Alessio nel fine settimana cerca di chiamarmi al telefono una quantità infinita di volte, a nessuna delle quali rispondo. È poi la volta dei messaggi, tutti più o meno offensivi verso le donne in generale e verso la sottoscritta in particolare, e anche a questi non ritengo necessario ribattere.
Anche se cerco di ripetermi che le sue parole non mi fanno male, sono comunque giù di morale, e passo tutta la domenica chiusa nell'appartamento di Andrea. Io non le dico niente e lei mi lascia ai miei pensieri, dandomi solo un'occhiata di tanto in tanto.
Decido allora su due piedi che martedì sarei andata alla riunione del gruppo dei divorziati; solo una volta, ma almeno parlerei, o per meglio dire, ascolterei altri che ne parlerebbero, e forse non mi sarei più sentita così... ho fede in quel detto: mal comune mezzo gaudio.
Perciò, arrivato martedì, ne faccio parola con Andrea, avvisandola che alla sera avrei preso parte ad un gruppo di ascolto per divorziati (visto che mi sta ospitando devo pur dirle qualcosa), tralascio però il nome di chi me ne ha parlato, al momento non ho voglia di rivelarle altro...
Così mi reco all'indirizzo indicato sul biglietto da visita che mi aveva dato Alice, è al piano terra di una palazzina vicina al centro città, uno spazio ampio vuoto, probabilmente un vecchio negozio in disuso. Mi faccio coraggio ed entro.
Ci sono un paio di uomini e una donna lì in piedi, mi guardano un attimo, poi uno di loro mi chiede "Sei qui per la riunione?" Faccio un cenno affermativo con la testa, poi la donna continua "Puoi sederti se vuoi, dovrebbero arrivare anche gli altri a breve"
Vedo alcune sedie disposte in cerchio, ancora tutte vuote, non voglio assolutamente essere la prima a sedermi, così le rispondo educatamente "No grazie, aspetto che arrivino tutti gli altri"
Mi appoggio al muro, un po' in disparte dal gruppetto, non voglio che pensino che stia origliando. In pochi minuti giungono altri uomini e donne, e vanno tutti a sedersi, occupando quasi tutti i posti. Mi si avvicina in quel momento un uomo "Ciao, sono Federico!" dice in tono troppo entusiasta, tendendomi la mano.
"Rebecca, ciao" gliela stringo con la mia.
"Sono una specie di sponsor qui, anche se in realtà non ne hanno bisogno!" esclama, ridacchiando un po' "non ti ho mai vista prima, sei stata invitata da qualcuno?"
"Ehm, sì... Alice mi ha parlato qualche giorno fa di queste riunioni che fate, io sto... divorziando in questi giorni e... pensavo di stare bene ma... ho avuto una specie di... crollo domenica, e ho pensato che parlarne con qualcuno... mi potesse aiutare" un nodo mi si sta formando in gola, rendendo difficile concludere il discorso.
Lui annuisce, l'espressione di chi ha capito tutto "Vieni, sei nel posto giusto" dice sorridendomi e accompagnandomi verso il gruppo. Saluto tutti con un gesto della mano e un ciao collettivo, ricevendo vari ciao mormorati in risposta.
Una donna si alza dalla sedia e inizia a parlare della sua esperienza; proprio in quel momento entra Alice, chiedendo scusa del ritardo. Quando mi vede il suo sorriso si allarga e si dirige verso di me, sedendosi sulla sedia accanto alla mia.
A fine riunione mi fermo qualche minuto in più a parlare con Federico, l'incontro mi è piaciuto molto; non ho parlato, ma ci sono stati alcuni interventi che mi hanno fatto riflettere e sicuramente ritornerò al prossimo appuntamento.
Quando esco dall'edificio, trovo Alice che mi sta aspettando, appoggiata alla mia auto.
Mi avvicino sorridendole "Grazie di avermene parlato. Pensavo di non averne bisogno ma... non è così, è stato molto interessante..."
Lei mi sorride in risposta, dicendomi "Sai, la pensavo come te all'inizio... non avrei mai immaginato che condividere la mia storia con qualcun altro potesse farmi stare così bene! Mi sento in pace con me stessa, sento che ho fatto tutto quello che potevo per il mio matrimonio, di più sarebbe stato superfluo e controproducente... non si può aggiustare qualcosa di rotto!"
Annuisco, sicura di sapere a cosa si sta riferendo.
"Hai tempo per andare a bere qualcosa? Ci incontriamo sempre di fretta, stasera potrebbe essere l'occasione per rispolverare i vecchi tempi!" mi chiede.
Ci penso un attimo "Mmh, meglio di no... è tardi e domattina lavoro"
"...ok, ho capito... beh, è stato bello rivederti. Buonanotte Rebecca!" Si gira e se ne va.
"Buonanotte Alice" le rispondo, alzando un po' la voce, visto che lei è già lontana.
***
Tornata all'appartamento di Andrea, lei mi sta aspettando per chiedermi com'è andata.
"È andata abbastanza bene, alcune persone hanno condiviso le loro esperienze di divorzio, è stato interessante..." rispondo un po' sul vago. Qualcosa mi disturba, ma non riesco ad individuare cosa...
"Ora vado a dormire, sono stanca. Buonanotte Andrea"
"Sì, certo... buonanotte Rebecca" mi risponde lei, guardandomi un po' perplessa.
Sono distesa sul letto da un'ora; nonostante avessi detto di essere stanca, non riesco a prendere sonno... quel senso di fastidio, c'è qualcosa di sbagliato ma non riesco a metterlo a fuoco... perché ho tenuto nascosto ad Andrea che è stata Alice a parlarmi degli incontri per divorziati? E perché poi non ho accettato di bere qualcosa con Alice? O perché, invece di chiedere un passaggio ad Alice per la riunione, ho preferito andarci da sola? Non volevo che l'una sapesse dell'altra, ma al momento mi sfugge del tutto il motivo.
In mezzo a tutti questi pensieri, decido di passare domani all'agenzia immobiliare per confermare l'acquisto di quell'appartamento carino che ho visto la settimana scorsa: è giunto il momento di camminare con le mie gambe... qualsiasi cosa questo voglia significare.
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Un lunedì di marzo
Chick-LitLa vita di Rebecca scorre monotona tra il lavoro e il matrimonio. Fino a quel lunedì di marzo, quando lei incontrerà il suo destino e la sua esistenza sarà stravolta, il suo modo di vivere rimesso in discussione.