Preferisco di gran lunga fare la spesa nei giorni feriali, quando la calca che di solito caratterizza il fine settimana si esaurisce e si può tranquillamente vagare per le corsie del supermercato senza rischiare nevrosi.
Sto leggendo alcune etichette e confrontando alcuni prezzi in tutta quiete quando sento il suono di notifica sul telefono, lo pesco dalla borsa e vedo un messaggio whatsapp da un numero che non ho in rubrica:
- ehi, ciao... sono quella che stamattina ti ha tamponato... Eva comunque, piacere! volevo solo ringraziarti ancora una volta per la tua disponibilità e rassicurarti che non mi dimenticherò di te, credimi non passeranno molti giorni e sistemeremo la cosa... ti chiamerò presto, ok?... bella foto profilo comunque! -
Sorrido appena, finalmente conosco il suo nome... decido di scriverle una risposta veloce:
-ciao Eva, te l'ho detto nessun problema, dormi tranquilla! - e lo invio.
Immediatamente il telefono suona di nuovo con un altro suo messaggio: -e il tuo nome?-
Mentre leggo a testa bassa, non vedo in tempo il carrello della donna di fronte a me, e lo urto facendo tintinnare le bottiglie di vino all'interno, per fortuna non rompendole!
"Oh, scusi tanto, stavo guardando il telefono e non l'ho vista in tempo..." mi sembra di rivivere la scena di questa mattina, solo a parti invertite.
Alzo lo sguardo e vedo un viso vagamente familiare, ma non so bene dove collocarlo; la donna di fronte a me ha probabilmente la stessa sensazione, la vedo infatti aggrottare le sopracciglia e socchiudere gli occhi. Nessuna di noi due ancora dice una parola, finché lei si decide "scusa tu... non sarai mica... Rebecca? Liceo D'Annunzio... eravamo nella stessa classe di spagnolo... sono Alice, ti ricordi di me?" Mi guarda con un leggero sorriso sul volto.
Flashback di me adolescente in classi sovraffollate di ragazzini che avevano in mente tutto tranne che studiare... sono anni che non ricordo quei momenti, sinceramente non sento il bisogno di rivangare quel passato... ma lei la ricordo, eh sì... vi parlavo all'inizio di come mi sentissi più a mio agio nell'osservare le ragazze piuttosto che il sesso opposto... beh lei è stata quella che osservavo con più dedizione, senza esagerare naturalmente.
Un sorriso mi si stampa sulla faccia "Alice! Certo che mi ricordo! Maddai... ma quanto tempo è passato? Che bello incontrarci! Eppure vengo spesso qui ma non ti ho mai vista prima..."
"Beh sì, è perché sono tornata da poco in città... sai mi ero trasferita subito dopo il diploma, per l'Università... poi il lavoro, la famiglia..." la sento un po' esitare, probabilmente non vuole condividere alcune informazioni con me, che in effetti non sono altro che un'estranea per lei, così sposta la conversazione "ma dimmi di te, tutto bene?"
Quali sono le frasi di circostanza in questi casi? "Abbastanza bene, grazie... sto tornando a casa dal lavoro, oggi è stata una giornata un po' movimentata... eccomi qui a far la spesa per preparare qualcosa di diverso a cena per mio marito...e tu... ti vedo bene!" mi sorride di rimando, così incoraggiata in qualche modo continuo "Sei sposata? figli?" domanda sbagliata, il sorriso le sparisce subito dalle labbra, sostituito da una smorfia di rassegnazione.
Cerco in qualche modo di riparare alla mia gaffe "Ehi, non serve che rispondi, scusa se sono stata indelicata?"
"No no... tu non puoi saperlo... è stata una lunga battaglia legale, ma sono divorziata, sai... il mio matrimonio non era affatto come me lo immaginavo... ora sono tornata a vivere con i miei, come ai vecchi tempi..." conclude con una smorfia di rassegnazione.
"Oh, mi spiace per il tuo matrimonio..."
Alice fa un gesto con la mano "Ah, quando una relazione non funziona, bisogna avere il coraggio di chiudere e ricominciare, magari da un'altra parte..." dice guardandomi "sono tornata perché nessuno qui all'infuori della mia famiglia sa cosa è successo"
Stringo un po' gli occhi, cosa intende? Aspetto che continui, ma probabilmente, dalla sua espressione, ora si sta pentendo di quel poco che mi ha già detto.
Un silenzio imbarazzante cala per qualche attimo tra noi, quindi cambio argomento, sparando la prima domanda che mi passa per la testa "Quindi... che lavoro fai?"
"Sono un chirurgo, lavoro all'ospedale della città qui vicino... tu, lavori in ufficio in quella grande società informatica, la Lux Corp, non è vero?"
Rimango un po' perplessa, come fa a sapere dove lavoro? "...sì, lavoro lì... ma come facevi a conoscere...?"
"Ah, scusa, non per farmi gli affari tuoi, è solo che parlando con mia madre, mi ha praticamente fatto un resoconto della vita di tutti i miei ex compagni di scuola che vivono ancora in città, quindi..." alza le spalle, un'espressione di scusa sul suo viso. La vedo guardare l'orologio al polso "ok, si è fatto tardi, devo proprio andare, dritta a casa e poi al turno di notte... è stato bello incontrarti, Rebecca, spero di rivederti!" mi dice con un sorriso sincero.
"Sì, naturalmente! Buon lavoro..." rispondo, ma se ne sta già andando, la guardo allontanarsi a passo spedito nell'altra direzione.
***
Sto preparando la cena, aspettando che arrivi Ale, mio marito. O questa ricetta è più complicata di quello che pensavo o la mia mente è impegnata da tutt'altra parte, sta di fatto che l'odore è disgustoso e il sapore ancora peggio, e mi ritrovo a dover buttare tutto e ordinare la pizza.
Arriva mio marito insieme al fattorino, così ci sediamo subito a tavola a mangiare. Tra un boccone e l'altro inizio la conversazione con uno sbuffo divertito "Non crederai cosa mi è successo oggi, la giornata più lunga di sempre! Pensa che"
"Beh allora non parlarne!" mi interrompe lui bruscamente "Ho avuto anche io una giornata pesante, quindi credo che possiamo tenerci ognuno la propria, ok?" mi sputa addosso, in tono scortese.
Mi si incolla la lingua al palato "...ok..." rispondo in un sussurro e continuo a mangiare in un silenzio pesante, anche se un po' mi è passato l'appetito.
Più tardi, sdraiata sul letto, ripenso alle maniere sempre più sgarbate che mi riserva Ale. Avremmo dovuto affrontare prima o dopo la questione, voglio capire se è cambiato qualcosa nella nostra relazione, ma è sempre difficile iniziare una conversazione, quando la maggior parte delle volte è scontroso e infastidito dalla mia voce. Ripenso ad Alice, che ha avuto il coraggio di troncare il matrimonio con suo marito... se una relazione non funziona, vale la pena insistere per sistemarla? O è meglio finirla al più presto?
Mi rigiro un po' sul materasso e trovo finalmente una buona posizione per rilassarmi, chiudo gli occhi e, con il leggero russare di mio marito, cado in un sonno senza sogni.
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Un lunedì di marzo
ЧиклитLa vita di Rebecca scorre monotona tra il lavoro e il matrimonio. Fino a quel lunedì di marzo, quando lei incontrerà il suo destino e la sua esistenza sarà stravolta, il suo modo di vivere rimesso in discussione.