Capitolo 10

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Alla chiusura Andrea passa a prendermi al mio ufficio e insieme ci dirigiamo verso il parcheggio; avvio la mia auto e seguo quella della donna per una decina di minuti, finché arriviamo in una zona elegante non distante dal centro città.

Il suo appartamento è lussuoso, non esageratamente ostentato ma ancora elegante e raffinato... proprio come lei, ho pensato.

"Vieni, ti mostro la tua stanza, così puoi sistemarti" passando mi indica la porta alla mia destra "qui c'è il bagno e lì" indica ora la porta di fronte a noi, in fondo al corridoio "c'è la mia camera"

Ci fermiamo alla porta a sinistra e, spalancandola, mi fa accomodare "eccoci qui, sentiti come a casa tua!"

"grazie Andrea" le dico e mi sorride, poi mi lascia poi da sola a sistemare le mie cose.

Decido di fare prima una doccia veloce, mi sento tutti i nervi del collo e delle spalle intirizziti e non vedo l'ora di un bel getto d'acqua calda per sciogliere il groviglio.

Arrivo più tardi in cucina seguendo il profumo di pollo arrosto e patate al forno; rido tra me e me, eccone un'altra migliore della sottoscritta ai fornelli!

"mmh, che profumino!" esclamo raggiungendola all'isola della cucina "vuoi una mano? Non so cucinare, ma sono bravissima ad apparecchiare!"

Lei si mette a ridere "peccato, l'ho già fatto io! Vuol dire che da domani sarà compito tuo!"

"Affare fatto!" rispondo sorridendo, poi mi faccio un po' seria e continuo "sul serio, Andrea, vorrei dirti quanto questo significhi per me... sei davvero una donna eccezionale!" La vedo arrossire e abbassare un po' la testa "non tutti avrebbero accolto un semi-sconosciuto in casa propria, e vorrei che tu mi dessi la possibilità di sdebitarmi in qualche modo, basta solo che tu chieda e farò qualsiasi cosa in mio potere..."

Lei agita una mano per fermarmi e torna a guardarmi negli occhi "Rebecca, basta! Ti ringrazio per le belle parole, ma non voglio che tu ti senta in debito con me, d'accordo?"

Annuisco un po' riluttante ma non mi dà il tempo di dire altro, perché continua "dai mangiamo, altrimenti si raffredda tutto!"

Al termine della cena ci sediamo sul divano in silenzio a guardare la TV, poi di punto in bianco mi chiede "come ti vestirai domani sera?"

"eh?" mi giro verso di lei, che però ha ancora gli occhi allo schermo; non capisco a cosa si riferisce.

"La cena di lavoro, ricordi? Ti ho chiesto come ti vestirai" si gira quindi a guardarmi.

"Non mi sembrava di aver detto di sì" dico alzando un sopracciglio.

"Ma non hai detto nemmeno di no..."

"Lo dico adesso, Andrea... non me la sento di venire"

"Dai Rebecca..." cerca di intenerirmi con occhi da cucciolo "sei praticamente l'unica con cui abbia legato lì dentro... per favore?"

"Ho detto di no..."

***

Venerdì sera è arrivato e io e Andrea ci stiamo preparando per la cena. Sì, alla fine ho ceduto, ok? Comunque, dicevo... ci stiamo preparando per la cena con i colleghi, io non ho molta scelta così opto, quasi d'obbligo, per un abitino nero non molto attillato che si ferma sopra il ginocchio, accollato davanti ma con una profonda scollatura che scende morbida sulla mia schiena nuda. Mi lascio cadere sulle spalle i miei capelli lisci, di solito li tengo ben fissati sulla nuca in uno chignon, ma questa sera voglio cambiare. Un po' di trucco ma non troppo, non mi è mai piaciuto esagerare e preferisco un aspetto naturale. Ricontrollo il mio aspetto allo specchio... sì, l'insieme è decente.

Esco dalla mia camera e mi viene incontro Andrea. Mi blocco all'istante, davanti a me c'è una visione... la mia bocca probabilmente rimane aperta qualche secondo più del necessario e i miei occhi la squadrano da capo a piedi un paio di volte. Indossa un tubino color grigio fumo di Londra, con paillettes trasparenti su tutta la parte superiore che vanno poi sfumando, scendendo fino alla parte inferiore dell'abito; una manica è lunga fino a tre quarti del braccio, l'altra manca del tutto, dando al tubino una linea asimmetrica che mostra una parte della sua scollatura. Lei è davvero bellissima e non riesco a toglierle gli occhi di dosso.

Andrea viene avanti camminando un po' verso di me, poi mi si ferma di fronte e dice sorridendomi "Sei bellissima Rebecca"

Mi schiarisco un po' la gola e scuoto leggermente la testa "grazie ma... niente in confronto a te Andrea. Sei stupenda"

Allarga il sorriso e china un po' la testa, la vedo arrossire fino alle punte delle orecchie.

"Prendiamo la mia macchina?"

"Ok, andiamo" le rispondo, poi le faccio un ampio gesto con il braccio per precedermi in corridoio, ho modo così di verificare che l'abito le sta a pennello anche da dietro...

Arriviamo al ristorante con un po'di anticipo; meglio così, non mi piace essere al centro dell'attenzione. Il cameriere ci accompagna al tavolo prenotato e salutiamo quei pochi colleghi che già sono presenti, poi ci sediamo una accanto all'altra, aspettando l'arrivo di tutti gli altri.

La serata sta procedendo piacevolmente, la cena è a base di pesce e devo dire che non ho mai mangiato un risotto ai frutti di mare così buono!

"Adoro questo risotto, è semplicemente perfetto!" dice Andrea.

"Lo stavo dicendo io, mi hai letto nel pensiero! Credo di non averne mai mangiato di così buono... gli ingredienti sono freschissimi" Mentre parlo, lei sta cercando di aprire un guscio di cozza, ma le sfugge dalle mani, schizzando un po' il mio vestito sul petto.

"Oddio scusami!" Prende subito il suo tovagliolo e cerca di pulirmi. Le blocco subito la mano con la mia e lei si ritira immediatamente, la faccia di un rosso vivo.

"Meglio che vada alla toilette..." dico alzandomi.

"Vuoi che venga anch'io?" mi chiede lei titubante, ma le faccio cenno di non preoccuparsi.

Entro nel bagno e mi dirigo al lavandino più vicino, dove prendo una carta e inizio a tamponare la macchia, fortunatamente non è molto estesa e il vestito è nero...

Sento il rumore della porta della toilette che si apre e ho pensato subito ad Andrea che, nonostante le abbia detto di non seguirmi, è venuta a controllare la situazione... alzando lo sguardo sullo specchio però i miei occhi fissano il riflesso di un'altra donna.

"Eva!"

"Ciao Rebecca, come stai? Aspettavo la tua telefonata..."

Sto prendendo fiato per risponderle ma mi interrompe con un gesto della mano, per continuare "...ma puoi prenderti il tempo che ti serve, te l'ho detto, aspetterò. Solo..." il suo sguardo si fa un po' triste "...ti ho vista con quella bella donna di là e dai vostri atteggiamenti, pensavo..."

Deglutisco a vuoto, quali atteggiamenti? Sicuramente Eva ha frainteso, ma non voglio sbilanciarmi, dandole false speranze, così cerco di deviare il discorso in qualcosa di più innocuo "cosa... cosa ci fai qui?"

"Qui intendi al ristorante? Ci lavoro, ricordi che faccio la cameriera?" Dice con un mezzo sorriso. "O se intendi qui, nel bagno con te... è per ricordarti quello che io e te potremmo avere..."

Mi si avvicina in un lampo, bloccandomi con il suo corpo tra lei e il lavandino, e mi bacia. All'inizio immobile, mi bastano pochi secondi per rispondere con passione al suo bacio. Le mie braccia, prima inerti sui miei fianchi, le circondano ora il collo, mentre lei passa le sue mani sulla mia schiena.

La porta si apre di nuovo e questa volta con la coda dell'occhio vedo che è proprio Andrea... quale peggior tempismo!

Un lunedì di marzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora