Sebastiano

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Non ci sarà mai nessuno nella vita che ti darà un manuale o qualche insegnamento su come affrontare le difficoltà inerenti all'amore. Sono tutti bravi a dirti che dai tuoi sbagli non farai altro che imparare, che col tempo passerà tutto o ancora, che soffrire ti farà diventare grande.

Ma nulla di tutto questo ti aiuta ad aggiustare la crepa che si è formata sul tuo cuore. Non esiste nessun tipo di colla che riuscirà mai ad aggiustare quel muscolo che tanto ti fa male.

Posso dire che lo sapevo, che Ale non mi ha mai incoraggiato, lui con me è sempre stato onesto fin dal principio, ma quando ho fatto l'ultimo gradino l'altra sera e l'ho guardato negli occhi, per una frazione di secondo, mi è sembrato di leggervi del pentimento.

È come se tutto d'un tratto avrebbe voluto che fossi rimasto per sempre al suo fianco. Come se volesse rimangiarsi tutti i suoi rifiuti che mi ha rifilato per tutto il tempo che siamo stati vicini.

Mi sono sentito male, l'ho sempre visto convinto delle sue scelte, forte, orgoglioso. Ma forse si stava solo proteggendo e nel momento in cui io ho scelto un'altra strada, lui si è sentito smarrito.

L'ho stretto forte a me e insieme siamo crollati.

A volte mi chiedo se quella sera in discoteca non fossi entrato in bagno nello stesso suo istante, come potrebbero essere ora le cose tra di noi? Se magari lo avessi convinto a venire via con me subito da quel posto, se mi avesse seguito, o se non gli avessi mai dato il mio numero di telefono, io e lui ora dove saremmo?

Le nostre vite si sarebbero incrociate lo stesso in qualche modo?

L'unica cosa che so con certezza è che il destino ci ha fatto incontrare in quel modo per un motivo e a noi non rimane che continuare lungo questa strada per scoprire quale sia il suo vero disegno.

Così eccomi qui, seduto sul mio letto con il cellulare in mano a scoprire dove mi porteranno le mie azioni.

Mando un messaggio ad Alvise per chiedergli se è libero per fare colazione, la sua risposta arriva due minuti dopo con un indirizzo che non conosco e solo una mezz'ora di tempo per prepararmi.

Cazzo.

Malgrado il poco tempo a disposizione arrivo in orario e quello che mi trovo davanti agli occhi, si rivela essere un Dinner Americano.

Abito qui in zona da tre anni e non sapevo dell'esistenza di questo posto. È tutto una vetrata e grazie a questo si riesce a vedere l'interno. Alvise non è fuori, così decido di entrare anche per ripararmi dal freddo che in questi giorni è più pungente.

Ad accogliermi c'è musica rock and roll anni '50, il pavimento è formato da piastrelle che disegnano una scacchiera bianca e nera, i divanetti sono azzurri con righe verticali bianche e sono posizionati lungo tutte le vetrate, a illuminare ogni singolo tavolo c'è un lampadario colorato in tinte pastello diverso che scende dal soffitto.

Lungo tutto il bancone ci sono degli sgabelli rossi, proprio come nei film. Mi sembra di essere stato catapultato in un'altra epoca tanto mi sembra quasi impossibile l'esistenza di un posto così caratteristico.

Il locale per essere solo le sette e un quarto di mattina, è affollato. Decido quindi di sedermi in uno dei divanetti ancora liberi prima che vengano occupati anche gli ultimi posti.

Sto leggendo il menù che ho trovato sul tavolo, quando sento sedersi di peso una persona davanti a me. Alzo lo sguardo per dire che aspetto qualcuno, quando le parole mi muoiono in gola.

Alla sola luce del giorno gli occhi che mi ritrovo davanti sembrano un dipinto per quante sfumature di colori racchiudono in così poco spazio e per la prima volta riesco a osservare questo sguardo come si deve e non so se pentirmi di non averlo mai osservato bene prima o se pentirmi di averlo guardato adesso.

L'incrocio dei nostri passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora