Esco dal supermercato e arrivo al parcheggio, quando sento dei passi affrettati dietro di me. Mi allarmo un po' e mi volto in fretta "Alice, che cavolo!" Mi metto una mano sul petto, il cuore batte forte "Vuoi farmi fare un infarto?"
"Beh, se non altro sono un medico..." Fa un mezzo sorriso, ma non sono dell'umore per restituirglielo, così la guardo in attesa, inarcando le sopracciglia per incitarla a parlarmi "Devi dirmi qualcosa? Visto che mi hai rincorso fin qui..."
"Ehmm, sì... volevo chiederti scusa per l'altra sera, non avrei dovuto dire quelle cose, non sono affari miei... mi avevano detto che eri sposata, ma effettivamente non vedo la fede al dito, quindi presumo..."
Continuo a guardarla, aspettando che finisca. Non vedo l'ora di andare a casa, a casa di Andrea, cioè... ma non sono il tipo che porta rancore, quindi decido di chiarire le cose una volta per tutte "Alice senti... va bene, accetto le tue scuse... e sì, ero sposata, probabilmente per la legge lo sono ancora, quindi non ti hanno mentito. Sto divorziando in realtà, e quella che hai visto l'altra sera è una cara amica che mi sta aiutando in un momento delicato della mia vita..."
"Sono desolata, mi spiace... non potevo sapere..."
"Sì, già, non importa... beh ciao, ci vediamo" le dico, tagliando corto. Le faccio capire che la conversazione è finita, così apro la portiera dell'auto e mi preparo per salire.
Ma lei ha altro da aggiungere "Rebecca, aspetta... io, ehmm... quando ci siamo incontrate la prima volta, sai, ti ho detto del mio divorzio... io sto frequentando un gruppo, è per donne e uomini che hanno vissuto l'esperienza del divorzio e della separazione..." tira fuori dalla borsa un biglietto da visita e me lo porge, vedo il logo, l'indirizzo e il numero di telefono dell'associazione "Tieni, se pensi di fare un giro..." mi dice. Lo prendo tra le dita un po' perplessa, fiato sprecato, penso. Poi lei aggiunge, un po' titubante "Mi farebbe piacere avere il tuo numero, sai per tenerci in contatto..."
"Ah... ok, sì certo" tentenno un po', ma come posso rifiutare, senza risultare maleducata? Alice ha già in mano il suo telefono, così le detto il mio numero.
"Grazie, più tardi ti scrivo per inviarti il mio" mi sorride per un attimo, salutandomi con la mano mentre si allontana.
***
Arrivo finalmente all'appartamento di Andrea; lei non è ancora tornata ma mi ha dato una copia delle chiavi per entrare.
Svuoto le borse della spesa sopra tavolo della cucina e inizio a smistare, quando arriva un messaggio whatsapp sul mio telefono. Penso sia Alice che mi manda il suo numero, ma mi stupisco non poco invece vedendo che il mittente è Eva -ciao Rebecca, ancora una volta mi sono comportata da stupida! Non sai quanto mi dispiace... posso sperare che mi perdoni? Vorrei che ci incontrassimo per parlarne, se hai ancora voglia di vedermi... aspetto che tu sia pronta, mi farai sapere dove e quando-
Ecco qua, un altro grattacapo! Ma cosa sta succedendo in questi giorni? Dov'è la mia vita monotona degli ultimi 31 anni? Mi sfugge un sospiro dalle labbra.
In mezzo a tutti questi pensieri, mi rendo conto che mia madre non sa ancora nulla della separazione tra me e Ale, né dell'imminente divorzio, né che vivo ora con un'amica, in attesa di trovare un appartamento per me da single felice. Mi batto con foga il palmo della mano sinistra sulla fronte, immaginando la filippica che mi riserverà la mamma sull'intera questione! Decido di chiamarla subito, meglio tardi che mai, mi dico.
Potrei riassumere la conversazione con mia madre, o meglio dire monologo visto il suo totale dominio al telefono, con i soliti luoghi comuni: me la sentivo che non funzionava tra voi... ma sei sicura della tua scelta?... era tempo che tu capissi cosa è meglio per te... la tua famiglia è qui per te tesoro... Tutto questo comunque mi dà forza e sicurezza; sapere che ho l'appoggio della mia famiglia mi aiuta a credere che stia facendo la cosa giusta!
La stessa sensazione mi accompagna il giorno dopo, quando mi ritrovo fuori dalla porta dell'avvocato: prendo un respiro profondo ed entro, oggi si chiude un altro capitolo della mia vita.
***
La settimana passa abbastanza in fretta e, tutto sommato, tranquilla per vari motivi: al lavoro tutto è tornato alla normalità, senza più distrazioni; il mio avvocato ha già contattato il collega della controparte e stanno buttando giù una bozza per l'accordo di divorzio; non ho ancora risposto ad Eva, ma lei tenendo fede alla sua parola non mi ha più cercato; Andrea ogni sera mi prepara una cenetta coi fiocchi e ci scambiamo baci e qualche coccola, ma non mi forza mai a spingerci oltre; Alice mi ha scritto un paio di volte per darmi il suo numero e informarmi che ci sarà un incontro con il gruppo martedì della settimana prossima e, se avessi voglia di partecipare (sono sicurissima di no, ma non gliel'ho detto), mi darebbe volentieri un passaggio. Unica nota di colore, se così si può dire, la mamma ha invitato me e la mia amica che mi sta ospitando, ad una cena a casa sua sabato, 'solo noi di famiglia'... è appunto questo che mi preoccupa!
Arriva quindi sabato sera e Andrea è entusiasta di conoscere la mia famiglia, direi quasi eccitata, ma sinceramente mi sfugge il motivo. Al nostro arrivo a casa dei miei, la mamma ci accoglie con un abbraccio, poi presento Andrea al resto della famiglia; la vedo parlare un po' con tutti, spaziando tra argomenti seri e frivolezze, risultando simpatica alla maggior parte dei parenti, stando alle parole della mamma.
La cena è una classica, tranquilla serata in famiglia. Tutto fila liscio, almeno fino a quando mia madre porta in argomento il mio divorzio... lo sapevo! Sospiro rassegnata. Tutti si sentono in dovere di dire la loro opinione sulla questione, naturalmente li lascio parlare, quasi estraniandomi dalla conversazione. Finché le mie orecchie non catturano un nome.
"... e il fatto che fosse da poco tornata, dopo quello che le è capitato, povera ragazza..."
"Cosa hai detto mamma? Di chi parli?" Le chiedo, giusto per essere sicura di aver sentito bene.
"Ho detto che ho incontrato Alice, sai la tua compagna di scuola, ero in banca l'altro giorno, sarà stato martedì mi sembra... no, lunedì... sono sicura che fosse lunedì perché poi sono andata in piscina, sai che al lunedì vado a fare acquagym, Rebecca?"
Mia mamma e il suo modo di divagare "No, non lo sapevo! Da quando?... comunque torna all'argomento... dicevi di Alice, vi siete parlate?"
"Mah, le avrò parlato sì e no un paio di minuti... mi ha detto che vi siete viste, e mi ha chiesto un po' di te. Comunque dicevo che poi sono andata in piscina e lì ho trovato la signora Teresa, sai è la vicina di casa dei genitori di Alice! Anche lei fa acquagym, che coincidenza, eh? Così mi ha detto che Alice se n'era andata dalla città subito dopo il diploma, sai per l'università... ed era rimasta là anche dopo la laurea, aveva trovato un bel posto in quella clinica privata costosissima... come si chiama? Ah, non ricordo... comunque lei di punto in bianco se n'è andata! Ed è tornata qui, a lavorare in ospedale, a quel ridicolo stipendio... secondo la signora Teresa, c'è sotto qualcosa! Ha sentito dai genitori di Alice che lei e il marito hanno divorziato! Sicuramente lui la tradiva! O forse era violento? Povera ragazza..."
Sono esterrefatta, come si permette la gente a mettere in giro certe chiacchiere? Mi balza alla mente l'espressione di Alice, a quel nostro primo incontro, quando le ho chiesto della famiglia; non conosco l'intera storia, ma non deve essere stato semplice per lei tornare qui. Queste sono assolutamente illazioni di persone senza scrupoli, che godono a inventare menzogne e a spargerle ai quattro venti. Mi infervoro un poco "Mamma, non ascoltare quella vecchia pettegola! Sicuramente Alice avrà avuto le sue ragioni, non giudichiamola solo per sentito dire"
"Certo tesoro, scusami... però calmati, ora. E siediti, per l'amor di Dio, non stiamo facendo il processo a nessuno..."
Mi sono alzata in piedi senza accorgermene, presa dalla foga del momento; mi guardo un po' in giro, scusandomi con gli altri, e prendo posto di nuovo sulla mia sedia a tavola. Incrocio per un attimo lo sguardo di Andrea, che mi sta osservando con un'espressione strana.
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Un lunedì di marzo
Literatura KobiecaLa vita di Rebecca scorre monotona tra il lavoro e il matrimonio. Fino a quel lunedì di marzo, quando lei incontrerà il suo destino e la sua esistenza sarà stravolta, il suo modo di vivere rimesso in discussione.