mia pelle. L'odio è un sentimento forte, ma cosa dovrei provare nei confronti di me stessa quando mi guardo allo specchio o quando rimango sola a pensare, e mi rendo conto che sto facendo soffrire la persona che amo? E nonostante questa consapevolezza, non sto facendo niente per porvi rimedio. Ecco, l'odio è l'unica cosa che mi merito. Sarebbe tutto più facile se ad odiarmi fosse Shawn, invece lui non fa altro che assecondare la mia stupida richiesta di una qualsiasi conferma, e mi guarda con occhi fin troppo sinceri lasciandomi intravvedere l'amore che prova per me, lo stesso che mi ha confessato qualche giorno fa.
Il problema è che non so nemmeno io il tipo di conferma della quale ho bisogno, quindi come posso pretendere che sia lui a procurarmene una? Nel frattempo, a causa di questa mia assurda richiesta, entrambi siamo costretti a vivere mantenendo le distanze. Passiamo il nostro tempo assieme, ma non è lo stesso di prima. Non ci tocchiamo, non ci baciamo, non ci scambiamo sguardi complici o parole dolci. Ma nonostante questo non riesco a porre fine a questa tortura. Shawn ha lo stesso aspetto di un cucciolo abbandonato e questo non fa altro che peggiorare la situazione, e proprio per questo preferisco passare la maggior parte della giornata da sola per i fatti miei. Ora infatti sono seduta sul vecchio molo in legno che dà sul lago, avvolta da una coperta per ripararmi dalle temperature di inizio Settembre. Fatico ancora a credere quanti giorni siano passati dall'inizio di questa quarantena, e il morale è sempre più a terra dato che non ho idea di quando tutta questa storia avrà fine.
«Posso?» Shawn è giunto qui al mio fianco e io annuisco dandogli il permesso di farmi compagnia. «Ho fatto qualche chiamata» continua lui. Io mi limito a guardarlo perplessa, non capendo dove voglia arrivare. «E' stato un po' complicato, a causa della pessima ricezione che c'è da queste parti, però ho sistemato tutto» dice fiero.
«Shawn non ho idea di cosa tu stia dicendo. Con chi hai parlato? Cos'hai sistemato?» chiedo non riuscendo ad afferrare il punto.
«Heather. Ho provato a contattarla, ma ha sempre ignorato le mie chiamate. Così ho telefonato ad alcuni amici in comune e mi hanno raccontato quello che ha fatto in Europa. Mi sono fatto mandare le foto» dice mostrandomi l'immagine di una ragazza bellissima avvinghiata ad un altro. «E poi le ho mandato un messaggio dato che non rispondeva al cellulare» mi mette sotto gli occhi la chat tra loro due, nella quale l'ultimo messaggio è quello di Shawn, dove mette in chiaro il fatto che tra loro due sia finita. «Ora hai avuto la conferma che volevi? Posso tornare ad abbracciarti e a baciarti e a fare l'amore con te, o vuoi continuare con questa tortura?» domanda deciso.
La mia risposta è chiara quando mi lancio tra le sue braccia e mi faccio stringere nel modo che ho tanto desiderato in questi ultimi giorni. Attiro Shawn su di me e mi lascio toccare e baciare nel modo che più preferisce, soddisfatta che la situazione si sia risolta al meglio. Per molto tempo restiamo avvinghiati l'uno all'altra, desiderosi di recuperare l'affetto reciproco che ci è mancato negli ultimi giorni, e mi sorprendo di scoprire quanto io sia dipendente dalle attenzioni di questo ragazzo. Non esagero quando dico che il suo tocco e le sue labbra sulla mia pelle creano dipendenza.
«Camila» Shawn si stacca leggermente da me per incastrare in nostri sguardi. «C'è un'ultima cosa che devo farti sapere» dice seriamente. Deglutisco, spaventata che si tratti di un altro problema che potrebbe rovinare tutto per l'ennesima volta. «Riguardo all'altro giorno, mi sono sfuggite delle parole di bocca, forse con leggerezza, e mi rendo conto che il momento non era tra i più adeguati. Ciononostante, devi sapere che sono vere al cento per cento. Non mi aspetto che tu ricambi i sentimenti, non voglio che ti senta obbligata a dire la stessa cosa solo perché io mi sono lasciato sfuggire il fatto che ti amo».
«Shawn - »
«No, non dire nulla ti prego» supplica accarezzandomi i capelli. «Godiamoci il momento per ora, ok?».
Vorrei potergli dire che anch'io lo amo, che è così da parecchio tempo, ma mi limito ad annuire, accontentando la sua richiesta. Restiamo accoccolati sul molo per molto tempo e guardiamo il sole tramontare.
«Secondo te resteremo qui ancora per molto?» gli chiedo.
«Non ne ho idea, Mila» ammette scoraggiato. «Non ho notizie da mio padre da parecchi giorni, ma le ultime non erano molto positive. Si parla di migliaia di morti, la popolazione è praticamente dimezzata, e non sono ancora riusciti a trovare una cura».
«Mi domando come stiano i miei genitori, come sia la situazione a Cuba» dico sconfitta.
«Non sei mai riuscita a sentirli da quando siamo qua?» mi domanda quasi stupito.
«No... Il mio cellulare non prende in questa zona e le chiamate estere costano troppo, non ne vale la pena».
Shawn mi prende le mani. «Facciamo così: più tardi provo a contattare mio padre e cerchiamo di trovare un modo per farti avere notizie da Cuba».
«Davvero?» chiedo speranzosa. Shawn annuisce. «Hai più parlato con tua madre?» gli chiedo curiosa, dato che nomina solo suo padre. Shawn si rabbuia.
«Sembra sparita nel nulla. Da quando siamo arrivati non l'ho più sentita. Non mi ha chiamato, non ha mandato un messaggio, non risponde nemmeno alle mie telefonate. Mi chiedo cosa la tenga tanto occupata da non ricordarsi di avere un figlio». Shawn parla con voce sommessa, abbassando lo sguardo verso terra e non è difficile accorgersi di quanto stia soffrendo.
«Shawn» gli accarezzo una guancia. «Sono sicura che ci sia una spiegazione, non darci troppo peso».
«Sai, ho chiesto a mio padre che cosa stesse facendo mamma in questo periodo, ed è stato parecchio evasivo. Ha farfugliato qualcosa su qualche impegno che ha con la chiesa, qualche raccolta fondi o cose del genere. Non è piacevole sapere che la propria madre si preoccupa più per degli sconosciuti che per il suo stesso figlio».
Quello che sta succedendo mi crea un po' di confusione. Non ho conosciuto bene Maria, ma nel poco tempo che ho passato con lei, ho avuto l'occasione di farmi un'idea sulla sua personalità. Mi è sembrata una donna molto legata alla famiglia, e ha sempre parlato del figlio come se fosse il suo tesoro più prezioso. E' per questo che mi sembra strano questo improvviso disinteresse nei confronti di Shawn. Dentro di me sono sicura che ci sia qualcosa che non quadra, ma tengo questo pensiero per me, non ho intenzione di allarmare ulteriormente Shawn. Per chiudere il discorso mi avvicino semplicemente a lui e lo attiro a me, sperando di riuscire a distrarlo dai pensieri negativi con qualche bacio.
...............
Non avevo intenzione di lasciare note d'autore in questa storia, però mi rendo conto che questo capitolo fa un po' schifo, quindi volevo solo scusarmi!
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che lasciano una stellina o un commento: migliorate le mie giornate. Grazie anche a chi sta continuando con la lettura della storia da quando è iniziata! Vi voglio bene.
Gina
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Ai confini del mondo || Shawmila
FanfictionLe grandi epidemie erano sempre state uno scenario surreale per Camila e Shawn, ma a volte la realtà può sorprendere. Costretti a convivere in isolamento, in uno chalet ai confini della civiltà, i due ragazzi dovranno imparare a sopportarsi e ad aiu...