Agosto è alle porte, ma è difficile rendersene conto perché ogni giornata è uguale alle altre. La situazione non è delle migliori, ma è sopportabile. Nei momenti peggiori mi fermo a pensare come sarebbe la mia vita se non fossi venuta qui con Shawn. Probabilmente sarei nel panico, consapevole di poter rischiare la pelle vivendo al centro del focolaio di un'epidemia mondiale. Non oso immaginare come sia per le persone che sono rimaste in città, incastrate in un problema più grande di loro con la consapevolezza di non poter far nulla per rimediare. Personalmente sarei terrorizzata all'idea di essere esposta ad un pericolo invisibile e imbattibile, che può attaccare in ogni momento, senza preavviso.
Il destino ha voluto che io Shawn riuscissimo a scampare a questa sorte, almeno per il momento, e io ne sono grata. Ma una parte di me non può smettere di preoccuparsi per chi non è stato fortunato come noi. Penso a mio padre, ai genitori di Shawn, penso persino a quell'arpia di mia madre... chissà come stanno loro. Sono in pericolo? Sono già stati contagiati? Riuscirò mai a rivederli? Tutte queste domande e tutti questi dubbi mi opprimono il cuore e inevitabilmente il mio umore ne risente. Oggi non sono di molte parole e mi sto limitando a passare le ore guardando il lago in silenzio. Dietro di me sento dei passi lenti che si avvicinano, poi Shawn si siede al mio fianco.
«Giornataccia?» mi chiede. Io annuisco, incapace di proferire parola a causa del nodo che ho alla gola. «Cosa succede?» domanda con voce calma prendendomi la mano.
Scrollo le spalle. «Non è niente. Immagino sia solo un momentaccio. Niente di cui preoccuparsi» rispondo titubante e in modo vago.
«Non vuoi parlarne?».
Sospiro. «E' che si tratta di una cosa stupida. Non ne vale la pena».
Shawn posa il palmo della sua grande mano sulla mia guancia, facendomi voltare verso di lui per guardarlo. «Se ti fa stare male non è mai una cosa stupida. E poi non abbiamo niente da fare, quindi...» mi dice con un sorriso rassicurante.
Mi lascio convincere dalle sue parole e dal suo fare consolatorio, che mi fa battere il cuore più velocemente. «Stavo pensando alle nostre famiglie. Chissà cosa stanno facendo, se stanno bene, se riusciremo mai a rivederle» dico asciugandomi velocemente una lacrima che stava per uscire dall'angolo dell'occhio.
«Questa non è una cosa stupida. Ci penso spesso anch'io» ammette lui, più cupo.
«Il punto è che tutta questa storia fa davvero schifo, ma non ho il diritto di lamentarmi perché sono stata abbastanza fortunata da capitare qui, in questa casa magnifica, a chilometri di distanza dall'emergenza, scampando al pericolo». La mia voce esce più tremolante di quanto io abbia voluto e Shawn mi stringe a sé.
«Mila, hai tutto il diritto di essere arrabbiata e sconsolata per quello che stai vivendo. E' vero che c'è gente in situazioni peggiori, ma questo non annulla di conseguenza quello che senti tu. Ognuno ha a che fare con i propri dispiaceri». Shawn parla in modo tranquillo e mi consola stringendomi più strettamente a sé. Azione che mi conforta all'istante, ma che fa anche crollare quelle poche barriere che ero riuscita a costruire per non piangere. Infatti i miei occhi diventano umidi e nascondo il mio viso nel suo petto.
«Grazie Shawn» sussurro con voce strozzata.
«Per cosa?»
«Per essere qui con me» confesso senza paura.
Lui mi lascia un bacio sulla testa e intreccia la sua mano con la mia. E' un gesto spontaneo e per molti potrebbe essere insignificante, ma per me non è così. Finora io e Shawn ci siamo spesso scambiati baci e carezze, ma erano azioni dettate dalla passione e dall'eccitazione. Erano il bisogno di contatto umano in un periodo in cui tutto va a rotoli. Ma quello che sta facendo ora è qualcosa di molto più intimo. E' confortante, rassicurante, incoraggiante. E' la conferma non verbale che lui è qui con me e non ha intenzione di lasciarmi andare. Sono consapevole che io e lui non siamo una coppia, ma in questo momento è davvero molto difficile per me pensare il contrario. Non ho mai avuto con nessuno il rapporto che ho instaurato con questo ragazzo, e non credo che sarò mai pronta a perdere quello che abbiamo costruito in questo periodo.
«Come fai a essere sempre così tranquillo e razionale?» gli chiedo.
Shawn fa un mezzo sorriso. «Oh, ma io non lo sono affatto! Sono solamente molto bravo a camuffare il tutto».
«Non dovresti farlo».
«No?».
Scuoto la testa. «No, non ti fa bene. Reprimere tutto e fingere che non ci sia alcun problema in realtà peggiora solo le cose».
«Posso sopportarlo» risponde con una scrollata di spalle.
«Shawn, sto parlando sul serio. Perché non mi parli mai di ciò che ti preoccupa?» gli chiedo incastrando i miei occhi nei suoi.
Lui mi sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio. «Non voglio farti pesare anche i miei problemi. Non mi piace vederti triste o pensierosa».
«Shawn, non sono fatta di cristallo».
«Lo so, ma sei più bella quando sorridi. Vorrei vederti farlo più spesso».
Arrossisco improvvisamente e distolgo lo sguardo. Non mi sarei mai aspettata di sentirmi dire qualcosa del genere da lui. Non so come rispondere, ma il silenzio che si sta per creare viene rimpiazzato dalle sue parole.
«Voglio dire: sei sempre bella, ma non ci sono paragoni a quando sorridi. Il tuo viso si illumina, gli occhi ti brillano, ti si arriccia il naso. Sei adorabile». Parla in modo pacato e sicuro di sé, e la sua sicurezza in qualche modo viene trasmessa anche a me perché avvicino i nostri volti e unisco le nostre labbra.
Mi sposto su di lui e mi lascio andare ad un bacio spassionato senza vergogna e senza inibizioni. Tralasciando il bacio che gli ho dato la sera in cui abbiamo bevuto, non ho mai iniziato di mia spontanea volontà qualcosa di simile. Shawn infatti è preso alla sprovvista, ma ricambia subito il gesto. Mi tiene saldamente a sé stringendomi i fianchi e io aggancio le mie braccia dietro il suo collo. Mentre le nostre lingue si intrecciano, posso sentire le sue lunghe e folte ciglia solleticarmi la guancia. Inspiro il suo profumo e mi lascio avvolgere dalla sua presenza, che fa sparire qualsiasi brutto pensiero dalla mia testa. Quando finiamo di baciarci, le mie labbra sono curvate all'insù e imitano l'espressione del ragazzo.
«Vedi? Bellissima» mi ripete, riferendosi al mio sorriso, per poi lasciarmi un ultimo bacio veloce.
Non so perché io abbia avuto la fortuna di essere qui in questo momento e non so tanto meno spiegarmi perché un ragazzo come Shawn riesca a farmi provare certe emozioni, ma sono contenta di aver avuto questo privilegio.
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Ai confini del mondo || Shawmila
FanfictionLe grandi epidemie erano sempre state uno scenario surreale per Camila e Shawn, ma a volte la realtà può sorprendere. Costretti a convivere in isolamento, in uno chalet ai confini della civiltà, i due ragazzi dovranno imparare a sopportarsi e ad aiu...