Capitolo 24

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Apro gli occhi ad un nuovo giorno e subito il mio pensiero va a lei, la donna che è di là di questo muro e mi sta confondendo la testa e il cuore, sempre di più... ieri sera, al suo rientro, abbiamo diviso una pizza e poi ci siamo sedute sul divano a guardare un po' di TV sul satellite, naturalmente con i sottotitoli in italiano. Non abbiamo parlato molto, ma è stato comunque un silenzio confortevole. Mi sono sentita... a casa, come se tra me e lei fosse stato sempre così.

Mi ha informato che oggi deve uscire per fare alcune commissioni per il suo matrimonio, quindi mi ha lasciato un'altra volta qui da sola, chiusa nel suo appartamento. Non so bene come si comporti una damigella d'onore, ma credo c'entri qualcosa sul fatto di accompagnare la sposa alle commissioni e aiutarla durante i preparativi per le nozze. Ma a quanto pare lei riesce a fare tutto da sola, non volendo il mio aiuto, pur essendomi offerta un paio di volte. Sembra quasi che voglia tenere nascosto qualcosa, probabilmente lei e la sua ragazza stanno organizzando qualche sorpresa durante l'evento.

Leggo qualche pagina di un libro di saggistica che ho trovato sul tavolino accanto al divano, per far passare il tempo, ma mi stanco presto nel cercare di capire i termini troppo tecnici e ricercati, e chiudo il volume con un tonfo sordo. Cammino in giro, vagando un po' per le stanze, senza curiosare troppo. Però è strano, penso, non ci sono foto di loro due; non ci sono effetti personali che possano essere ricondotti a una seconda donna, nulla fa pensare che la sua ragazza abbia mai messo piede qui dentro. Forse si incontrano nel suo appartamento... Beh, non sono affari miei. Anche se sento un pungolo nello stomaco che non so definire subito. Non sarà... gelosia? Scuoto energicamente la testa, il solo pensiero mi fa sbuffare. Gelosa di cosa? Lei non sta con me. Io l'ho guardata andarsene, senza volerla seguire. E tra un paio di giorni sarò testimone di un amore non mio... Non posso fare a meno di sospirare pesantemente, sedendomi sul divano con la testa tra le mani, in un moto di rassegnazione.

Sussulto nel momento in cui sento la porta d'ingresso aprirsi, presa alla sprovvista, nel mare dei miei pensieri. La vedo entrare con un sorriso felice sul viso e due custodie per abiti in mano: mi guarda, urlando "Sorpresa!" e sventolandomi davanti agli occhi le custodie. Immagino già cosa ci sia lì dentro. Ho un nodo in gola, e non in senso buono, ma mi sforzo di sorridere avvicinandomi un po' a lei.

"No no, non potrai sbirciare prima di dopodomani, Rebecca!" mi rimprovera scherzosamente lei, facendomi la linguaccia.

Già, dopodomani, quando la donna più importante della mia vita, si sposerà con un'altra. Mi mordo pensosamente il labbro inferiore, realizzando tutto in questo preciso istante. Perché non l'ho capito prima? Il cuore mi batte forte nel petto, avverto quasi una sensazione di dolore.

"Voglio conoscerla! Prima del matrimonio..." le dico seria, di punto in bianco.

Mi lancia brevemente uno sguardo, anche la sua espressione cambia un po', prima di distogliere gli occhi e rispondermi "Certo. Domani sera la vedrai..."

"Oh!... Bene. Viene qui?"

"No, andremo noi in un club. Festeggeremo l'addio al nubilato!"

***

Non sono mai stata un animale da festa, ma, ragazzi, gli americani sì che sanno come divertirsi!

Musica che mi rimbomba nel petto nella penombra di effetti di luci blu e viola, mi hanno già portato su di giri, senza ancora aver toccato un goccio di alcool. Lei è accanto a me, appoggiata al bancone del bar, il vestitino che indossa le fascia il corpo in tutti i punti giusti. Sinceramente faccio fatica a distogliere lo sguardo dal suo fondoschiena, quando si sporge per chiedere al barista due shots.

Mi guardo nervosamente in giro, controllando tutte le ragazze, immaginando quale possa essere la sua.

"Quanti anni hai detto che ha, la tua ragazza?" le urlo nell'orecchio per farmi capire.

"Non l'ho detto!" mi risponde, lanciandomi uno sguardo malizioso.

Le lancio un'occhiata di rimprovero, ma lei si fa beffe di me, mettendosi a ridere. Porgendomi un bicchierino, mi prende l'altra mano e mi tira attraverso alla folla, finché troviamo un tavolo per sederci.

"Sei bellissima stasera, Rebecca" si complimenta con me, mordendosi appena il labbro inferiore. Mi squadra senza pudore, così lo faccio anch'io con lei.

"Stavo pensando lo stesso di te!" le dico. Lei sorride, mantenendo i suoi occhi fissi nei miei, e mi si scioglie qualcosa nello stomaco; potrebbe essere l'alcool, ma a questo punto non ne sono così sicura.

Trascorro i minuti aspettando con ansia che arrivi la sua ragazza, riempiendo comunque il tempo tra drinks e shots. Ogni tanto cerco di carpirle qualche informazione, ma lei scuote la testa con fare birichino, e le mie domande cadono sempre nel vuoto.

Mi sento un po' ubriaca, sapevo che non dovevo bere tutto quell'alcool a stomaco vuoto. Vedo ormai le pareti del club crollarmi addosso e capisco che sono al limite. Devo andare in bagno, ma non faccio in tempo ad alzarmi che la vista mi si appanna e tutto diventa nero.

***

La mia testa! Oddio, non mi sono mai sentita così male nella mia vita, neanche con 40 di febbre!

Una voce ovattata chiama il mio nome, provo ad aprire gli occhi ma la luce mi colpisce come cento aghi piantati nelle pupille!

Richiudo in fretta gli occhi, aspettando un po' prima di riaprirli di nuovo con cautela; ora la sento ridere e prendermi in giro "Cavolo Rebecca, tu sì che sai come ubriacarti!"

Non riesco ad arrabbiarmi con lei, così mi unisco anch'io alle sue risate; ma smetto subito, la testa mi sta scoppiando. "Ahi! Sto da schifo... Come ci sono arrivata al tuo appartamento?" le chiedo con la voce roca, la bocca impastata. Ho bisogno di bere un bicchiere d'acqua.

"Ti ci abbiamo portato di peso! E devo dire che non sei per nulla leggera!"

"Mi avete portato? Tu e chi?"

"Io e Brian, è un mio collega di lavoro, che fortunatamente ieri sera era al club"

Non posso fare a meno di chiederle "E la tua ragazza? Non è venuta poi ieri sera?"

"Sì sì, c'era, ma..." il suo tono di voce va abbassandosi, fino a che un paio di colpi forti alla porta interrompono la nostra conversazione.

Il suo viso si illumina all'improvviso. "Probabilmente sono arrivati i fiori!" mi dice entusiasta, trotterellando verso l'ingresso.

Finché lei va ad aprire la porta, mi ricordo tutto ad un tratto che oggi si sposa. Un mattone mi cade sul petto e, sommato al post-sbornia, mi dà una nuova ondata di nausea.

La mia faccia deve essere sbiancata, la vedo avvicinarsi a me con uno sguardo preoccupato "Rebecca, che hai?" Mi appoggia quindi la mano sulla fronte, e il risultato è che ora avverto il mio viso in fiamme, probabilmente è una sfumatura di rosso tendente al bordeaux.

Prendi un bel respiro e calmati, cazzo! dico a me stessa. "Niente... solo uno sbalzo di pressione" le rispondo a fatica.

"Senti... se è tutto ok, dovremmo prepararci per... beh, sai, il matrimonio..." mi parla senza guardarmi, balbettando.

"Sì sì, certo... ora sto meglio. Arrivo" ma vorrei essere ovunque tranne che qui!

Un lunedì di marzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora